Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

blogtecaolivelli

blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli

 

 

« ALTRI LIBRI DA LEGGERE....ANCORA I NEANDERTHAL... »

ALTRI LIBRI DA LEGGERE....

Post n°1793 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

I 15 romanzi italiani

più belli del secolo

Titolo impegnativo. In realtà è una

selezione molto personale. Una pesca

a setaccio nel cassetto dei ricordi.

Da prendere con un po' di ironia

- 25 maggio 2018

Questo è un articolo-selezione che si

arricchisce di altri cinque titoli. Michele

Lauro li ha aggiunti a quelli che avevamo

marchiato, con un po' di ironia arricchita

però da scelte rigorose, come "i più belli

di questo secolo" (peraltro incominciato

da poco, quindi lo sviluppo e le aggiunte

sono inevitabili). Ora dunque ne abbiamo 15.

I primi che trovate qui sotto sono le

nuove aggiunte, precedute da una piccola

introduzione. Poi ci sono gli altri dieci,

scelti nel 2016.

POST-ILLA 2018

Il gioco prosegue in un mercato

editoriale che sembra confermare

l'evoluzione di una Editoria senza editori,

come intitolò il suo saggio di inizio millennio

André Schiffrin. Oltre 60.000 titoli l'anno

pubblicati in Italia: l'omologazione dell'industria

culturale coincidente con la rarefazione

dei lettori e con un bisogno crescente di

scelte, suggerimenti, selezioni, suggestioni.

Per chi volesse allargare il raggio delle

scintille provenienti dalla rete, segnalo

tre opere critiche brillanti e illuminate che

indagano il panorama della narrativa

contemporanea spingendosi con coraggio

fino alle soglie del presente: La terra della

prosa di Andrea Cortellessa (2014), dedicato

ai narratori italiani degli anni zero (1999-2014),

Il romanzo italiano contemporaneo di Carlo

Tirinanzi De Medici (2018), ricognizione

critica dagli anni Settanta a oggi, e La letteratura

circostante di Gianluigi Simonetti (2018),

che abbraccia in un'unica, ampia visione

narrativa e poesia dell'Italia contemporanea.

La vita in tempo di pace, di Francesco Pecoraro (2013)

Storia, natura, filosofia, scienza e fantascienza

partecipano all'architettura di un romanzo-saggio

poderoso, ambizioso, disturbante, manifesto

del decadentismo europeo di fine Novecento

ed esegesi degli ultimi sessant'anni di storia

italiana: il tempo di pace, appunto.

Attraversa questo tempo un antieroe dai tratti

vagamente sveviani, il settantenne Ivo

Brandani, "vecchio maschio silente" che in

un futuro prossimo si trova imprigionato per

caso nell'aeroporto egiziano di Sharm el Sheik.

La condizione di attesa nel non-luogo per

antonomasia diventa lo spazio ideale per

una riflessione: cosa nell'arco della mia

esistenza ha resistito alla cancellazione

del tempo?

Il tedium vitae di Ivo, ingegnere appassionato

di aerodinamica dei velivoli da guerra, nevrotico,

insicuro, ossessivo, abbandonato alla panacea

chimica del Tavor, si manifesta nell'incontro-

scontro fra l'armonia della matematica e il

caos del mondo reale, e nello scacco

affettivo dovuto alla generale ostilità del

genere umano. I quadri esistenziali scorrono

sullo sfondo di una società - l'Italia del dopo-

guerra - fondata prima sul miracolo economico

e poi sulla finzione del cambiamento, con la

massa dei piccolo-borghesi che avevano

creduto nella rivoluzione soggiogati dal potere

e dall'eros tanto quanto i potenti che aveva

creduto di combattere. È una visione mostruosa,

orwelliana e insieme iperrealistica: lo scannarsi

di tutti contro tutti, schiavi del desiderio,

assuefatti alle leggi del consumo.

Ma nella notte di Roma, antica culla di civiltà

preda del darwinismo sociale, abbagliano

qua e là paesaggi e atmosfere purissime.

Memoria di una bellezza e di una giovinezza

estinte, rimembrate in pagine commosse.

Francesco Pecoraro
La vita in tempo di pace
Ponte alle Grazie
509 pp.

