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Post n°2205 pubblicato il 23 Maggio 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze Il virus dell'influenza A, responsabile di pandemie come l'influenza aviaria e la febbre suina, durante il processo di r eplicazione nell'organismo infettato produce nella cellula ospite speciali compartimenti per assemblare i segmenti del suo genoma Il virus dell'influenza A si presenta sempre sotto forma di ceppi diversi, evitando così di essere riconosciuto dal sistema immunitario degli animali, in particolare uccelli e mammiferi. agli esseri umani causando vaste e pericolose epidemie e pandemie, com'è avvenuto nel 2009 con il ceppo H1N1 nelle due varianti responsabili dell'influenza aviaria e della febbre suina. Immagine al microscopio elettronico di cellula infettata dal virus dell'influenza A. La tecnica di fluorescenza mette in evidenza le inclusioni virali (in verde, Credit: Sílvia Vale-Costa and Ana Laura Sousa)Maria João Amorim e colleghi del Gulbenkian Institute of Science a Oeira, in Portogallo, annunciano ora sulla rivista "Nature Communication" di aver scoperto il sito all'interno delle cellule infette dove vengono assemblati i genomi di questo virus, un risultato che potrebbe aiutare a prevenire e combattere questo tipo di influenza. sono costituiti da materiale genetico (DNA o RNA) e da un involucro proteico, chiamato capside. Durante l'infezione di una cellula ospite, il virus inietta il suo materiale genetico nel nucleo cellulare, dove può sfruttare il macchinario molecolare della cellula per replicarsi. un genoma suddiviso in otto segmenti, che codificano per 11 differenti proteine. Durante la moltiplicazione del virus, questi otto segmenti vengono replicati molte volte e poi assemblati, il che implica una selezione molto precisa di migliaia di molecole. del materiale genetico è fatta in compartimenti prodotti dal virus nella cellula ospite chiamati inclusioni virali. questi compartimenti non sono delimitati da una membrana, come avviene per esempio nel caso degli organelli cellulari. Invece, le inclusioni virali sono separate dall'ambiente da un processo chiamato separazione di fase liquido-liquido, un po' come avviene quando si produce una macchia di olio sull'acqua: i due liquidi non si mescolano. mescolanza, il materiale genetico del virus rimane segregato in un piccolo spazio: qui risulta più agevole l'assemblaggio successivo delle otto unità che formano il genoma. alternative che potrebbero avere come bersaglio il processo di sintesi del genoma o il luogo in cui si forma", ha spiegato Amorim. "Questo lavoro è innovativo perché è una delle prime osservazioni che dimostra che le infezioni virali utilizzano processi di separazione di fase". terapeutici, ma anche perché, dimostrando il ruolo della separazione di fase nelle infezioni virali, getta un ponte verso altre branche della ricerca biomedica: la separazione di fase è un fenomeno che si sta rivelando cruciale in molti ambiti, tra cui quello delle malattie neurologiche. |
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