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I neutrini svelano perché splende il Sole

Post n°2003 pubblicato il 03 Marzo 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

05 novembre 2018

I neutrini svelano perché splende il Sole

L'esperimento Borexino, presso i Laboratori

Nazionali del Gran Sasso, ha misurato lo spettro

energetico dei neutrini solari associati alle

reazioni nucleari che alimentano la nostra stella.

Il risultato consente di gettare uno sguardo

nelle profondità del suo nucleo e ha importanti

implicazioni anche per la fisica dei neutrini poiché

offre ulteriore sostegno alle attuali interpretazioni

delle oscillazioni del neutrino

Aldo Serenelli/Nature

astrofisicafisica delle particelle

L'energia viene generata all'interno del Sole

attraverso sequenze di reazioni nucleari in cui

quattro protoni si fondono insieme per formare

un nucleo di elio-4.

Queste sequenze sono accompagnate dal rilascio

di due particelle note come neutrini elettronici.

I modelli suggeriscono che il 99 per cento

dell'energia nucleare rilasciata dal Sole proviene

da tre sequenze di reazione - note collettivamente

come la catena protone-protone (pp) - che sono

innescate dalla fusione di due protoni.

In un articolo su "Nature", la collaborazione

Borexino ha riportato la prima misurazione completa 

dei flussi di neutrini che hanno origine da queste tre

sequenze, basata su un'analisi di oltre 2000 giorni

di raccolta dei dati.

I risultati ci aiutano a comprendere i dettagli di come

e perché splende il Sole.

I neutrini interagiscono debolmente con la materia,

e quindi sfuggono dall'interno del Sole quasi senza

ostacoli, raggiungendo la Terra circa otto minuti dopo.

I neutrini solari offrono quindi uno sguardo diretto nella

fornace nucleare nel nucleo del Sole.

L'esperimento Borexino rileva questi neutrini e determina

la quantità di energia che hanno misurando la quantità

di luce che si produce quando le particelle interagiscono

con l'agente di rivelazione (un liquido organico, chiamato

scintillatore, tenuto sotto terra per ridurre al minimo

la quantità di radiazione di fondo che può interferire

con i segnali del neutrino).

A differenza di tutti gli altri esperimenti sul neutrino

solare, Borexino può misurare le energie dei neutrini

sia ad alta sia a bassa energia, il che rende possibile

studiare la struttura del nucleo solare usando una tecnica

nota come spettroscopia del neutrino.

I neutrini elettronici possono mutare in altri due tipi

(o sapori) di neutrini, noti come neutrini tauonici e

 muonici, mentre viaggiano verso la Terra, un fenomeno

noto come oscillazione di sapore.

L'esperimento di Borexino è più sensibile ai neutrini

elettronici che ai neutrini tauonici o muonici, e quindi

l'oscillazione di sapore dev'essere considerata quando

si usano i flussi di neutrini misurati per calcolare i flussi

prodotti nel Sole.

Tenendo conto di ciò, i collaboratori di Borexino hanno

utilizzato il flusso di neutrini misurati per calcolare la

potenza totale generata dalle reazioni nucleari nel

nucleo del Sole con un'incertezza di circa il 10 per cento,

e hanno scoperto che questa è pari all'emissione misurata

di fotoni, mostrando così che la fusione nucleare è davvero

la fonte di energia nel Sole.

Questo valore, calcolato per la quantità di energia

prodotta dalle reazioni nucleari, è paragonabile ai precedent

i risultati ottenuti combinando i dati di diversi esperimenti

di rivelazione dei neutrini e pone vincoli più stringenti e

indipendenti dal modello sulla sorgente di energia solare.

I risultati hanno anche interessanti ramificazioni per la

fisica dei neutrini. Combinando i loro dati con le

previsioni dei modelli solari standard, i ricercatori

determinano una quantità nota come probabilità

di sopravvivenza dei neutroni elettronici

(che descrive la probabilità che un neutrino elettronico

creato nel Sole sia rilevato ancora come neutrino

elettronico nel rivelatore) per i neutrini prodotti in

quattro reazioni della catena pp.

Le probabilità di sopravvivenza calcolate includono

il miglior valore disponibile per i neutrini a bassa

energia, che corrispondono a un regime energetico

in cui si prevede che l'oscillazione di sapore si verifichi

per lo più in condizioni di vuoto.

determinate per i neutrini a più alta energia, 

i risultati danno un forte sostegno alla nostra attuale

comprensione delle oscillazioni del neutrino, basata

sull'idea che i neutrini a bassa energia cambino sapore

mentre si propagano attraverso il vuoto e che le

oscillazioni dei neutrini ad alta energia siano aumentate

dalle loro interazioni con gli elettroni.