PUBBLICITÀ

Le otto montagne, di Paolo Cognetti (2016)

Raro caso in cui la buona letteratura

diventa quasi subito un successo decretato

anche da tanti giovani lettori, sfatando

perfino il tipo di diffidenza con cui Giorgio

Manganelli era solito accogliere l'imprevisto

bestseller ("mi insospettisce... ci dev'essere

qualcosa che non va"), è un romanzo molto

fisico che poggia su un substrato spirituale

profondo, nel solco delle grandi storie di

formazione, virato sul doppio registro

ambientale ed esistenziale.

Città e montagna - e il viaggio di andata e

ritorno dall'una all'altra - sono come in tutte

le storie di Cognetti la metafora dell'uomo

che fatica a venire a patti col suo stare al

mondo: le crepe nei legami familiari, i figli

che si ritrovano sulle tracce dei padri proprio

mentre pensavano di averla scampata, il

desiderio di fuga dalla civiltà urbana che

è poi fuga da sé stessi, da quell'io che non

ci appartiene più. E come l'intenso diario

che l'ha preceduto, Il ragazzo selvatico,

Le otto montagne si pone agli antipodi

della bucolica lucreziana.

È popolato da stambecchi e volpi, mucche

cani pastori in antica simbiosi. Ci sono tronchi,

scarpate, baite e ruscelli. Si prova la libertà

di andare dove non c'è il sentiero e la

commozione per le "cose fondate sulla

propria forma e basta", come diceva in un

verso Seamus Heaney. Ma è un attimo

scivolare sul ghiaccio come dentro il disagio

e la fatica, cedere alla spossatezza per

l'interminabile inverno, per le relazioni

inevitabilmente spezzate. Nel finale, lo

scrittore apre lo sguardo a Oriente - l

e valli del Nepal - dove la montagna non è

matrigna né madre né un'icona da conquistare

o riconquistare, ma semplicemente la giostra

del tempo in cui un'umanità senz'ansia di futuro

ruota da sempre. Lo spunto perfetto per un

nuovo racconto.

Paolo Cognetti
Le otto montagne
Einaudi
208 pp.

Neve, cane, piede, di Claudio Morandini (2016)

Romanzo breve sospinto a una breve

notorietà dalla brezza del passaparola,

narra una storia di eremitaggio e poi di

convivenza forzata fra uomo e cane, in

una valle aspra di montagna preclusa ai

camminatori della domenica. È il cane

che ha scelto l'uomo, Adelmo Farandola,

un vecchio scontroso che si è ritirato in

baita, insensibile alla dignità alla memoria

e agli odori che fanno di un uomo un uomo.

Il cane invece ricorda tutto e annusa tutto.

Con pazienza la coppia aspetta la fine

dell'inverno raschiando il sudiciume dalle

stoviglie e ingaggiando una sfida quotidiana

contro i nemici dell'alta montagna: Freddo

Fame Sonno. Dialoghi plausibilissimi tra

bestie (tra uomo e bestia) violano il silenzio

delle pietraie, scompigliando i contorni tra

sogno e realtà in una zona franca appena

sfiorata dai borborigmi del ghiaccio.

Finché il rito del disgelo tinge la fiaba prima

del bianco - una slavina arriva ad annunciare

l'ubriacatura del rinnovamento - e poi del

nero, e una misteriosa sagoma pian piano

prende forma là dove sembrava esserci

soltanto neve. Sospesa tra immanenza e

metafisica, claustrofobia e vertigine, inquietudine

e rassegnazione, questa fiaba ha generato

nel 2017 un aguzzo spin off intitolato

Le pietre, sempre ambientato in montagna

e ugualmente chirurgico nello smascherare

l'idealità compromessa della wilderness al tempo

del global warming e del turismo di massa.

Claudio Morandini
Neve, cane, piede
Exòrma
138 pp.

