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Le amare lezioni di storia.

Post n°2854 pubblicato il 02 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Lezioni di storia: peste,

influenza spagnola e vaiolo

Dalla storia delle grandi epidemie un'amara lezione su che

cosa fare o non fare per combattere e fermare la COVID-19,

anche se oggi ci sembra inarrestabile.

Peste neraI medici che curavano gli appestati indossavano una maschera

a forma di becco, dove erano contenute essenze aromatiche e

paglia che fungevano da filtro. | 

MATRIOSHKA | SHUTTERSTOCK  

Con il coronavirus sono montati anche miti e fake news (bufale,

 informazioni errate), diffuse soprattutto attraverso social media.

Per esempio, benché la mascherina non serva a proteggere se

stessi dal contagio, almeno le mascherine più semplici perché i

virus sono "troppo piccoli" per venire bloccati, centinaia di migliaia

di persone (sane) in tutto il mondo si sono precipitate a comprarla.

Le fesserie sono anche di carattere sociale, come la bufala

(fake news) della donna di Wuhan che avrebbe cucinato e messo in

tavola una zuppa di pipistrello, e aperto così la strada al coronavirus.

Anche se i pipistrelli potrebbero (forse) essere all'origine dell'espandersi

dell'epidemia, la storia della "zuppa di pipistrello" nasce nel sud del

Pacifico, non in Cina, per un noto programma di viaggi di una blogger

cinese, Wang Mengyun.

Nonostante gli esperti abbiano lavorato duramente per sfatare molti di

questi miti, quella storia è preziosa per inserire l'epidemia di CoViD-19

 in un contesto che dovremmo conoscere bene.

Cosa che, in teoria, dovrebbe aiutare a ribattere alle falsità e a placare le

nostre paure: insomma, peste nerainfluenza spagnola e anche il vaiolo 

possono insegnarci molto.

 

CORONAVIRUS E ZOONOSI.

 Il coronavirus che ci sta flagellando, l'ormai famigerato SARS-CoV-2

 all'origine della pandemia di CoViD-19, è solo un esempio (uno de tanti)

nella lunga storia delle zoonosi (le malattie che passano dagli animali agli

uomini).

L'addomesticazione del cavallo permise di fare il salto di specie a quello

che oggi è il virus responsabile del comune raffreddore; l'addomesticazione

dei polli causò malattie come la varicella, il fuoco di Sant'Antonio e diversi

ceppi di influenza aviaria; all'origine dell'influenza ci sono i maiali, mentre

 morbillo, vaiolo e tubercolosi vengono dai bovini.

 Quando un virus riesce a saltare da un animale a un umano (il "paziente zero",

il primo capace di infettare i suoi simili), e quella versione del virus a sua

volta riesce a contagiare un secondo individuo, quelle due persone diventano

i primi due vettori umani di trasmissione del virus.

Tre quarti delle malattie infettive sono il risultato di spillover zoonotici (

salti di specie), e il nuovo coronavirus non è un'eccezione.

Il termine "coronavirus" fa riferimento a una famiglia di virus la cui forma

ricorda quella di una corona, e racchiude circa il 10% dei raffreddori comuni

(la principale causa del raffreddore comune sono i rhinovirus).

Nel XXI secolo, i coronavirus hanno compiuto il salto di specie diffondendosi

tra gli umani in tre occasioni, ogni volta causando epidemie mortali:

la SARS (Severe acute respiratory syndrome, sindrome respiratoria

acuta grave) alla fine del 2002, la MERS (Middle East respiratory syndrome,

sindrome respiratoria medio-orientale) nel 2012, e la COVID-19 

(Coronavirus disease 2019, malattia da coronavirus 2019) all'inizio

di questo inverno.

 

CHE COSA CI INSEGNA LA MORTE NERA.

 L'altro microrganismo protagonista della lunga storia delle epidemie

dell'umanità non è un virus, ma un batterio: lo Yersinia pestis, responsabile

dell'epidemia di peste bubbonica scoppiata a metà del XIV secolo, alla quale

ci si riferisce normalmente con l'appellativo di Morte Nera.

Nella memoria storica popolare, l'origine della Morte Nera è spesso associata

alla Cina, ma secondo altri studi sarebbe nata in Asia Centrale (probabilmente

nel Kazakhistan sudorientale), da dove si sarebbe poi diffusa in Cina e

in Europa.

Sottolineare l'origine esatta non è solo un esercizio accademico: si ripercuote

sulla xenofobia che a volte accompagna le epidemie.

Nonostante l'origine della Morte Nera sia spesso associata a topi e pulci, il

vettore originale fu con maggiore probabilità un mammifero, come la marmotta

 (Marmota Blumenbach) o il grande gerbillo (Rhombomys opimus Lichtenstein).

