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Una società preistorica "melting pot"

Post n°3507 pubblicato il 12 Novembre 2022 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo integrale dalla Repubblica

libere risorse del WEB

Emirati Arabi, monastero cristiano emerge dalle

dune di un'isola di sabbia:

"È preislamico e testimonia una società melting pot"

Un antico monastero cristiano - che probabilmente

risale agli anni immediatamente precedenti il periodo

in cui l'Islam conquistò la Penisola Arabica, è stato

rinvenuto nei giorni scorsi, in un'isola che si affaccia

di fronte alla costa degli Emirati Arabi Uniti.

Emirati Arabi, monastero cristiano emerge dalle dune

di un'isola di sabbia: "È preislamico e testimonia

una società melting pot".


Il monastero si trova sull'isola di Siniyah, parte di

Umm al-Quwain, uno dei sette emirati, situato nel

nord-est dela nazione.

Il ritrovamento di un complesso religioso antico di

1.400 anni apre una nuova luce sulla storia della

prima fase del cristianesimo lungo i litorali del

Golfo Persico.

Si tratta del secondo ritrovamento del genere avvenuto

negli Emirati in breve tempo.

I due siti religiosi si sono letteralmente perduti -

tra le dune sabbiose del desertp e nella storia - dal

momento in cui i giovani discepoli cristiani si sono

convertiti all'islam che andava via via prendendo piede.

Il cristianesimo rimane comunque presente -

seppure in quote fortemente minoritarie -

nel Medio Oriente, come lo stesso papa Francesco ha

ricordato nella recente visita in Bahrain, un viaggio

la cui missione era quella di promuovere il dialogo

interreligioso nell'area.

Lo stesso Timothy Power, il professore associato di

archeologia dell'Università degli Emirati Arabi Uniti

che ha contribuito alla scoperta del monastero,

descrive lo status odierno del Paese del Golfo come un

"melting pot di nazioni".

"Il fatto che qualcosa di simile stesse accadendo

qui mille anni fa è davvero ragguardevole - racconta

- ed è una storia che merita di essere raccontata".

Il complesso religioso giace sull'isola di Siniyah, sorta

di "scudo" naturale delle paludi di Khor al-Beida, nel

piccolo emirato di Umm al-Quwain, a una cinquantina

di chilometri a Nord-est di Dubai, lungo la costa del

Golfo Persico.

L'isola, il cui nome significa "luci folgoranti" -

verosimile tributo all'effetto del sole quasi sempre

verticale su un paesaggio a forte dominante bianco-

sabbia - consta di una serie di strisce di sabbia che

emerge dall'acqua a mo' di dita storte.

I primi reperti datati con il metodo del carbonio 14

risalgono agli anni compresi tra il 534 e il 636.

Maometto nacque attorno al 570 e morì, dopo aver

conquistato la Mecca, nell'attuale Arabia Saudita,

nel 632.

Visto dall'alto, il pavimento residuo del monastero

suggerisce che quel primi devoti cristiani pregassero

in una chiesa interna a singola navata.

Altre camere sembrano aver ospitato una fonte

battesimale e un forno per cuocere pane e ostie per

la comunione.

Una navata ospitava probabilmente un altare e

una postazione per il vino da comunione.

Prossimo al monastero, c'è un altro edificio con

quattro camere, probabilmente con un cortile

all'interno: probabilmente era la dimora dell'abate,

o forse del vescovo.

Il sito ha ricevuto nei giorni stessi la visita del

ministro della Cultura e della gioventù dell'emirato,

Noura bint Mohammed al-Kaabi, e delo sceicco

Majid bin Saud Al Mualla, il Ceo del dipartimento

del Turismo e dell'archeologia di Umm al-Quwain,

figlio del reggente dello stato.

L'isola rimane infatti uno dei possedimenti della famiglia

"reale" locale: fatto questo che l'ha salvaguardata dallo

sviluppo edilizio che ha investito buona parte del

territorio degli Emirati, favorendo il ritrovamento di un

sito tanto antico e ben conservato.

Il ministero della Cultura degli Emirati Arabi Uniti è tra

gli sponsor degli scavi, che proseguono.

A poche centinaia di metri dalla chiesa, giace una

serie di edifici che gli archeologi ritengono essere parte

di un villaggio preislamico.

Altrove, nell'isola, pile di gusci di vongole lasciate da

parte nella caccia delle perle creano enormi colline.

Ancora, c'è un villaggio che gli inglesi distrussero nel 1820,

subito prima della firma degli accordi che portarono

alla creazione degli Stati della Tregua, precursori

degli attuali Uae.

Proprio in seguito a quella distruzione, nacque l'attuale

insediamento di Umm al-Quwain sulla terraferma.

Gli studiosi sono certi che chiese e monasteri

sorgessero numerosi lungo il Golfo Persico, fino

alle coste dell'Oman e alla via verso l'India.

Esempi simili a quello di Siniyah sono stati scoperti

in Bahrain, Iraq, Iran, Kuwait e Arabia Saudita.

Nei primi anni Novanta del secolo scorso, un team

di archeologi portò alla luce il primo monastero

negli Emirati, nell'isola di Sir Badi Yas, oggi riserva

naturale e sede di hotel di lusso, situata al largo

della costa di Abu Dhabi, non lontano dal confine con

l'Arabia.

Risale grossomodo allo stesso periodo del sito

scoperto in questi giorni.

Le prime evidenze di insediamenti umani tra Umm

al-Quwain e la limitrofa laguna risalgono al Neolitico

e suggeriscono che l'area sia stata abitata

continuativamente dall'uomo da almeno dieci anni a

questa parte, racconta lo stesso archeologo autore

del ritrovamento.

Oggi, tuttavia, l'area è soprattutto celebre per il

negozio di liquori venduti a basso prezzo nel

Barracuda Beach Resort.

Alcuni mesi fa, le autorità locali hanno demolito,

poco lontano dal Barracuda, un enorme aereo-cargo

dell'era sovietica che apparteneva a VIktor Bout, il

famigerato "Mercante della morte", il trafficante

d'armi russo detenuto negli Usa, che Putin cerca con

ogni mezzo di riavere.

Quale che fosse l'uso che il proprietario facesse o

avesse fatto del vecchio Ilyushin IL-76, era ormai

diventato una parte del paesaggio locale, quasi il punto

di riferimento per chiunque volesse trovare lo spaccio

di liquori. Al suo posto, è in arrivo un insediamento

edilizio da quasi 700 milioni di euro.

Power è convinto che il piano di sviluppo edilizio abbia

spronato la ricerca archeologica che ha condotto a

scoprire il monastero, e garantisce che il sito e gli

eventuali altri che saranno scoperti verranno recintati

e protetti, anche se ancora non di ha idea su quali e

quanti segreti rimangano ancora nascosti sotto gli strati

di sabbia dell'isola.

"È una scoperta davvero affascinante, perché un

qualche modo è una storia 'nascosta', qualcosa che

ben pochi sanno", conclude l'archeologo.

 
 
 
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