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Dal canto dei criceti alle conversazioni umane
Post n°2050 pubblicato il 28 Marzo 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze 01 marzo 2019 I roditori della specie Scotinomys teguina si esibiscono in caratteristici duetti per il controllo del territorio, alternandosi nel canto. Il comportamento è possibile grazie a due regioni cerebrali distinte, una scoperta che potrebbe servire a capire meccanismi analoghi che regolano le conversazioni tra esseri umani(red) I maschi di Scotinomys teguina, una specie di criceti diffusa in Costarica, hanno un comportamento singolare. Quando si affrontano per il controllo del territorio, due maschi ingaggiano una sorta di "duetto" cantato che segue uno schema ritualizzato: il criceto che viene sfidato reclama la sua posizione con una vocalizzazione. Lo sfidante inizia il suo canto solo dopo che il primo criceto ha finito, e così via, in rapidissima successione. cercato di capire in che modo questi roditori controllano i muscoli che consentono le vocalizzazioni e come tengono conto di quando devono emetterle, in rapida alternanza con l'avversario. Uno studio pubblicato su "Science" da Michael Long della New York University ha concluso che i duetti forniscono preziose indicazioni sulle regioni cerebrali che sovraintendono agli scambi di vocalizzazioni in tutti i mammiferi, compresi gli esseri umani. Un esemplare della specie Scotinomys teguina (Credit: NYU School of Medicine) Analizzando i tracciati elettromiografici, che misurano i segnali elettrici generati dal cervello per produrre contrazioni muscolari, i ricercatori hanno scoperto che per i duetti canori dei criceti erano necessarie aree cerebrali distinte della corteccia motoria: una per il controllo della vocalizzazione e una per sapere quand'è il proprio turno nelle rapidissime serie di interruzioni e riprese delle vocaliz- zazioni. controllano la produzione dei suoni da quelli che ne controllano il ritmo negli scambi con altri individui, l'evoluzione ha dotato il cervello di questi roditori canterini di un raffinato controllo vocale osservato anche nel frinire dei grilli, nei duetti degli uccelli, e forse anche nelle conversazioni umane", ha sottolineato Arkarup Banerjee, coautore dello studio. ancora speculativo, ma le analogie con quanto avviene negli animali sono significative, perché il nostro cervello riesce a generare risposte verbali istantanee utilizzando centinaia di muscoli. Grazie a questo tipo di modelli animali, i ricercatori sperano di acquisire informazioni anche per trovare terapie per i deficit del linguaggio e della fonazione, come quelli tipici dell'autismo o delle conseguenze di un ictus, o di quelli carattieristici di altri disturbi psichici. |
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