Entrambi sono roditori socievoli: le marmotte misurano dai 30 ai 60 centimetri,

mentre i grandi gerbilli circa 20 centimetri; le marmotte, in particolare,

sono così diffuse che Marco Polo le definì "topi di Faraone".

È probabile che una pulce abbia punto una marmotta o un grande gerbillo, e

che il roditore abbia poi trasmesso il batterio a un umano.

Nel 1894 un'altra pandemia di peste bubbonica originò dalla provincia cinese

sudoccidentale dello Yunnan, e si diffuse poi a Canton e Hong Kong,

raggiungendo Mumbai nel 1896.

Per il 1900 aveva raggiunto i porti di ogni

continente, portata da ratti infetti che viaggiavano sui piroscafi, lungo

le rotte dei commerci internazionali. In trent'anni l'epidemia uccise, solo

in India, 12 milioni di persone.

 

E fu così che iniziarono a diffondersi i cliché xenofobi: le vignette

satiriche e le copertine dei giornali californiani raffiguravano cino-americani

mentre mangiavano topi vivi in abitazioni sporche e affollate.

Come ha scritto Jessica Hauger in un recente articolo

 pubblicato sul Washington Post, «l'idea che i cino-americani rappresentassero

una minaccia per la sanità pubblica spinse le autorità di San Francisco a

mettere in quarantena Chinatown e a effettuare controlli e sgomberi anticostituzionali

durante l'epidemia di peste del 1900».

Allo stesso modo, il Ministero della Salute di Honolulu mise in quarantena la

Chinatown della città, bruciando la spazzatura e innescando un incendio che

distrusse 4.000 abitazioni.

L'epidemia da COVID-19 ha suscitato nuovi interessi per la Morte Nera.

Un articolo del Washington Post avverte che trattare il coronavirus come

la Morte Nera è "pericoloso", sostenendo che in questo modo si tramanderebbe

una falsa "storia dell'epidemia", secondo la quale le epidemie seguirebbero

sempre la stessa traiettoria, sui grafici, e avrebbero lo stesso grado di gravità.

Effettivamente, confrontare la COVID-19 con la Morte Nera non fa altro

che aumentare la paura tra la gente, anche se il patogeno con cui abbiamo

oggi a che fare non è fatale quanto quello che provocò la pandemia

medievale.

 

CHE COSA CI INSEGNA LA SPAGNOLA.

 Dall'influenza spagnola abbiamo appreso lezioni importanti sull'importanza

della trasparenza e sull'efficacia della quarantena.

Quella pandemia, che fu probabilmente di origine aviaria, infettò un quinto

della popolazione mondiale, uccidendo 50 milioni di persone - molte più

delle vittime della Prima Guerra Mondiale - che fu peraltro in parte all'origine

della diffusione del virus nel mondo, per via dello spostamento massiccio

di soldati.

Per quanto riguarda la questione trasparenza, la storia del nome della malattia

è rivelatore. Venne chiamata "spagnola" non perché ebbe origine in Spagna,

ma perché la Spagna fu il primo paese a rendere nota l'epidemia.

Dal momento che la Spagna non prese parte alla Prima Guerra Mondiale, nel

paese non era in vigore la censura di guerra: altre nazioni, al contrario,

avevano censurato la notizia della pandemia.

Leggendo i titoli e gli articoli della stampa spagnola, molti dedussero che

l'epidemia fosse iniziata lì.

Dal canto loro, gli spagnoli pensarono invece che la malattia arrivasse

dalla Francia e la chiamarono influenza francese.

La CoViD-19 è anche il risultato di una mancata trasparenza da parte dei

funzionari di Wuhan, che hanno ignorato e censurato gli avvertimenti iniziali.

La trasparenza è essenziale per ottenere la fiducia dei cittadini, che in questo

contesto è necessaria per controllare l'epidemia.

La fiducia determina se la popolazione crede nelle azioni del governo e ne

ascolta i consigli.

È inoltre necessaria affinché la gente si fidi degli annunci pubblici che

spiegano come evitare di venire infettati.

La Cina e l'Iran, per esempio, trasmettono informazioni sulla salute pubblica

attraverso i canali della tv di stato, e queste misure sono essenziali per

mettere a tacere le chiacchiere ed evitare che il pubblico si affidi a metodi

poco adatti di medicina popolare.

Entrambi gli stati, tuttavia, sembrerebbero aver perso questa battaglia

 per la credibilità, visto l'iniziale occultamento della malattia avvenuto

in Cina, e il mancato riconoscimento dell'abbattimento accidentale di un

aereo civile all'inizio di gennaio in Iran.

 
 
 
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