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« La plastica da bere.... | Alcuni ritrovamenti fossili..... » |
Post n°2963 pubblicato il 23 Maggio 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Il più antico attacco di un calamaro Un fossile di 200 milioni di anni è la più antica prova di attività predatoria in una creatura simile a un calamaro: una caccia sfortunata. Immagine ravvicinata della testa danneggiata e del corpo di un pesce, forse un arringa, finito tra le grinfie di un calamaro, 199 milioni di anni fa. I tentacoli del cefalopode sono visibili in nero attorno alla preda. | MALCOLM HART, PROCEEDINGS OF THE Una battuta di caccia finita tragicamente è rimasta impressa a perenne memoria in un fossile: il reperto, che risale a un periodo compreso tra 190 e 199 milioni di anni fa, mostra il più antico attacco di una creatura simile a un calamaro mai documentato. La roccia era stata recuperata nel corso del 19esimo secolo dalla Costa Giurassica dell'Inghilterra meridionale, un tratto di litorale che conserva strati geologici e fossili di Triassico, Giurassico e Cretaceo (250-65 milioni di anni fa). Ora, un gruppo guidato paleontologi dell'Università di Plymouth l'ha rianalizzata , in un articolo da poco accettato per la pubblicazione su Proceedings of the L'intero fossile mostra il corpo del calamaro sulla sinistra e i suoi tentacoli che circondano la preda, sulla destra. Clicca sull'immagine per ingrandire MALCOLM HART/PROCEEDINGS OF THE GEOLOGISTS' ASSOCIATION TROPPA FOGA. Il fossile testimonia il brutale attacco da parte di una creatura identificata come un Clarkeiteuthis montefiorei (una specie di calamaro) a un animale simile a un'aringa (Dorsetichthys bechei): un approccio così violento da lasciare il piccolo pesce con la testa fracassata e uccidere allo stesso tempo anche il predatore - morto mentre aveva ancora i tentacoli avvolti attorno alla preda. La costa vicino a Charmouth nel Dorset, Regno Unito, dove sono stati ritrovati un gran numero di importanti fossili, compreso quello del primo attacco di un "calamaro". | LLOYD RUSSELL/UNIVERSITY OF PLYMOUTH LA STESSA FINE. Secondo i ricercatori, il calamaro avrebbe calcolato male la capienza della sua bocca e finendo così ucciso dalla sua stessa preda, rimastra incastrata tra le fauci: incapace di reagire si sarebbe depositato sul fondale, rimanendo invischiato tra i sedimenti. Un'altra ipotesi è che il calamaro abbia trascinato sul fondale il suo bottino per evitare di cadere tra le grinfie di un animale più grande: finì tuttavia per arenarsi in uno strato povero di ossigeno, dove morì insieme alla preda |
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