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Sostenibilità ambientale

Post n°2802 pubblicato il 21 Aprile 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

SOSTENIBILITÀ

Rigeneration Ecology: il manifesto per

una nuova ecologia

Rigeneration Ecology: il manifesto per una nuova ecologia

Le principali azioni e strategie messe a punto negli

ultimi decenni per proteggere la natura sono state più

volte analizzate all'interno di numerose discipline delle

Scienze Naturali che, nel loro insieme, gli studiosi di

lingua anglosassone chiamano Conservation Ecology 

(o Biology).

In questo vasto percorso scientifico e culturale - da cui

derivano gli interventi concreti "sul campo" che interes-

sano numerosi soggetti pubblici e privati (es. gli enti parco

o le associazioni ambientaliste) -, si riconoscono 3 filoni

principali di intervento:

  1. la tutela, in situ o ex-situ, di specie e habitat residui
  2.  (ovvero, salviamo il salvabile);
  3. la riduzione, la mitigazione o l'eliminazione delle
  4.  sorgenti di impatti (ovvero, arrestiamo-riduciamo
  5.  il degrado);
  6. la ricostruzione ambientale (che va dal ripristino di 
  7. ecosistemi alla reintroduzione di specie).

Se nei primi due casi si gioca ancora "in difesa", nel terzo c'è

il tentativo di contrattaccare per recuperare almeno una parte

di ciò che si è perso.

Eppure, l'approccio è quasi sempre funzionale (si ripiantano

boschi per rallentare le frane in collina, per mitigare gli effetti

dello smog in città o contro l'effetto-serra in genere) oppure, ha

motivazioni etico-filosofiche (si curano e rilasciano uccelli

feriti perché sono belli e ci gratifica il loro ritorno in libertà).

Tutte ragioni utili e magari anche nobili ma che, così come

sono pensate, di rado toccano la questione centrale del problema:

la perdita diffusa di vitalità.

Negli ultimi anni i segnali in tal senso sono sempre più estesi e

preoccupanti: dalla riduzione sempre più accentuata delle fertilità

dei terreni alla presa d'atto di avere colture e vegetazione naturale

sempre più indebolite in tutto il loro ciclo vegetazionale;

dalle sementi che perdono capacità di germinazione dopo pochi

mesi (mentre chicchi di frumento trovati nelle tombe etrusche

sono ancora in grado di generare spighe, dopo 2000 anni)

all'aumento di individui sterili tra diverse specie animali (tra cui

l'uomo), sino a una generale riduzione delle capacità organiche

difensive e immunitarie di numerosi sistemi viventi (dalle singole

specie alle comunità).

Quindi, accanto alle precedenti linee d'azione che ovviamente

andranno alimentate, appare fondamentale sviluppare di più ed

esplicitamente, nuove e più convinte azioni e strategie contro la

devitalizzazione dei processi, in una visione di vero contrattacco

contro tutti i meccanismi degenerativi e biocidi degli ultimi decenni.

L'importanza dell'ecologia conservativa

Pertanto quello che oggi risulta urgente e necessario è un'ecologia

che sia conservativa (della biodiversità) e mitigativa-compensativa

(degli impatti), ma anche, e soprattutto, rigenerativa (Rigeneration

Ecology).

Ovvero, che ponga tra le proprie priorità l'attenzione dei processi

vitali, il loro sostegno e sviluppo.

Troppo spesso, infatti, specialmente in ambito urbano, tale argomento

non viene considerato e si procede con un'eccessiva attenzione alle

funzioni, alle "utilità", o magari anche all'estetica della natura, ma

con un approccio finale eccessivamente meccanicistico e materialistico.

Ovviamente, per fare questo bisogna conoscere meglio la Vita, come

funziona, come si manifesta, come si sostiene.

Una conoscenza che, in un contesto culturale sostanzialmente necrofilo

come quello occidentale, non è di tutti.

Anche nel mondo scientifico moderno sono ancora troppi coloro che

pensano che i processi vitali si possano spiegare solo attraverso una

semplice (si fa per dire) descrizione e comprensione della loro chimica

o della loro genetica.

In realtà c'è molto di più, una dimensione "sottile", energetica, che la

stessa fisica quantistica e i settori più evoluti e aperti della biologia e

della medicina ormai riconoscono.

Gli interventi concreti

In ogni caso gli interventi concreti che sin da ora si possono attuare in

questa direzione sono numerosi e vanno messi a punto di volta in volta:

dall'attenzione al ripristino della piena fertilità dei suoli e dell'acqua, al

 recupero e riutilizzo di vecchie varietà/specie vegetali; dalla selezione

di nuovi taxa più vitali, al trattamento dei semi con le tecniche che ne

sostengano la germinabilità; dalla messa a punto e diffusione estensiva

di opportune tecniche agronomiche e forestali che tengano conto di tali

aspetti (l'agricoltura biodinamica e omeodinamica già lo fanno), sino

alla creazione di neoecosistemi dove l'abbinamento vegetazionale e floristico

ne sostenga la forza vitale nel suo insieme con il riconoscimento di op-

portune associazioni tra le specie.

Senza dimenticare gli aspetti legati all' informazione, formazione e sensibiliz-

zazione dell'opinione pubblica che dovrebbero essere propedeutici nel

supportare le azioni sul campo.

È tempo dunque di rigenerare, è urgente. Facciamolo!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIPRODUZIONE CONSENTITA CON LINK A ORIGINALE E

CITAZIONE FONTE: RIVISTANATURA.COM

 
 
 
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