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DINO BUZZATI

Post n°1759 pubblicato il 11 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

DA WIKIPEDIA

Nel 1933 esce il suo primo romanzo, 

Bàrnabo delle montagne, al quale

segue dopo due anni Il segreto del

Bosco Vecchio. Da entrambe le opere

saranno tratti film a opera di registi

italiani: il primo girato da Mario Brenta 

nel 1994, il secondo da Ermanno Olmi 

nel 1993. Alla fine degli anni trenta

Buzzati inizia a pubblicare racconti fantastici

e surreali sul Corriere e su altre testate

giornalistiche. Il 9 giugno 1940 Buzzati

pubblica il suo più grande successo, 

Il deserto dei Tartari, scritto l'anno

precedente (il titolo originale doveva

essere La fortezza, poi cambiato su

suggerimento di Leo Longanesi, che lo

pubblica da Rizzoli), dal quale nel 1976

Valerio Zurlini trarrà il film omonimo.

Nel 1949 il romanzo esce in Francia

e riscuote un lusinghiero successo.

Nel 1942 Buzzati pubblica I sette messaggeri,

volume che raccoglie i suoi migliori racconti,

usciti negli anni precedenti su varie riviste e

giornali. Negli anni seguenti lo scrittore

pubblicherà prevalentemente raccolte di

racconti fantastici: del 1949 èPaura alla Scala 

e del 1954 Il crollo della Baliverna.

Da queste prime tre raccolte Buzzati estrarrà

i racconti più rappresentativi e, insieme

ad altri testi, li pubblicherà nel volume Sessanta

racconti (1958), che vincerà il Premio Strega.

Sempre nel 1958 pubblica Esperimento di magia.

18 racconti. Non mancano in questo periodo

pubblicazioni di altro genere: un romanzo per

bambini illustrato dallo stesso autore

(La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1945),

una raccolta di racconti e riflessioni brevissime

(In quel preciso momento, 1950), un libro di

valutazioni satiriche (Egregio signore, siamo

spiacenti di..., 1960, con illustrazioni di Siné).

A cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta 

inoltre Buzzati inizia a scrivere per il teatro, ideando drammicommediefarse emonologhi:

del 1953 è il suo unico vero successo in questo

campo, Un caso clinico, commedia tratta dal

racconto Sette piani e riproposta qualche anno

dopo anche al pubblico parigino nella traduzione

di Albert Camus. Le opere successive non

riscuoteranno un effettivo successo di

pubblico ma risultano degli ottimi testi, in

grado di mostrarci le varie sfumature della

poetica dell'autore, in questo caso

prevalentemente satirica: Drammatica fine

di un noto musicista (1955), Sola in casa(1958),

 Un verme al Ministero (1960), I suggeritori

 (1960), La colonna infame (1962) e altri.

Nel 1960 Buzzati torna alla forma del romanzo

e pubblica Il grande ritratto, che riscuote

molto successo dal punto di vista tematico,

meno da quello letterario: viene affrontato

il tema della femminilità, novità rispetto alle

tematiche affrontate fino ad allora dall'autore.

Esso anticipa il più famoso Un amore (1963),

incentrato su una tormentata storia

sentimentale, nella quale si riconoscono

alcune vicende autobiografiche dello scrittore.

Dal romanzo verrà tratto l'omonimo film (1965)

di Gianni Vernuccio.

Nel 1965 il narratore pubblica le sue uniche

opere poetiche: Il capitano Pic e altre poesie, 

Scusi, da che parte per Piazza del Duomo? e 

Tre colpi alla porta. Le ultime due saranno

raccolte due anni dopo in Due poemetti di Neri

Pozza editore, l'intera produzione poetica nel 

1982. Questi componimenti dimostrano l'estrema

versatilità letteraria di Buzzati, che trova nella 

poesia e nel verso libero un mezzo per esprimere

le sue consuete tematiche in maniera del tutto originale.

Nel 1966, dopo otto anni, esce una nuova

raccolta di racconti, Il colombre e altri cinquanta racconti,

seguita due anni dopo da La boutique del mistero,

che raccoglie 31 storie estrapolate da tutte le

precedenti raccolte: è chiara l'intenzione di

Buzzati di raccogliere il meglio della sua

produzione novellistica.

Le ultime opere dello scrittore bellunese

sono il discusso e celebre Poema a fumetti 

(1969), a seguito del quale gli è conferito il

prestigioso premio Amelia 1970, opera a metà

tra un romanzo e un fumetto, che rielabora

il mito di Orfeo edEuridice in chiave pop

Le notti difficili (1971), una raccolta di racconti

ed elzeviri incentrati sulla morte, e

 I miracoli di Val Morel (1971), una raccolta di

dipinti e brevi commenti imperniati su dei finti 

miracoli, che nell'invenzione dell'autore

sarebbero stati attribuiti a santa Rita dalla

tradizione popolare e ispirati alla località

di Valmorel di Limana.

Numerose sono le opere postume, che

raccolgono per lo più racconti mai pubblicati

in volume durante la vita dell'autore ed

estratti dalle copie originali del Corriere e di

altre testate, tra cui Il reggimento parte

all'alba (1985), Lo strano Natale di Mr. S

crooge e altre storie (1990), Bestiario (1991), 

Le cronache fantastiche di Dino Buzzati (2003), 

Il panettone non bastò(2004), I fuorilegge

della montagna (2010) e Il «Bestiario» di

Dino Buzzati (2015). Sono stati editi inoltre

dei libri che assemblano opere già pubblicate

da Buzzati durante la sua vita: Romanzi e r

acconti (1975), 180 racconti (1982),

Le poesie(1982), Teatro (1985, accresciuto

nel 2006), Il meglio dei racconti (1990), 

Opere scelte (1998), I capolavori di Dino Buzzati.

Tra le principali opere biografiche e critiche

dedicate alla vita, alle opere e alla poetica

di Buzzati Dino Buzzati (1967) diFausto

Gianfranceschi, prima monografia dedicata

all'autore, Dino Buzzati: un autoritratto (1973),

un libro-intervista prodotto da Yves Panafieu

sulla base di alcuni incontri con lo scrittore

poco prima della sua morte, Guida alla lettura

di Buzzati (1987) di C. Toscani, Il pianeta

Buzzati (1992) a cura di N. Giannetto, Dio

che non esisti ti prego. Dino Buzzati, la fatica

di credere (2006) di L. Bellaspiga e Album

Buzzati (2006), un'opera biografica a cura di

Lorenzo Viganò, ricca di fotografie in parte inedite.

Vi sono poi le introduzioni e i commenti alle

opere di Buzzati, firmati perlopiù da Lorenzo

Viganò, maggiore studioso dell'opera dello

scrittore bellunese, ma anche da Indro Montanelli,

amico stretto dello scrittore, Guido Davico Bonino,

Giulio Carnazzi, Carmen Covito, Oreste del Buono,

 Franco Di Bella, Fausto Gianfranceschi, Giuliano

Gramigna, Domenico Manzella, Ettore Mazzali,

 Claudio MarabiniGiulio Nascimbeni

Guido PioveneDomenico Porzio, Federico

Roncoroni, Alberico Sala, Claudio Toscani e

Maurizio Vitta.

Un dipinto di Buzzati: La stanza(1968, olio su tela, 70x45).

Il quadro è suddiviso in vari riquadri che

corrispondono ai vari momenti della narrazione.

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