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La Luna metallica.

Post n°3143 pubblicato il 02 Luglio 2020 da blogtecaolivelli

 Fonte: articolo riportato dall'Internet
02 LUG 2020 UNA LUNA PIÙ METALLICA

Posted at 08:11h in AstronewsLune e satelliti,

 Sistema Solare by Barbara Bubbi 

Un team di astronomi, analizzando dati della

sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, ha scoperto

che il sottosuolo lunare potrebbe essere più ricco

del previsto di metalli come ferro e titanio.

Lo studio, pubblicato su Earth and Planetary

Science Letters, può contribuire a una migliore

comprensione della formazione della Luna e della

sua connessione con il nostro pianeta.

"La missione LRO e il suo strumento radar

continuano a sorprenderci con nuovi indizi sulle

origini e sulla complessità della nostra vicina celeste",

afferma Wes Patterson del Johns Hopkins Applied

Physics Laboratory (APL) a Laurel, Maryland, tra gli

autori dello studio.

Si ritiene comunemente che la Luna derivi dalla

collisione tra la giovane Terra e un protopianeta di

dimensioni simili a Marte, avvenuta quasi 4 miliardi

e mezzo di anni fa.

Sulla base di questa ipotesi, la composizione chimica

lunare dovrebbe assomigliare a quella terrestre.

Ma non è esattamente così.

Ad esempio, negli altipiani della Luna le rocce contengono

quantità inferiori di minerali metalliferi.

Questa caratteristica si potrebbe spiegare supponendo

che la Terra si fosse già differenziata in nucleo, mantello

e crosta prima dell'impatto, portando alla formazione di

una Luna povera di metalli.

Tuttavia, i Mari lunari, al contrario, presentano

un'abbondanza di metalli più ricca rispetto a quella di

molte rocce terrestri.

Questa difformità rappresenta una sorta di mistero per

gli scienziati e ha portato all'ideazione di varie ipotesi

sul possibile contributo dell'oggetto impattante nella

formazione della Luna.

Utilizzando lo strumento Miniature Radio Frequency

(Mini-RF) a bordo del Lunar Reconnaissance Orbiter

(LRO) della NASA, il team ha misurato una proprietà

elettrica nel suolo lunare accumulato sul fondo di

crateri situati nell'emisfero settentrionale del nostro

satellite.

Questa proprietà è nota come costante dielettrica, un

numero che rappresenta la propensione di un mezzo ad

opporsi all'intensità della forza elettrica al suo interno,

e che potrebbe aiutare gli scienziati a individuare ghiaccio

nelle regioni in ombra dei crateri.

Il team si è accorto che questa proprietà aumenta con la

dimensione del cratere.

Per crateri ampi tra 2 e 5 chilometri, la costante dielettrica

del materiale aumenta progressivamente man mano che il

cratere diventa più grande, mentre per crateri estesi da 5

a 20 chilometri, il valore rimane pressochè costante.

"Si tratta di una correlazione sorprendente, che non avevamo

ragione di pensare potesse esistere", afferma Essam

Heggy dell'University of Southern California a Los Angeles,

primo autore dello studio.

La scoperta apre la strada a nuove possibilità.

Dal momento che le meteoriti che formano crateri più

grandi penetrano più in profondità nel sottosuolo lunare,

il valore più elevato della costante dielettrica nei crateri

più ampi potrebbe derivare dalla fuoriuscita di elementi

metallici situati più in profondità, a seguito dell'impatto.

Se questa ipotesi si rivelasse vera, implicherebbe che la

superficie lunare è povera di ossidi di ferro e titanio

soltanto per poche centinaia di metri di profondità, mentre

il sottosuolo potrebbe esserne ricco.

Utilizzando dati di altre missioni lunari, gli scienziati

hanno trovato conferme a questa ipotesi: i crateri più

grandi risultano anche i più ricchi di metalli.

Secondo i ricercatori, il nuovo studio non può rispondere

direttamente alle domande ancora aperte relative alla

formazione della Luna, ma riduce l'incertezza sulla

distribuzione di ossidi di ferro e titanio nel sottosuolo

lunare, fornendo informazioni importanti per

comprendere meglio la composizione della Luna e la

sua connessione con la Terra.

Image Credit: NASA / GSFC / Arizona State University

 

 

 
 
 
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