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"La Gerusalemme Liberata" di T.Tasso

Post n°1861 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

I nemici principali dei cristiani

Ismeno: sacerdote e mago dei turchi, il quale convoca la bellissima

giovane e seducente Armida per gettare scompiglio sui cristiani.

Ismeno per celebrare un suo rito satanico contro l'esercito di Goffredo

cerca di celebrare anche un sacrificio pagano, volendo bruciare vivi

i ragazzi Olindo e Sofronia. Però questi all'ultimo momento vengono

salvati da Clorinda.Argante: reggente della Gerusalemme conquistata

dai turchi, alleato fedelissimo del re Aladino. Originariamente giunse

come ambasciatore dall'Egitto per proporre un accordo coi cristiani

ma, cacciato da Goffredo, si alleò con i musulmani. Alla fine del poema

viene ucciso da Tancredi.Aladino: re di Gerusalemme, legittimo nemico

della cristianità e di Goffredo. Ordina gli attacchi contro l'esercito nemico,

servendosi anche della maga Armida. Alla fine del poema viene ucciso

dal cristiano Raimondo.Idraote: mago e indovino, governatore di Damasco

e delle città limitrofe. È zio di Armida ed è lui a decidere di mandarla

presso il campo cristiano.

La lingua

Lo stile del Tasso si distingue per un "parlar disgiunto", per un

verseggiare rotto da frequenti figure retoriche e metriche:chiasmoenjambement, inversione, antitesianadiplosiallitterazioneanafora. I versi sono spezzati

all'interno da forticesure. Ad esempio a proposito di Clorinda e Tancredi il

Tasso scrive: "Segue egli impetuoso, ||onde assai prima /che giunga, in guisa

avvien ||che d'armi suone, / ch'ella si volge e grida: ||"O tu, che porte,

/ che corri sì?".||Risponde:||"E guerra e morte"./ "Guerra e morte avrai", ||disse...

Sono presenti due enjambement tra il primo e il secondo verso e tra il terzo

ed il quarto; allitterazione di "g" e "n" nel secondo verso; anafora di "che"

nel secondo, terzo e quarto verso; anadiplosi in "guerra e morte" tra i due

versi. Cesure evidenti ci sono a metà dei versi.

Edizioni

Gerusalemme liberata

Tasso aveva completato l'opera nel 1575, ma fu poi riluttante a darla alle

stampe, a causa di scrupoli morali che, uniti a disturbi nervosi che andavano

via via aggravandosi, gli imponevano una revisione ossessiva del testo.

Per questo lo sottopose al giudizio di amici, letterati e religiosi, tra cui 

Sperone SperoniFlaminio de' NobiliScipione Gonzaga e Silvio Antoniano.

Sottopose il poema persino all'Inquisizione, ricevendo due sentenze

di assoluzione.

Tuttavia, nel 1580, mentre era internato nell'ospedale di Sant'Anna,

fu pubblicata una prima edizione scorretta e non completa da 

Celio Malespini, a Venezia, presso l'editore Cavalcalupo e senza

il consenso dell'autore. Tale edizione era mutila dei canti XI, XIII,

XVII, XVIII, XIX, XX (il XV e il XVI erano incompleti) e recava

il titolo diGoffredo. Tasso ne ebbe gran dispiacere, e l'amico 

Angelo Ingegneri si mise subito al lavoro per restituire una versione

più vicina all'originale. Sulla base di un manoscritto che aveva copiato

Ferrara nell'inverno precedente l'edizione malespiniana, diede alla

luce due edizioni del poema, questa volta con tutti i canti. Fu lui a

cambiare il titolo dell'opera, che diventò così La Gerusalemme liberata.

Tuttavia, per avere la migliore versione occorreva il consenso

dell'autore, e, pur riluttante, Tasso diede a Febo Bonnà la propria

approvazione. Così, il 24 giugno1581 l'opera usciva per i tipi ferraresi

di Baldini, con dedica al duca Alfonso II d'Este. Seguì subito una

seconda edizione dello stesso Bonnà, ancor più precisa e corretta.

Più tardi, nel 1584Scipione Gonzaga, letterato amico di Tasso

che disponeva di più versioni in virtù delle revisioni cui aveva

sottoposto il poema per volere di Torquato, approntò una nuova

edizione, che apparve diversa dalla precedente per alcuni interventi

di censura, operati sia dal curatore sia dall'autore stesso.

Fu questa la versione che si affermò presso il pubblico.

