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Serpentara P.S.
Post n°2181 pubblicato il 07 Maggio 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: risorse della biblioteca Calcerano L,,Fiori G., Serpentara P.S., La Nuova Italia, 1993, Firenze, pp.308 Comincia sempre con un crimine. Seguono le indagini, condotte con puntiglio e ostinazione da investigatori generalmente sottovalutati dall'assassino. Il gran finale è il chiarimento del mistero e l'arresto del colpevole. In ogni giallo viene fatta giustizia. La cultura di ognuno di noi attinge a piene mani a libri e serie televisive che ri - propongono questo schema fisso. L'ironia e l'ostinazione del tenente Colombo, la bonarietà e la determina- zione d4l commissario Maigret, la serietà e l'umanità dell'ispettore Derrick sono altrettante tipologie del giallo. Il tenente Colombo indaga facendo affidamento sull'osservazione e la logica. Maigret studia il fatto criminoso attraverso i comportamenti e i caratteri degli indiziati; fonda molte delle sue ipotesi sulla psicologia dell'umanità con cui viene a contatto. Derrick detesta la violenza e gli assassini, forse detesta anche il suo lavoro; ogni sua indagine sembra non poter prescindere dal contesto sociale in cui vittime e assassini si muovono. Ma il regno del giallo non è dominato soltanto da commissari e ispettori di polizia. Alcuni dei più grandi protagonisti di romanzi e film polizieschi sono investigatori privati: Sherlock Holmes, Ellery Queen, Miss Marple, Philip Marlowe, Nero Wolfe. Ognuno di loro pratica un suo specifico metodo di indagine. Ognuno di loro ha una sua identità caratteriale che lo distingue nettamente dai colleghi: tanto Sherlock Holmes è distaccato e razionale, quanto Marlowe è introverso e combattuto tra cuore e ragione; tanto Miss Marple non disdegna il pettegolezzo e l'indagine psicologica, quanto Nero Wolfe svolge le sue indagini stando seduto a tavola o curando le sue preziose orchidee. Ogni giallo ha il suo eroe. Neppure i fumetti hanno resistito al fascino del poliziesco, a cominciare dal più accattivante e famoso: Topolino. Nella città di Topolinia, con l'aiuto del pachidermico commissario Basettoni e la collaborazione divertente dello svagato Pippo, del cane Pluto, il nostro tenace topo tiene a bada e neutralizza le imprese criminose di Pietro Gambadilegno e di Macchia Nera. Per ogni eroe c'è un nemico. Al personaggio di Walt Disney non possiamo non aggiungere il buffo Nick Carter, disegnato da Bonvi. E ancora il recente Nick Raider di Sergio Monelli. Il titolo di investigatore, poi, va di diritto a Dylan Dog, romantico "indagatore dell'incubo". Serpentari PS è un giallo: c'è un fatto criminoso, c'è qualcuno che indaga, c'è un manipolo di cattivi, c'è un lieto fine. Ma il romanzo che state per leggere ha un' originalità: la fisionomia dei suoi detectives. Non hanno il fascino romantico di Sam Spade, non possiedono l' ironica trasandatezza di Colombo, non vestono con l'eleganza di Derrick. Non sono detective. Questa originalità è una caratteristica che si ritrova spesso nei romanzi polizieschi italiani. Il modo di raccontare storie in cui il crimine è indagato e incalzato dal detective di turno è spesso ironico, divertito. I detective italiani non capiscono tutto al primo colpo, come succede al tenente Colombo, qualche volta sbagliano e frequentemente le loro indagini subiscono lunghi periodi di stagnazione. I detective dei gialli italiani non amano le prove di coraggio e piuttosto che le scene di un delitto preferirebbero vedere una commedia musicale. I detective dei gialli italiani, insomma, sono un po' sognatori e un po' fifoni e amano la vita più del delitto. Serpentari P.S. è un giallo in cui mancano i detective tradizionali. E non solo: all'inizio manca perfino il crimine! Non mancano, però i criminali. Sono presenti, anzi, al più alto livello: la mafia. Il libro racconta di personaggi che esercitano un potere arrogante e violento, in una società che li tollera. I criminali, in una storia poliziesca, debbono essere affrontati e sconfitti. Certo. Gli autori di Serpentara P.S. hanno pensato che per affrontare e sconfiggere il crimine occorresse anche non farsi intimidire, attaccarlo con le armi dell'umorismo e della satira. Umorismo come necessità, necessità di irridere le ragioni stesse del male. Il romanzo di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori diventa un giallo per effetto degli avvenimenti; i suoi protagonisti diventano investigatori per effetto di una situazione imprevista, il giallo diventa giallo sotto gli occhi del lettore. Ma il romanzo poliziesco ha le sue regole: gli autori hanno costruito un itinerario narrativo che svela progressivamente i misteri della vicenda e chiarisce anche i meccanismi del giallo. Per questo, piuttosto che inserire attività di lavoro, l'opera offre lo spunto per una ulteriore indagine sul romanzo poliziesco, attraverso schede e strumenti di analisi dedicati al genere poliziesco e al rapporto tra cinema italiano e gialli umoristici. I segreti del mestiere di narratore sono illustrati nel colloquio- intervista del come si scrive un romanzo giallo. Una sezione, poi, ricostruisce sinteticamente, l'origine del fenomeno mafioso e presenta gli elementi che caratterizzano il crimine organizzato nella nostra società. Infine, alcuni interventi critici approfondiscono il tema della letteratura gialla in Italia. |
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