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Post n°2107 pubblicato il 15 Aprile 2019 da blogtecaolivelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Christine de Pizan, o anche Christine de Pisan nata Cristina da Pizzano(Venezia, 1365 - Monastero di Poissy, 1430 circa), è stata una scrittrice e poetessa francese di origini italiane. Poetessa, scrittrice, editrice e filosofa, è riconosciuta come la prima scrittrice di professione in Europa e la prima storica laica di Francia, quattro secoli prima di Madame deStaël. Nelle sue opere liriche e narrative trae spunto dalla propria esperienza di vita, e non dalla tradizione religiosa o mitologica, come era frequente al tempo. Ha redatto una biografia nel 1404 di Carlo V di Francia riportando eventi di cui era stata testimone oculare e consultando fonti bibliografiche. Era a capo di uno Scriptorium in cui riproduceva libri miniati molto apprezzati. È molto famosa inoltre per aver dato inizio alla cosiddetta Querelle des femmes: dopo avere letto due opere rispettivamente di Boccaccio e di Jean de Meun, che difendevano l'idea che la donna è per natura un essere vizioso, consegnò alla regina Isabella un'opera intitolata la Città delle Dame, in cui elencava esempi di donne virtuose e importanti nella storia dell'umanità. Biografia Col nome di Cristina, nacque a Venezia nel 1365 da Tommaso da Pizzano. Il padre era originario di Bologna, dove si era laureato in medicina all'Università e aveva poi praticato anche l'astrologia. Si era poi trasferito a Venezia dove la sua attività di astrologo gli aveva procurato un'ottima reputazione, tanto che ricevette due inviti, uno dal re di Francia Carlo V e uno dal re d'Ungheria Luigi il Grande a lavorare come astrologo nella loro corte. Dopo aver riflettuto a lungo, Tommaso optò per la Francia, dove si trasferì nel 1369 con la moglie e i figli Cristina, Paolo e Aghinolfo. Christine crebbe in un ambiente di corte stimolante e intellettualmente vivace: lo stesso Carlo V, sensibile alle tematiche intellettuali, aveva fondato la Biblioteca Reale del Louvre, a cui Christine aveva libero accesso e che descriverà anni più tardi come «la belle assemblée des notables livres» («la bella collezione di libri importanti»), una biblioteca senza pari in Europa per la quantità e la qualità dei preziosi libri splendidamente miniati. Contro il parere di sua moglie, più tradizionalista, il padre Tommaso le impartì un'educazione letteraria approfondita, assai rara per una donna dell'epoca. Christine componeva poesie e ballate molto apprezzate a corte. Sposò a 15 anni, nel 1379, Étienne de Castel, notaio e segretario del re, con cui ebbe tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno morì in giovane età. Un matrimonio sereno e felice, che Christine rimpiangerà spesso nei suoi scritti: il marito infatti morì per una epidemia nel 1390. Espresse il suo dolore in molte poesie, la cui più famosa è probabilmente Seulete sui. Sola, senza nemmeno la protezione del padre (morto nel 1385) e del re Carlo V (morto a sua volta nel 1380), con tre figli e un'anziana madre da accudire, la famiglia caduta in disgrazia presso il nuovo sovrano Carlo VI, a 25 anni Christine dovette compiere una simbolica metamorfosi, e di sé scrisse «diventai un vero uomo», intendendo con questa metafora il passaggio a una vita più autonoma e responsabilizzata, per i tempi prerogativa esclusiva del maschio. Mentre era impegnata in cause legali e in un'apprezzata attività di calligrafa (era alla testa di una bottega di scrittura, con maestri calligrafi, rilegatori e miniatori specializzati in riproduzioni di libri di lusso), compose in soli due anni Le Livre des cent ballades, che ebbe un grande successo e grazie al quale ottenne protezione e committenze da illustri personaggi, quali i duchi Filippo II di Borgogna e Giovanni di Valois, fratelli del compianto Carlo V, e la regina consorte Isabella di Baviera. Queste protezioni le permisero di dedicarsi esclusivamente alla scrittura e all'attività di poetessa e intellettuale, che ebbe riconoscimenti e attestazioni di stima, ad esempio di filosofi Jean Gerson e Scrisse moltissimo, aiutata da una facilità di scrittura: tra gli altri Le Livre de Corps de Police, in cui incoraggia i principi ad aiutare le vedove (chiaro il riferimento alle sue vicende personali), l'autobiografico L'Avision -Christine, L'Epistre au Dieu d'Amours, in cui condanna chi usando l'amore inganna e diffama le donne, Le Livre de Trois Vertus, ideale continuazione del citato La Città delle Dame, nel quale incoraggia le donne a essere forti e a uscire dagli stereotipi sessuali. Scrisse inoltre una biografia nel 1404 del re Carlo V nel solco della tradizione letteratura medievale degli specula principum, scritti cioè dediti ad educare il futuro sovrano. Dopo il suo ultimo lavoro sulla sua contemporanea Giovanna D'Arco del 1429, il primo entusiastico poema su Giovanna D'Arco e l'unico a essere composto mentre era ancora viva, all'età di 65 anni Christine de Pizan si ritirò in un convento. La data della morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al1430. La Città delle Dame Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame) è probabilmente l'opera più famosa di Christine de Pizan. Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. De Pizan ne rimase sgradevolmente colpita e ne fece una questione da discutere a corte. Pizan presenta invece una società utopica e allegorica in cui la parola dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, De Pizan racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse, scienziate, regine ecc. che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società. Tra le altre Semiramide e Didone, fondatrici di Babilonia e Cartagine, l'eroina Griselda, Lucrezia che si suicidò dopo lostupro e che offre lo spunto per emettere una legge giusta e santa che condanna a morte gli stupratori, Pentesilea che si oppone alla barbarie... Centrale nella Città delle Dame è poi il tema dell'educazione femminile, che Christine de Pizan avvertiva come fondamentale. L'impossibilità infatti di imparare, unita all'isolamento tra le mura domestiche, avevano causato la presunta inferiorità femminile e la sua assenza dalla scena culturale. Ma è una inferiorità di tipo culturale e non naturale, come si desume dai vari esempi che porta la scrittrice (Saffo, Proba, Novella, Ortensia e altre), visto che Ispirato chiaramente a La città di Dio di Sant'Agostino e di agevole lettura nonostante l'alto livello nozionistico e culturale. |
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