Kobane Calling, di Zerocalcare (2016)

Romanzo grafico dallo straordinario spessore

umano e artistico, racconta i due viaggi nel

Kurdistan siriano-iracheno del fumettista

di Rebibbia (novembre 2014 e luglio 2015):

facce, scarabocchi e parole dedicate a un

popolo che ormai da tempo lotta per la

liberazione dagli oppressori turchi e contro

l'avanzata del Califfato. Un nonreportage,

così l'ha chiamato l'autore, che sarebbe

piaciuto a Tiziano Terzani, maestro di giornalismo

sul campo la cui militanza contro le ingiustizie

si è sposata con la ricerca di sé. Questo

doppio registro, consueto nelle opere di

Zerocalcare, in Kobane Calling raggiunge

forse l'acme della poesia, rimanendo fedele

a un linguaggio punk fatto di dialoghi ficcanti,

immagini nette, similitudini abrasive ("sei mai

stato a Mediaworld la mattina del 24 dicembre?

ecco, la porta di Semelka, al confine

con la Siria, è così. Moltiplicato per mille")

con cui l'autore introduce alla cultura sociale

curda: un confederalismo democratico

radicale basato sul diritto alla vita, sulla

convivenza pacifica di etnie diverse, s

ull'uguaglianza di donne e uomini.

L'attraversamento del Tigri per entrare

in Rojava su una piccola barca a motore

è fra i momenti più emozionanti.

Di là ci sono lo stesso fiume, gli stessi 50

gradi, lo stesso niente intorno. Eppure

qualcosa è diverso. Saranno gli occhi di

Ezel che brillano come quelli di una che sta

tornando a casa, o forse "sarà il fatto che

abbiamo attraversato mezzo mondo,

preso aerei, pullman, barche... contro

i pareri di quasi tutti quelli che conoscevamo...

" In una tavola emblematica Kobane è

ritratta dal tetto di un palazzo, con un cuore-

cattedrale che pulsa in mezzo alle case

scalcinate e alle macerie. Un cuore pieno

di toppe, di cicatrici. Un cuore enorme.

Come se in quella tragedia che non

raccontano più nemmeno i telegiornali,

come se nell'altrove più altrove vedessi

improvvisamente anche te stesso,

rannicchiato insieme agli altri esseri

umani sulla faccia della terra.

Se c'è un messaggio celato in questo

libro d'avventure anche interiori, un

messaggio completamente antiretorico,

è che per trasformare la nostra mentalità,

cioè liberarsi dai clichè, dai condizionamenti,

è meglio non accontentarsi di idealismi

prefabbricati ma uscire dal recinto, andare

a vedere di persona la vergogna dell'umanità

in uno dei tanti musei a cielo aperto.

Per tornare col dubbio che forse, di

quello che è stato lasciato accadere,

siamo un po' tutti responsabili.

Zerocalcare
Kobane Calling
Bao Publishing
261 pp.

Bella mia, di Donatella Di Pietrantonio (2013-2018)

Ripubblicato nel 2018 con una post-

fazione dell'autrice che nel frattempo

ha (meritatamente) vinto il Campiello

2017 con L'arminuta, è ambientato

a L'Aquila, città sfasciata da quella

"epilessia della terra insorta" che nel

2009 lasciò molti sopravvissuti - come

la protagonista di questa storia - in

balia di una vita provvisoria fatta di

acronimi, nevrosi, rimpianti.

Fra le crepe dei palazzi, un ragazzo

riccioluto con la maglietta dei Nirvana

si presenta a Caterina, chiamata dal

destino a elaborare il lutto per la perdita

della gemella e insieme a sostituirla

nel ruolo più insostituibile: la madre di

un adolescente. In un climax ad alta

tensione emotiva, prende forma un

malessere ben più antico della sciagura

sismica, legato all'archetipico scontro tra

femminilità e sorellanza. Un malessere

arcaico che si accompagna alla vergogna,

al senso di colpa per l'ingiustizia della

sopravvivenza, come accade quando il disegno

del caso appare così insensato e crudele.

Ispirato da una canzone popolare abruzzese,

Bella mia riesce nel piccolo miracolo di

tramutare l'angoscia in consapevolezza

("ho amato mia sorella come la parte di me

che non sono riuscita a essere") e la solitudine

in una alleanza di esseri viventi (esseri umani,

animali) dentro lo stesso paesaggio ferito.

Anime rattrappite, traumatizzate, con la

naturale propensione alla socievolezza

ridotta a un lumicino sottile, da tenere

acceso a ogni costo. Così la mitopoiesi

del sisma si trasforma in un grido collettivo

d'amore.

Donatella Di Pietrantonio

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/blogtecaolivelli/trackback.php?msg=14044915

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

vurlaprefazione09m12ps12vittorio.59dony686miriade159tirchio2000blogtecaolivelliellistar2012Draiostre.sa47bibanna545annamatrigianoLoneWolf1822
 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

TAG CLOUD

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963