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Come sfruttare le potenzialità del Sahara.

Post n°2896 pubblicato il 11 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Quanta energia solare potrebbe produrre il Sahara?

L'irraggiamento solare del Nord Africa è 3 volte superiore alla media europea.

Basterebbe trasformarne una piccola parte in una "centrale solare gigante" per

coprire il fabbisogno europeo. Ma i problemi da superare sarebbero comunque

notevoli.

Una centrale elettrica fotovoltaica nell'Oasi Bahariya, in Egitto.Una centrale elettrica fotovoltaica nell'Oasi Bahariya, in Egitto.

 | SHUTTERSTOCK  

Nel 1986, all'indomani del disastro nucleare di Chernobyl, il tedesco

 Gerhard Knies, esperto in fisica delle particelle, tentò alcuni calcoli sulla

quantità di energia necessaria a soddisfare il fabbisogno dell'umanità,

pensando di sfruttare l'energia pulita, quella del Sole, da raccogliere nelle

zone desertiche del nostro pianeta. Knies stimò infatti che in sei ore i deserti

di tutto il mondo ricevono più energia di quanto l'umanità ne consumi in

un anno.

Secondo il ricercatore, un'area di circa 28mila chilometri quadrati (estesa

poco più della Sicilia), se ricoperta di pannelli solari potrebbe produrre energia

sufficiente alle esigenze europee, riducendo, fra l'altro, la necessità del

Vecchio Continente di importare petrolio e gas da altri Paesi.

L'attenzione, già da molti anni, si è ovviamente concentrata sul deserto

africano del Sahara: talmente esteso che, se fosse una nazione, sarebbe

la quinta più grande del mondo.

MILIARDI DI BARILI.

 Secondo Amin Al Habaibeh, docente di Intelligent Engineering Systems

dell'Università inglese di Nottingham Trent, il deserto del Sahara potrebbe

soddisfare oltre 7.000 volte il fabbisogno elettrico europeo, con una

produzione equivalente a oltre 36 miliardi di barili di petrolio al giorno e

con emissioni di carbonio ridotte quasi a zero.

Dati della Nasa alla mano, Al-Habaibeh considera che ogni metro quadro

sulla Terra riceve ogni anno, in media, fra 2.000 e 3.000 chilowattora

(in sigla KWh) di energia solare. In teoria, quella assorbita da ogni centimetro

dei 9 milioni di kmq del deserto africano potrebbe rendere oltre 22 miliardi

di gigawattora (GWh) all'anno. 


Il mega impianto solare del Marocco. Costruito nel deserto del Sahara,

vicino alla città di Ouarzazate (che significa Porta del deserto),

 Noor 1 è la più grande centrale solare termodinamica del mondo.

Copre una superficie di 1,4 km quadrati (equivalente a circa 200 campi

di calcio). | NOOR/WORLD BANK

DALL'AFRICA ALL'EUROPA. Un GWh corrisponde a 1 x 10^9 wattora

(Wh), l'unità di misura definita come l'energia complessiva fornita se una

potenza di un watt viene mantenuta per un'ora.

Sempre a livello ipotetico, una fattoria solare che coprisse tutto il Sahara

fornirebbe 2.000 volte più energia delle più grandi centrali elettriche del

mondo, la cui produzione non va oltre i 100.000 GWh all'anno.

 La vicinanza geografica del deserto all'Europa rappresenterebbe un ulteriore

vantaggio, considerando per esempio che il più lungo cavo di alimentazione

sottomarino copre 600 km fra Paesi Bassi e Norvegia, mentre la distanza

minima fra Africa ed Europa è rappresentata dai 15 km dello Stretto di

Gibilterra.

 Non sono mancati, fino a oggi, i progetti mirati a estrarre l'energia solare

dal deserto del Sahara: il più clamoroso, Desertec, era stato promosso nel

2009 dallo stesso Knies per realizzare entro il 2050 una vasta rete di campi

di energia eolica e di pannelli solari in Medio Oriente e nel Nord Africa,

connessi all'Europa attraverso cavi ad alta tensione.

Il progetto però si arenò pochi anni dopo, quando gli investitori si

ritirarono per i costi molto alti, oltre che per le inevitabili complessità

di natura politica e commerciale.

Altri progetti sono ora in fase di studio o di realizzazione, con l'idea di

soddisfare in maniera sostenibile innanzitutto il fabbisogno energetico

locale, ma anche una parte progressivamente crescente dell'Europa.

Sono comunque numerosi gli impianti di dimensioni relativamente contenute

che già operano nel Sahara. 

TECNOLOGIE COMPLESSE.

 Le tecnologie utilizzate per produrre elettricità dal Sole sono principalmente

due: la Csp (Concentrating solar power), energia solare concentrata, e i

comuni pannelli solari fotovoltaici.

La Csp focalizza in un punto l'energia solare attraverso lenti o specchi,

accumulando in quell'area un immenso calore che genera elettricità per

mezzo di turbine a vapore: è probabilmente la più indicata per l'ambiente

desertico e le elevate temperature da gestire, ma lo svantaggio maggiore è

che i sistemi di riscaldamento a turbina e vapore non rappresentano

tecnologie semplici da gestire.

 IMMENSO SERBATOIO.

 I pannelli solari fotovoltaici utilizzano invece i semiconduttori per convertire

direttamente l'energia solare in elettricità; sono più pratici da utilizzare, soprat-

tutto in impianti di piccola portata, ma diventano meno efficienti quando si

riscaldano, dunque le temperature diurne del deserto possono rappresentare

un grosso ostacolo.

È da considerare poi come la sabbia trasportata dal vento possa facilmente

ricoprire lenti, specchi e pannelli; nell'uso di entrambe le tecnologie, quindi,

molte componenti necessitano di una costante pulizia, non facilissima nel

deserto a causa della scarsità delle risorse idriche.

Secondo gli esperti, dunque, la soluzione migliore sarebbe quella di integrare

in qualche modo le due tecnologie in un sistema ibrido, in grado di sfruttare

nella maniera più efficiente l'immenso serbatoio di radiazioni solari che

si riversa in uno dei posti meno ospitali del nostro pianeta.

Roberto Mammì per Focus Domande & Risposte

 
 
 
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