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La differenza tra la robotica e l'I.A.
Post n°3148 pubblicato il 03 Luglio 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Ecco che quindi un martello, per quanto sia uno strumento creato dall'uomo per "faticare" al nostro posto, non è un robot perché non ha nessun grado di autonomia, mentre un tornio e un computer, che almeno parzialmente possono lavorare indipendente- mente dall'azione umana, lo sono. L'evoluzione delle cose prodotte dall'ingegno umano, insomma, sembra suggerire un progressivo aumento del loro livello di autonomia. Un altro modo per dirla è che gli oggetti stanno, passo dopo passo, facendo il loro lavoro quasi senza che glielo si debba dire, sempre più volentieri, insomma, stanno facendo a meno di noi umani. Per questo l'automazione e la robotica oggi sono sulla bocca di tutti, perché ci si chiede se gli esseri umani, raggiunto un certo livello di sviluppo tecnologico, serviranno ancora a qualcosa in questo sistema economico o meno. E può sembrare un'esagerazione, una premessa da libro di fantascienza, ma la questione è estremamente seria: in un sistema economico che tende per sua stessa natura al funzionalismo e alla costante ottimizzazione l'azione umana, imprecisa ed emotiva, è già una zavorra superflua e malvista in moltissimi campi. Così, per conseguenza logica, la domanda diventa: le macchinelavoreranno al posto nostro? E se è così, come si manterranno economicamente gli umani "sostituiti" sul posto di lavoro? Quindi, infine, dovremmo avere paura dei robot e dello sviluppo tecnologico? Attenzione però, perché le definizioni sono perfette solo se l'uso delle parole che definiscono lo è altrettanto, ma il linguaggio è sempre scivoloso e pieno di eccezioni e il termine "robot" purtroppo rientra nell'enorme insieme dei termini difettosi. La robotica, infatti, comprende anche macchine che non hanno nessun grado di autonomia. Proprio così, e la telerobotica è forse l'esempio più lampante: un'intera branca della robotica, importantissima in alcuni dei suoi campi più fecondi come quello spaziale e quello militare, in cui non c'è nessun grado di autonomia del robot, ma semplicemente il perfezionamento del suo comando a distanza. La robotica sfugge alla sua stessa definizione e non c'è molto che si possa fare per inchiodarla a un certo dominio specifico. Succede lo stesso a molte discipline, a molte idee e di conseguenza anche alle parole che usiamo per indicarle: scivolano via dai propri confini e si confondono nel disordine della contemporaneità, nella nuvola dei nostri timori e dei nostri dubbi sulla loro correttezza e comprensibilità. Tra questi riferimenti in continuo mutamento, tra questi nostri timori, uno dei termini che più spesso si insinua ad ampliarli e cavalcarli è "intelligenza artificiale" - spesso, addirittura, sovrapponendosi a quello di "robotica". Anche qui c'è un disguido dovuto alla confusione dei significati, quindi anche qui serve una definizione: per intelligenza artificiale (spesso scritta con l'acronimo IA o nella versione inglese AI) si intende quella branca dell'informatica che sviluppa sistemi e programmi capaci di assolvere funzioni che di norma necessiterebbero dell'intelligenza umana. Si tratta di algoritmi che apprendono informazioni, traducono o interpretano linguaggi umani scritti o parlati, risolvono problemi complessi attraverso la logica o il ragionamento. È evidente fin da subito qual è la funzione in comune con la robotica, quella, cioè, di compiere azioni al posto degli umani. Ma è altrettanto evidente quali sono le differenze: l'IA non interagisce necessariamente con lo spazio fisico e si limita a esistere laddove per compiere una certa azione (o per prendere una certa decisione) ci sia bisogno degli aspetti più tipici dell'intelligenza umana, come la capacità di apprendimento o l'empatia. I punti in comune però sono anche pratici: molte IA vengono usate per azionare robot, o intervenire per metterli in funzione o disattivarli. In ogni caso la maggior parte delle IA non ha a che fare con la robotica e anche quando accade, rimane il fatto che le IA impiegate nella robotica non sono che una parte infinitesima del mondo dei robot e delle loro applicazioni. Certo, va detto che uno degli aspetti più interessanti tra quelli che accomunano robotica e intelligenza artificiale è che in questo periodo storico il cosiddetto machine learning, cioè la possibilità di un progressivo apprendimento del sistema o del robot delle informazioni dell'ambiente in cui opera, sta impattando su entrambi i campi. Ma non è davvero una caratteristica che le rende sovrapponibili. Per chiarire quale sia il rapporto tra IA e robotica si possono immaginare due grossi insiemi distinti, ma con una interse- zione che, per quanto piccola, è fatta di elementi interessanti e in rapidissimo sviluppo. Dentro a questa intersezione ci sono, per esempio, gli Artificially Intelligent Robots (AIR), l'unica vera arteria che connette robotica e intelligenza artificiale. Gli AIR sono robot il cui comando è sotto il controllo di una IA interna al robot stesso.(parte 2) |
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