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Sulle specie aliene
Post n°2376 pubblicato il 11 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli
Sulle specie aliene di Daniele Paganelli* L'altra sera guardavo un documentario in televisione e, in una delle scene, si vedeva una piccola gazzella (vertebrato carino e tenero) che veniva predata da un ghepardo (predatore implacabile). Una scena molto comune nei filmati naturalistici, ma le persone che erano con me hanno immediatamente reagito quasi con orrore all'uccisione della preda. Nella scena seguente invece si vedeva una zanzara (invertebrato fastidioso per l'uomo a qualsiasi latitudine) che veniva predata da un pipistrello appena emersa dal suo stadio larvale acquatico. In questo caso, però, non c'è stata nes- suna reazione; anzi i pochi commenti nasconde-vano quasi una certa soddisfa- zione nel vedere la zanzara che veniva predata. Come mai molte persone si immedesimano più facilmente nell'animale più fragile, soprattutto se quest'ultimo è "carino" e non ci dà fastidio?Questa è solo una piccola esperienza che sottolinea ancora una volta come l'opinione pubblica reagisca in maniera diversa alla soppres- sione di un vertebrato piuttosto che a quella di un invertebrato. Gestione delle specie aliene invasive Nel caso della gestione delle specie aliene invasive, questo tipo di reazione può rappresentare un problema anche da un punto di vista pratico. Se una specie aliena è "bella e simpatica" e, soprattutto, non ci dà alcun fastidio diretto, perché va eliminata? Anzi: perché non rilasciarla in Natura così da regalarle la libertà?Qui entra in gioco l'empatia verso l'animale, ma anche una certa visione antropocentrica della Natura: l'uomo che aiuta l'animale e gli concede la libertà. Lo stesso però potrebbe essere detto per le azioni di controllo delle specie aliene. La gestione delle specie aliene viene vista da alcuni come l'affermazione del concetto di superiorità dell'uomo nei confronti della Natura. Chi siamo noi per decidere se un animale deve vivere o no? Se ormai gli individui di una certa specie sono presenti in un ambiente, che colpa ne hanno loro? La gestione delle specie aliene dovrà inevitabilmente affrontare questi inter -rogativi di natura etica, individuando la strategia comunicativa più opportuna. Se è stato semplice attivare l'opinione pub-blica su problemi ambientali quali gli sversa-menti di idrocarburi nelle acque, o l'utilizzo di pesticidi tossici, più difficile e complesso sarà convincere il cittadino che anche le specie aliene sono degli 'inquinanti nocivi' che alterano seriamente la biodiversità. Sicuramente sarà un processo lungo ma, continuando l'opera di informazione, le generazioni future potranno meglio comprendere il problema e accettare più consapevolmente le azioni, talvolta drastiche, di gestione delle specie aliene. Il concetto che dovrebbe essere trasmesso è: le specie aliene stanno invadendo i nostri ecosistemi. Ho usato la parola invasione proprio perché questo termine viene quasi sempre percepito dall'opinione pubblica in modo negativo. Fino a che le specie aliene non creano problemi diretti o indiretti all'uomo (vedi gli esempi recenti di Xylella fastidiosa o della cimice asiaticaHalyomorpha halys), è difficile avere l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto che specie aliene, magari pure "carine", impoveriscano la biodiversità di un ecosistema, con danni anche permanenti. |
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