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La vita è sogno di C. De La Barca

Post n°1893 pubblicato il 05 Febbraio 2019 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Dramma in tre atti
zo, dettaglio del monumento a Calderón a Madrid (J. Figueras1878).
AutorePedro Calderón de la Barca
Titolo originaleLa vida es sueño
Lingua originaleSpagnolo
Composto nel1635
Personaggi
  • Rosaura, dama
  • Sigismondo, principe
  • Clotaldo, vecchio
  • Stella, infanta
  • Soldati
  • Clarino, buffone
  • Basilio, re di Polonia
  • Astolfo, principe
  • Guardie
  • Musicanti
  • Cortigiani
  • Servi
  • Dame
 
Manuale

La vita è sogno (titolo originale: La vida es sueño

 è un dramma filosofico-teologico in tre atti e

in versi scritto nel 1635 da Pedro Calderón de

La Barca(1600-1681).

Soggetto

L'opera è stata definita dalla critica come una versione cristiana 

dell'Edipo re: al posto dell'incesto vi è la morte della madre del

principe Sigismondo, avvenuta durante il parto e quindi causata

indirettamente da lui stesso; all'assassinio del padre si sostituisce

una sconfitta in battaglia.

L'opera di Calderón ha come protagonista un personaggio che

avverte con sgomento la futilità di ogni esperienza umana.

L'intera esistenza è sogno, caratterizzata quindi da illusorietà,

fugacità del tempo, vanità delle cose terrene.

L'unica realtà possibile è la morte, che svela all'uomo la vera

natura dell'esistenza, cioè l'illusorietà, e quindi l'inconsistenza

del mondo. Per queste idee l'opera teatrale è emblematica del

clima culturale dell'età barocca ed è un'opera fondamentale

della letteratura barocca europea.

TramaPrimo Atto

In un'immaginaria Polonia, vive un verosimile re, Basilio,

esperto di astrologia. Egli, alla nascita del figlio Sigismondo,

prevede che questi diventi un principe sanguinario e tiranno.

Per evitare che ciò accada lo fa rinchiudere in unatorre.

Sigismondo è custodito da Clotaldo, il fido del re, dal quale

riceve la sua unica educazione sul mondo esterno che non

ha mai avuto modo di vedere con i suoi occhi.

All'inizio del dramma compaiono Rosaura, figlia di Clotaldo,

e il suo servo Clarino. Clotaldo non conosce la figlia in quanto

aveva abbandonato la moglie prima che la bambina nascesse.

Rosaura sarà riconosciuta dal padre per mezzo di una spada

che la giovane gli consegnerà.

Rosaura e Clarino si avvicinano alla torre, illuminata da una

fioca luce, dove è rinchiuso Sigismondo. Quest'ultimo,

inferocito per essere stato sorpreso, minaccia di ucciderla

ma interviene Clotaldo che chiama immediatamente le

guardie e fa arrestare i due intrusi. 

Intanto, il re Basilio decide di mettere il figlio alla prova

dandogli la possibilità di cambiare il suo destino.
Fa dunque somministrare a Sigismondo un sonnifero e

durante il sonno lo fa trasportare a corte.

Secondo Atto

Nel secondo atto si vede Sigismondo alla reggia, attonito tra

i musici che suonano, e i servi che lo vestono. Clotaldo intanto

gli racconta la verità e la necessità di afferrarsi a se stesso,

spinge Sigismondo a manifestare la sua natura di essere

non fondamentalmente cattivo, ma di individuo abbandonato

a se stesso, vissuto lontano dalla civiltà.

Così Sigismondo, che ora vuole vendicarsi di tutto e di tutti,

si comporta in modo superbo e tirannico. Solamente davanti a

Rosaura, che è stata condotta a corte dal padre, egli si calma

restando estasiato dalla sua bellezza.

Basilio deve prendere atto che Sigismondo è veramente

il mostro che gli astri avevano profetizzato, così lo addormenta

nuovamente e lo fa ricondurre in prigione.

Risvegliatosi nella prigione, Sigismondo deve ammettere che ha 

sognato, ma l'evidenza di quel sogno, tanto simile alla realtà, fa

nascere in lui una certa confusione tra il sogno e la realtà,

risolvendosi infine nella certezza d'una verità superiore che

diventerà regola per la sua vita futura: tutta la vita è un sogno.

Terzo Atto

Nel terzo atto, alla notizia che al trono sono stati designati Astolfo

e Stella, il popolo insorge in favore di Sigismondo e lo acclama re.

Sigismondo viene liberato dal popolo che lo vuole re e si oppone

al governo di Astolfo. Avviene una battaglia, Sigismondo vince,

cattura Astolfo, Clotaldo e suo padre Basilio.

Quest'ultimo decide di arrendersi al destino, ma Sigismondo lo

risparmia perché ha capito che né nella vita né nel sogno vale la

pena di rovinare la felicità dell'uomo tanto essa è sfuggente e labile.

Sposa Stella e prende le redini del regno. Astolfo sposerà Rosaura.

 
 
 
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