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La lotta contro la malattia del secolo

Post n°2432 pubblicato il 11 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

Il diabete: che cos'è, come

si cura, quello che c'è da

sapere sulla malattia del

secolo

Da che cosa dipende il diabete? Chi colpisce? Come si

riconosce? Perché tutte quelle iniezioni? A tu per tu con

una delle patologie croniche in più rapido aumento e legate

a doppio filo con lo stile di vita: una condizione che è

bene conoscere, perché fattore di rischio per una serie di

altri gravi disturbi.

Diabete è un "termine contenitore" che racchiude un insieme

di sindromi diverse con una caratteristica comune: gli alti livelli

diglucosio nel sangue per un'alterata quantità o per l'inefficacia

dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas che permette

alle cellule di prelevare lo zucchero presente nel sangue e

assunto con l'alimentazione, per utilizzarlo per quello che è,

ossia una fonte di energia.

Quando per qualche motivo questo meccanismo si inceppa,

il glucosio inutilizzato si accumula nel sangue mentre le cellule

si ritrovano senza energia sufficiente per funzionare.

Per poter assorbire il glucosio, le cellule devono avere abbastanza

"porte" per farlo entrare (ossia i recettori) e la chiave giusta per

aprire queste porte, che è l'insulina.

A seconda del tipo di diabete sviluppato, salta una di queste

condizioni.

Quando il pancreas non produce insulina, e quindi ci sono le

porte, ma non la chiave, si parla di diabete di tipo 1.

Se l'insulina è disponibile, ma mancano le porte da aprire si

verifica una condizione detta di insulino-resistenza, una scarsa

sensibilità all'insulina che è l'anticamera e la caratteristica

principale del diabete di tipo 2.

QUANTO È DIFFUSO. Nelle sue varie sfumature, il diabete

(o diabete mellito) è una malattia cronica del metabolismo che

interessa 422 milioni di persone nel mondo (dati OMS 2014), 

1 adulto ogni 11, e che risulta in rapidissima crescita: nel 1980

ne soffrivano 108 milioni di persone, nel 2040 si potrebbe

arrivare a 642 milioni, complice l'alimentazione inadeguata nei

Paesi a medio e basso reddito. In Italia, i casi diagnosticati sono

oltre 3 milioni e 200 mila (dati Istat 2016).

La classificazione più nota delle tipologie di diabete considera

cinque principali varietà: diabete di tipo 1, diabete di tipo 2,

diabete gestazionale, diabete monogenico e diabete secondario

ad altre patologie (fonte: Società italiana di diabetologia).

GIOVANILE. Il diabete di tipo 1 riguarda circa il 10% delle

persone affette da diabete e insorge in genere tra bambini,

adolescenti e giovani adulti di età inferiore ai 40 anni.

Dipende dalla distruzione delle cellule del pancreasincaricate

della produzione di insulina (cellule beta) ad opera di anticorpi

prodotti dallo stesso sistema immunitario del paziente.

È pertanto unamalattia autoimmune legata a un insieme di fattori

ancora non del tutto chiari: a una certa predisposizione genetica

si associano uno stimolo immunologico, come un'infezione

batterica o virale (per esempio il virus della parotite o

ilcitomegalovirus), o anche elementi non infettivi presenti

nell'ambiente.

Così, una banale risposta immunitaria indirizzata a presunti

intrusi entrati nell'organismo può trasformarsi, in soggetti

geneticamente predisposti, nella produzione di anticorpi diretti

verso le proprie cellule beta.

L'organismo cessa di produrre insulina, che pertanto andrà iniettata

ogni giorno per tutta la vita: questa forma di diabete è infatti detta 

insulino-dipendente.

La distruzione delle cellule beta avviene con ritmi diversi: può

verificarsi molto rapidamente (in alcuni mesi) nei giovani e nei

bambini, o più lentamente in alcune forme specifiche, come

in una variante del diabete di tipo 1 chiamata LADA,  in cui

l'attacco autoimmune è più lento e meno aggressivo, e si sviluppa

nell'arco di anni, quando il paziente è ormai in età adulta.

Da naso e bocca fino al sangue: l'inquinamento atmosferico

può interferire con la capacità di tenere sotto controllo la glicemia. 

I sintomi del diabete di tipo 1 comprendono eccessiva e frequente

produzione di urine (poliuria), sete intensa (polidipsia),

stanchezza, perdita di peso nonostante ci si alimenti correttamente.

Dopo l'esordio e una volta iniziata la cura, la somministrazione

di insulina avviene per via sottocutanea, con iniezioni o con un

 infusore(uno strumento che eroga insulina automaticamente

in base alle necessità), prima dei pasti, e predispone a una

condizione di ipoglicemia, l'abbassamento della concentrazione

di glucosio nel sangue: si rende quindi poi necessario l'apporto

di zuccheri attraverso il cibo.

Altro strumento indispensabile per i pazienti diabetici è il 

glucometro, un piccolo strumento portatile che consente di

automonitorare la glicemia prima della somministrazione di insulina,

misurandone i valori in una goccia di sangue prelevata, in genere,

dall'azione di un micro ago su di un polpastrello.

Esistono vari tipi di insulina, che si distinguono in base alla rapidità

d'azione e della durata dell'effetto.

Le complicanze più temute di questo tipo di diabete sono quelle

acute dovute all'assenza totale o quasi di insulina, come l'accumulo

di chetoni, sostanze tossiche del metabolismo messe in circolo

per un meccanismo compensatorio: poiché non può sfruttare

il glucosio, l'organismo prova a ottenere energia bruciando i grassi

(trigliceridi) e ottenendo come sottoprodotti anche sostanze acide,

come l'acetone (il più semplice dei chetoni), che avvelenano il

sangue e possono portare al coma.