Molto celebre è stata l'edizione del 1590 stampata a Genova 

da Girolamo Bartoli, con annotazioni di Scipione Gentili (1563-1616), 

Giulio Guastavini (m. 1633) e le tavole di Bernardo Castello (1557-1629).

Quest'ultimo sottopose le illustrazioni al giudizio dell'autore, che le

apprezzò, lodandole in un sonetto.

Il poema riscosse subito grande successo, testimoniato dalle numerose

ristampe che si susseguirono negli anni successivi. Il testo su cui esse

si fondavano era quello del 1584, mentre oggi le edizioni critiche

riproducono il testo non censurato del 1581. I numeri confermano

l'estrema popolarità di cui l'opera godette sin dalla fine del Cinquecento:

la Gerusalemme fu edita trenta volte nella parte finale del XVI secolo,

centodieci volte nel XVII, centoquindici nel XVIII e addirittura

cinquecento nel XIX.

Come era già accaduto per l'Orlando Furioso, il poema tassesco si

diffuse a tutti i livelli sociali, e anche le persone più umili ne sapevano

parecchi versi a memoria. Interessante risulta un aneddoto riportato

dal Foscolo: trovandosi una sera aLivorno, vide una brigata di galeotti

che rincasavano dopo la giornata lavorativa, recitando i versi della

preghiera dei crociati prima della battaglia.

Nell'Ottocento Severino Ferrari, uno dei più validi allievi del Carducci 

e insigne filologo, migliorò ulteriormente l'opera, avvalendosi dei dettami

della moderna filologia, nata con il metodo del Lachmann, e

rifacendosi alle edizioni del Bonnà.

Riprese dell'opera

La Gerusalemme si pose immediatamente come modello del poema

eroico e costituì il punto di riferimento per le generazioni di poeti

successive: Giulio Natali rilevava nel 1943 come l'opera fosse stata

imitata un centinaio di volte prima che La secchia rapita di Alessandro

Tassoni parodiasse il genere, dando vita al poema eroicomico.

La Liberata si diffuse subito anche fuori dalla penisola: si racconta

come la regina d'Inghilterra, Elisabetta, si rammaricasse di non avere

a disposizione un autore come il Tasso, e neanche le traduzioni

si fecero attendere: la Gerusalemme ebbe presto varie versioni in

latino e nelle principali lingue europee.

Le riprese hanno naturalmente valicato i confini della letteratura:

il compositore secentesco Jean-Baptiste Lully musicava una celebre 

Armida, su libretto di Quinault, nel secolo precedente il Rinaldo 

händeliano. Pregiatissimo il pur breve componimento monteverdiano 

intitolato Il combattimento di Tancredi e Clorinda (1624).

Tra i personaggi del poema, quello della donna ammaliatrice,

Armida, ha dominato la scena del melodramma nel Settecento:

l'elenco di autori che l'hanno scelta come protagonista di una loro

opera è molto lungo e anche solo una selezione di nomi può rendere

l'idea dell'importanza del fenomeno: Albinoni (con due opere), 

VivaldiJommelli (tre riprese), TraettaSalieriSacchiniGluck,

Cherubini e Haydn.

Armida ricompare, anche se con minor frequenza, nell'Ottocento:

è celebre l'Armida rossiniana, ma una certa rilevanza ebbero anche

l'opera seria di Francesco Bianchi - le cui parole furono scritte da 

Lorenzo da Ponte - che andò in scena alKing's Theatre di Londra

 (1802), Armida e Rinaldo, dramma in musica dell'aversano -

e nipote dello Jommelli - Gaetano Andreozzi (1802),

rappresentato per la prima volta al S. Carlo di Napoli, e Rinaldo

e Armida, ballo eroico del coreografoLouis Henry (1817prima 

scaligera).

In età romantica, Armida fu affiancata, nell'immaginario di librettisti

e compositori, dal personaggio di Erminia. Alla dolce principessa

saracena innamorata di Tancredi (protagonista a sua volta nel 1812 

di un'opera seria di Stefano PavesiLuigi Antonio Calegari dedicò

una farsa giocosa in un atto (1805) e Antonio Gandini un'opera

lirica (1818).

In ambito letterario bisogna citare almeno l'Enriade di Voltaire e

la Messiade di Klopstock, che ebbero nell'opera tassesca il modello principale.

Riletture contemporanee

La storia di Tancredi e Clorinda - già oggetto di un madrigale di 

Claudio Monteverdi - è stata ripresa in chiave interculturale

nella omonima canzone con musica dei Radiodervish e testo

di Michele Lobaccaro, pubblicata nel disco Beyond the sea

 del2009.

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