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Una scoperta in Etiopia

Post n°2677 pubblicato il 30 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Etiopia: scoperte orme di bambino di 700 mila anni fa

impronte umane gombore - Etiopia: scoperte orme di bambino di 700 mila anni fa

19 febbraio 2018


Ricercatori Sapienza scoprono orme di bambino risalenti a 700 mila anni fa in

un sito archeologico in EtiopiaIl ritrovamento eccezionale ha pochissimi precedenti:

i siti con impronte umane più antichi di 300.000 anni si contano nel mondo sulle

dita di una sola manoI siti con impronte umane più antichi di 300.000 anni si contano

nel mondo sulle dita di una sola mano e anche per questo la recente scoperta in

Etiopia aumenta in modo significativo le nostre conoscenze.

Si tratta di un livello improntato, perfettamente datato, perché direttamente coperto

da un tufo vulcanico di 700.000 anni fa, di Gombore II-2 sito che è parte di Melka

Kunture, una località dell'alto bacino del fiume Awash, a 2.000 metri slm.

Qui da anni si svolgono le campagne di ricerca di uno dei Grandi scavi di ateneo,

finanziato da Sapienza e dal Ministero Affari Esteri.

La zona scavata corrisponde ad un'area intensamente frequentata, ai margini di

una piccola pozza d'acqua in cui probabilmente si abbeveravano, oltre agli ominidi,

anche animali prossimi agli attuali gnu e gazzelle, nonché uccellini, equidi e suidi;

anche gli ippopotami hanno lasciato tracce dei loro passaggi.


Le impronte umane rinvenute a Gombore II-2.

Le impronte delle varie specie si intersecano tra di loro, e si sovrappongono a

tratti a quelle degli esseri umani, individui in parte adulti e in parte di 1, 2 e 3 anni.

In particolare uno di questi bambini in tenera età propriamente non camminava,

ma era in piedi e si dondolava: la sua è l'impronta di un piede che calpesta

ripetutamente il suolo, rimanendo appoggiato sui talloni.

Ha quindi lasciato impressa una serie di piccole dita (più di cinque) in parte

sovrapposte dalla ripetizione del movimento.

"È stata un'emozione molto intensa" spiega Flavio Altamura, il giovane il giovane

dottore di ricerca, prima firma dell'articolo appena uscito sugli Scientific Reports

di Nature, a cui si deve la scoperta a cui si deve la scoperta delle orme dei bambini

"A Gombore II-2 abbiamo quanto possa esistere di più simile ad una "foto di vita

preistorica". Si può quasi dire che qui abbiamo, 700.000 anni fa, "i primi passi di

un bambino", mentre il resto del gruppo ed altri piccoli si dedicavano alle attività

quotidiane".

Il sito infatti conserva traccia di una serie completa di attività: scheggiatura della

pietra (ossidiana e altre rocce vulcaniche) con la produzione di strumenti litici, e

macellazione della carne di più ippopotami.

C'erano dei carnivori, ma sono venuti solo dopo a cibarsi dei resti lasciati dagli

ominidi.

Infatti, i morsi dei carnivori sulle ossa si sovrappongono alle tracce lasciate

precedentemente dagli strumenti di pietra che avevano tagliato la carne.

Quindi il gruppo umano era in pieno controllo dell'ambiente.


(Foto © K. D'Aout, University of Liverpool)

"Gombore II-2 è importante non solo perché sono rari i siti con impronte

umane, ma perché per la prima volta non abbiamo un semplice "percorso

nel paesaggio", come a Laetoli, per esempio, ma invece un sito archeologico

in cui sono documentate le attività quotidiane nel loro insieme" spiega Margherita

Mussi, coordinatrice dello scavo - "Inoltre, per la prima volta ci sono impronte

di bambini molto piccoli, che indicano la loro presenza costante anche quando gl

i adulti scheggiavano e macellavano.

Sappiamo anche di che specie di ominide si tratta, perché resti fossili di Homo

heidelbergensis - l'antenato comune nostro e dei Neandertaliani - sono stati

trovati a breve distanza, ma in un livello archeologico più antico, risalente a

850.000 anni fa".

La ricerca, coordinata da Margherita Mussi del Dipartimento di Scienze

dell'antichità è frutto degli scavi condotti da laureandi e dottorandi del Dipartimento

stesso.

In particolare, la scoperta è opera del primo firmatario dell'articolo appena pubblicato

sull'argomento, Flavio Altamura, che su questa ha svolto il suo progetto di dottorato

in Archeologia.

Lo studio delle impronte è frutto di una cooperazione scientifica a livello nazionale

e internazionale.Info: www.melkakunture.it

 
 
 
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