Anche un'importante ipoglicemia (un basso livello di zuccheri

nel sangue) può risultare fatale: ecco perché è necessario che amici

e familiari dei pazienti la sappiano riconoscere e siano attrezzati a

fronteggiarla, con una tempestiva e controllata somministrazione di zuccheri.

IL PIÙ DIFFUSO. Il diabete di tipo 2, la varietà più frequente

(circa il 90% dei casi), non è una malattia autoimmune e insorge

per una combinazione di fattori: un difetto della produzione di

insulina (il pancreas ne produce troppo poca per le esigenze dell'organismo)

che si aggiunge a cellule scarsamente sensibili alla sua azione,

che non riescono a utilizzarla.

Quest'ultimo fenomeno, l'insulino-resistenza, può dipendere

da fattori genetici (familiarità), ormonali, farmacologici o legati

allo stile di vita (scarsa attività fisica, sovrappeso, alimentazione

troppo ricca di zuccheri e grassi animali).

Il diabete di tipo 2 colpisce in genere dopo i 40 anni e ha un

esordio meno violento rispetto al diabete di tipo 1: l'iperglicemia

si sviluppa gradualmente.

Se trascurato, dà origine a complicanze che possono ridurre

l'aspettativa di vita, come ipertensione e ipercolesterolemia,

retinopatie, cecità, malattie renali, dei nervi e delle arterie.

È inoltre una delle principali cause di infarto e ictus cerebrale:

nelle persone con diabete il rischio di malattie cardiovascolari

è da 2 a 4 volte più alto che nel resto della popolazione.

I danni causati su arterie e nervi dall'eccesso di glicemia possono

portare a disfunzione erettile, ulcere e gravi problemi di

circolazione e nervosi agli arti inferiori, soprattutto del piede

(piede diabetico, una complicanza che interessa un terzo della

popolazione diabetica, e che se trascurata può rendere

necessaria l'amputazione).

Tra le complicanze a lungo termine del diabete ci sono anche

le frequenti infezioni, tuttavia anche un malessere fisico o

psicologico passeggero (come un'influenza, un lutto o una fonte

di stress personale) può causare un aumento della glicemia nei

pazienti diabetici, e provocare scompensi ai quali è bene essere

preparati.

Chi soffre di diabete di tipo 2 probabilmente in fase iniziale non

ha bisogno di iniezioni di insulina: i livelli di glicemia possono

essere tenuti sotto controllo con una dieta adeguata, la perdita

di peso e l'esercizio fisico, o con farmaci d'uso orale, mentre in una

seconda fase potrebbe esserci bisogno di ricorrere all'insulina.

C'è anche una forma rara di diabete di tipo 2 (cioè non autoimmune)

chiamata MODY che ha un esordio giovanile e si manifesta in

genere entro i 25 anni. È anche chiamato diabete monogenico,

perché dipende dalla mutazione di un singolo gene, e si trasmette

facilmente tra generazioni: tutti i figli di una persona che ne è

affetta hanno il 50% di probabilità di ereditare il gene difettoso e

di manifestare a propria volta questa forma della malattia.

CIRCOSTANZE PARTICOLARI. Il diabete diagnosticato 

in gravidanzaprende il nome di diabete gestazionale: interessa

il 4% circa di tutte le gravidanze e nella maggior parte dei casi scompare

dopo il parto.

Se non diagnosticato e trattato aumenta il rischio di parti prematuri,

digestosi (una sindrome grave caratterizzata dall'aumento di pressione

arteriosa nella donna incinta) e di una serie di altre complicanze per

la madre e per il feto.

Si diagnostica misurando i livelli di glicemia nelle gestanti dopo un

 test da carico orale di glucosio (l'assunzione di 75 grammi di

zucchero in soluzione).

Il diabete può infine sorgere in associazione o in seguito ad altre

patologie, come pancreatiti, epatiti, malattie renali, tumori, disturbi

del sistema endocrino, dopo l'asportazione del pancreas o per effetto

di alcune terapie farmacologiche prolungate (per esempio, con

cortisone). In questi casi si parla di diabete secondario.

PREVENZIONE E CURA. In base alle attuali conoscenze il diabete

di tipo 1 non è prevenibile. Il rischio di sviluppare diabete di tipo 2

si può invece ridurre notevolmente con lo stile di vita: sedentarietà 

sovrappesosono cause di insulino-resistenza, e possono quindi

aumentare notevolmente la possibilità di una diagnosi di questo tipo.

Si pensa che le persone obese corrano un rischio 10 volte maggiore

delle persone normopeso di sviluppare la malattia.

Basta un calo ponderale del 5-10 per cento per ridurre in modo

significativo il rischio individuale, con risultati più consistenti di

ciò che si può ottenere con i farmaci di prevenzione.

L'attività fisica fa consumare glucosio ai muscoli, aumenta la

sensibilità all'insulina e combatte l'ipertensione, una delle maggiori

complicanze del diabete di tipo 2.

Alimentazione sana ed esercizio sono, insieme ai farmaci, anche

parte integrante della cura dei pazienti diabetici, che alla diagnosi

devono affrontare un percorso di educazione terapeuticaper i

mparare a misurare la glicemia, gestire l'insulina, adeguare dieta e

movimento, affrontare i cali glicemici e le complicanze della

malattia. Infine, è bene ricordare che anche l'astensione dal fumo

fa parte delle buone abitudini per la prevenzione del diabete ma

soprattutto delle sue complicanze cardiovascolari.

 
 
 
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