I nuovi risultati fanno luce anche su un paradosso di

vecchia data nella fisica solare, che emerge perché la

composizione chimica del Sole non è ben stabilita.

Le più recenti determinazioni spettroscopiche complete

della metallicità del Sole (l'abbondanza di tutti gli

elementi solari più pesanti dell'elio) hanno prodotto un

valore inferiore del 35 per cento rispetto ai precedenti

risultati spettroscopici.

Curiosamente, quando i modelli numerici dell'interno

del Sole sono costruiti usando il valore inferiore della

metallicità come un vincolo, le proprietà simulate sono

in disaccordo con la nostra conoscenza della struttura

interna del Sole (che è ben caratterizzata da studi

eliosismologici che analizzano le oscillazioni prodotte

dalle onde che si propagano all'interno del Sole).

Ma quando vengono utilizzati valori di metallicità più

datati (e più alti), le simulazioni riproducono molto

bene le proprietà solari.

Questo è noto come il problema dell'abbondanza

solare e mette in discussione la validità degli attuali

modelli di evoluzione stellare, o dei metodi

spettroscopici per determinare la composizione del

Sole, o di entrambi.

Tuttavia, i contributi relativi delle tre diverse

sequenze di reazione nella catena pp, determinati

dall'esperimento di Borexino, possono essere usati

per inferire la temperatura nel nucleo solare, una

regione scarsamente mappata dagli studi eliosismologici.

I risultati di Borexino suggeriscono una temperatura

interna che è coerente con le previsioni dei modelli

che ipotizzano un'elevata metallicità solare.

Tuttavia, Detto questo, non sono ancora abbastanza

precisi da dare una risposta definitiva al problema

dell'abbondanza solare, poiché sia i flussi di neutrini

previsti dai modelli solari a bassa sia quelli previsti

dai modelli ad alta metallicità sono compatibili

con i nuovi risultati.

Nonostante ciò, l'esperimento Borexino potrebbe

fornire una risposta definitiva in futuro.

Circa l'1 per cento dell'energia nucleare del Sole

viene prodotta attraverso catene di reazioni nucleari

note come cicli CNO. Questi cicli sono catalizzati dalla

presenza di carbonio, azoto e ossigeno, e quindi la

loro efficienza dipende linearmente dalla metallicità solare.

Se i flussi di neutrini associati ai cicli di CNO potessero

essere misurati, sarebbe possibile determinare l'abbondanza

di questi elementi nel nucleo solare.

Finora tali misure si sono rivelate difficili per Borexino,

a causa della radiazione di fondo prodotta dal

decadimento radioattivo del bismuto 210 (che si

forma dal decadimento dell'uranio-238, un isotopo

presente in piccole quantità in tutta la materia del

sistema solare). Per affrontare questo problema,

sono state apportate modifiche al serbatoio che

contiene lo scintillatore liquido.

Il rilevamento dei neutrini CNO non solo

consentirebbe di determinare la metallicità del Sole,

ma offrirebbe anche una prova diretta che i cicli CNO

si verificano in natura.

Questo è importante, perché si ritiene che i cicli

CNO siano il meccanismo principale attraverso il

quale le stelle più massicce del Sole generano

energia.

Un altro importante problema in astrofisica è

l'esistenza proposta di meccanismi non standard

per la produzione o la perdita di energia nelle stelle.

Se un tale meccanismo esiste effettivamente, ci

sarà uno squilibrio tra il tasso di produzione solare

dell'energia nucleare e la luminosità (la quantità

totale di energia irradiata come fotoni dalla superficie

del Sole).

La precisione con cui può essere misurata la potenza

generata dalle reazioni nucleari nel Sole dovrebbe

essere aumentata di dieci volte fino all'1 per cento

per consentire una verifica di tale fisica delle particelle

non standard.

Tale precisione potrebbe essere fuori dalla portata

di Borexino, ma potrebbe essere garantita dai futuri

rivelatori di neutrini e di materia oscura su larga scala.

Aldo Serenelli è ricercatore del Dipartimento di

Astrofisica e Scienze planetarie, Istituto di Scienze

 dello spazio (CSIC) e Istituto di studi spaziali

di Catalogna, Bellaterra (Spagna)

L'originale di questo articolo è stato 

pubblicato su "Nature" il 24 ottobre 2018.

Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.

Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.

 
 
 
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