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Una dramma della preistoria.

Post n°2868 pubblicato il 05 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

L'FBI e il mistero della mummia decapitata

Un'antica tomba egizia violata e una testa rimasta a lungo senza nome

(né genere): ecco come è stato risolto un cold case durato 4.000 anni.

fbi_mummia_decapitataLa testa senza corpo è conservata dal 1921 al Museum of Fine

Arts di Boston. Ma a chi apparteneva? |

 MUSEUM OF FINE ARTS  

I medici forensi del Federal Bureau of Investigation (FBI) potrebbero

avere appena risolto un mistero che si trascina da più di un secolo, e che

riguarda una mummia egizia decapitata vecchia 4000 anni.

L'enigma ebbe inizio nel 1915, quando un gruppo di archeologi al lavoro

nella necropoli di Deir el-Bersha, nella Valle del Nilo (Egitto), riuscì ad

accedere, con l'aiuto della dinamite, a una tomba rimasta fino ad allora

nascosta.

All'interno, una macabra scoperta: la testa senza corpo di una mummia giaceva

appoggiata su una bara in legno di cedro.

QUIETE VIOLATA.

 La stanza, ribattezzata Tomba 10A, era il luogo di riposo finale del governatore

Djehutynakht e della moglie, che attorno al 2000 a.C., nella fase del Medio

Regno, amministrarono una provincia dell'alto Egitto.

Ma più che a un sepolcro, quel luogo somigliava a una scena del crimine: a un

certo punto nell'arco dei 4000 anni precedenti, alcuni ladri di tombe avevano

fatto irruzione nella camera, rubato ori e gioielli e lasciato il corpo decapitato

di uno dei due morti abbandonato in un angolo.

IDENTITÀ MISTERIOSA.

 A chi apparteneva quella salma (o se preferite:

quella testa)? Al governatore o alla moglie? Inutile sperare di capirlo dai

lineamenti del viso. La TAC del cranio avvolto dalle bende, eseguita nel

2005 al Massachusetts General Hospital, rivelò che mancavano gli zigomi

e parte delle mascelle, indispensabili per risalire al genere del malcapitato/a.

Era necessario un esame del DNA, ma estrarne un campione analizzabile

da un corpo rimasto per 4000 anni al caldo, in una tomba, si è rivelata,

nel tempo, un'impresa tutt'altro che semplice, che ha visto fallire diversi

gruppi di ricerca.


L'estrazione di un dente dalla testa della mummia nel 2009: il reperto

era essenziale per le analisi del DNA. | MUSEUM OF FINE ARTS

NELLE MANI GIUSTE. 

Finché il molare della mummia non è arrivato nell'ufficio di Odile Loreille

, a Quantico, Virginia.

Prima di collaborare con l'FBI, la ricercatrice aveva dedicato per 20 anni allo

studio di DNA antichissimo e danneggiato.

Era riuscita a estrarre materiale genetico dai resti di un orso delle caverne

vissuto 130 mila anni fa, aveva lavorato ad alcuni casi di vittime anonime

della Guerra di Corea, all'identificazione di un piccolo naufrago del Titanic

e di due bambini della famiglia Romanov assassinati durante la

Rivoluzione Russa.

IL PROCEDIMENTO.

 Rimasta sola con la testa, Loreille ha perforato il dente, estraendone

alcuni milligrammi di polveri.

Quindi ha mischiato quanto ottenuto con un liquido che le ha permesso

di amplificare la quota di DNA disponibile (ossia creare copie multiple

delle sequenze da studiare), portandola così a livelli più facilmente

analizzabili.

A questo punto, per capire se quello estratto fosse in effetti il DNA

della mummia o soltanto quello dei ladruncoli (e degli archeologi)

che l'avevano toccata, ha valutato quanto il codice genetico che

aveva per le mani fosse danneggiato.

I segni di una forte compromissione - come quella causata da 4000

anni di storia - hanno confermato che si trattava del DNA della

mummia.

MASCHIO O FEMMINA?

 Infine, ha dato in pasto i dati acquisiti ad un software per l'analisi

della percentuale di cromosomi. «Nel caso di femmina ci sono più X.

Nel caso di maschio, X e Y» ha spiegato la scienziata al

 New York Times, che sul caso ha pubblicato un bel reportage.

Il responso è stato inequivocabile: maschio.

Si trattava quindi della testa del governatore.

INCORAGGIAMENTO.

 Al di là della chiusura del caso, il lavoro è stato importante perché

dimostra che è possibile estrarre e analizzare il DNA di reperti anche

molto antichi, come quelli egizi.

È una delle prime volte, ma non la prima in assoluto: proprio lo scorso

anno, la prima estrazione del DNA mitocondriale di mummie egizie

avvenuta con successo ha dimostrato che queste antiche popolazioni

 erano più simili agli attuali mediorientali ed europei che ai moderni

abitanti dell'Egitto (più vicini invece ai popoli dell'Africa subsahariana).

 
 
 
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