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La bella produzione di C.Cassola

Post n°3419 pubblicato il 12 Giugno 2021 da blogtecaolivelli

La ragazza di Bube (romanzo)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Autore

Carlo Cassola

1ª ed. originale

1960

Genere

Romanzo

Lingua originale

italiano

Ambientazione

Val d'ElsaVal di CecinaToscana, 1946-1948

Protagonisti

Mara

Coprotagonisti

Bube

Altri personaggi

Castellucci 
Liliana 
Ines 
Stefano 
madre di Mara

La ragazza di Bube è un romanzo scritto da Carlo Cassola 

tra il 1958 e il1959 in cui vengono tra l'altro illustrati, attraverso

la storia di ragazzi innamorati, i problemi politici e sociali

del dopoguerra.

Venne insignito del Premio Strega nel 1960, anno in cui era

stato pubblicato dalla casa editrice Einaudi; tre anni più

tardi ne fu realizzato anche unadattamento cinematografico 

per la regia di Luigi Comencini e come interpreti principali

attori della caratura di Claudia Cardinale e George Chakiris.

Trama

La vicenda è ambientata in Valdelsa poco dopo la Liberazione 

ed ha come protagonisti due giovani, Mara e Bube.

Mara Castellucci è una ragazza di sedici anni che vive a 

Monteguidi insieme al padre, comunista militante, alla

madre e ad un fratello, Vinicio.

Qui conosce Arturo Cappellini, detto Bube. Il giovane,

amico e compagno di Sante, il fratellastro di Mara morto

durante la Resistenza, si era recato nel paese dell'amico per

conoscere la famiglia e qui avviene l'incontro con Mara.

Tra i due giovani nasce subito una simpatia e Mara, lusingata

dall'interesse del ragazzo, inizia a scambiarsi lettere con lui.

Un giorno, Bube comunica a Mara di voler cercare riparo

presso la propria famiglia a Volterra perché accusato di un

delitto.

Era accaduto che, mentre si trovava a San Donato con i

compagni Ivan e Umberto, un prete aveva impedito loro di

entrare in chiesa.

Secondo i ragazzi, la ragione per cui erano stati cacciati era il

fatto di essere comunisti.

I giovani avevano allora iniziato a protestare, e un maresciallo

dei carabinieri era intervenuto insieme al figlio a sostegno del

prete.

Bube e gli amici avevano inutilmente cercato di far valere le

loro ragioni e, spinti dall'ira, avevano messo il prete contro

il muro.

Così, il maresciallo aveva reagito sparando ad Umberto,

uccidendolo.

Per vendicare l'amico, Ivan, l'altro compagno di Bube,

aveva ucciso il maresciallo.

A sua volta, Bube aveva rincorso e ucciso il figlio del

maresciallo che stava scappando e che si era messo a gridare.

Mara e Bube intraprendono così il viaggio verso Volterra

dove abita la famiglia di lui. Successivamente si trovano in

viaggio in una corriera dove sale anche una donna che

riconosce Bube e lo spinge a dare una lezione ad uno dei

viaggiatori: si tratta del prete Ciolfi, il quale durante la guerra

aveva collaborato con i nazisti, causando così la morte del

nipote della donna.

Suo malgrado, dopo essere sceso, Bube viene praticamente costretto

dai presenti a picchiare il prete per salvare la faccia: il suo ruolo

nella zona è infatti quello del Vendicatore, appellativo con il quale

viene talvolta ancora chiamato dagli abitanti del posto.

Arrivato a casa dai familiari, Bube viene avvertito dal compagno

Lidori che rischia di essere arrestato per il delitto commesso e

che stare nascosti presso la famiglia non è sicuro.

Lidori accompagna Bube e Mara in un capanno in campagna,

dove i due innamorati passano le due notti successive.

Il giorno seguente, una macchina passa a prendere Bube

per farlo rifugiare in Francia, mentre Mara ritorna a casa.

Nel frattempo, qualcosa in lei è cambiato: non è più la ragazza

spensierata di prima e si dimostra angosciata per la mancanza

di notizie da parte di Bube ed indifferente a tutto quello

che la circonda.

Trascorsa l'estate, Mara decide di andare a lavorare come

domestica in una famiglia a Poggibonsi.

Qui la ragazza stringe amicizia con una compaesana, Ines, con

cui esce spesso e che le presenta Stefano, un ragazzo serio e

un po' timido.

Mara resta inizialmente fredda, ma lentamente comincia ad

apprezzare la sua compagnia, in particolare perché da mesi non

ha più notizie di Bube.

La ragazza scivola così gradualmente in un dilemma: da un lato

sente di aver dato la sua parola a Bube, ma dall'altro è incerta

sul quando lui potrà tornare al paese.

Dopo un anno, Bube costretto al rimpatrio, viene arrestato alla

frontiera ed è condotto a Firenze.

Mara, accompagnata dal padre, si reca a Firenze per un colloquio

con Bube.

Durante l'incontro la ragazza si accorge che il suo attaccamento a

Bube è ancora molto forte e decide che, da quel momento, sarà

sempre la sua donna.

Bube viene condannato a quattordici anni di carcere e Mara,

tornata a Poggibonsi, si incontra con Stefano.

La ragazza gli racconta quanto accaduto e gli comunica, dopo un

lungo tira e molla, di aver preso una decisione: il suo posto è

accanto al fidanzato.

Dopo la condanna Mara va spesso a trovare Bube in carcere.

Il romanzo termina con un capitolo in cui Mara, sette anni più

tardi, viene descritta nella serena attesa della liberazione di Bube

per la quale dovrà attendere altri sette anni.

Inquadramento storico del romanzo

Similmente a quanto si può osservare nei romanzi dell'epoca,

questo romanzo riprende trame e tematiche tipiche delNeorealismo.

Se quest'ultimo si concentrava (almeno in teoria) sulla dimensione

storica e sociale della vicenda, queste perdono nel romanzo di

Cassola parte della loro importanza.

È vero da una parte che vengono citati nel romanzo eventi importanti

come la scissione di Livorno, il referendum istituzionale del 1946 

e le elezioni politiche italiane del 1948.

Questi avvenimenti vengono inquadrati nell'ottica di comunisti

convinti come il padre di Mara o Bube (pare inoltre che il romanzo

sia imperniato su una vicenda realmente accaduta e che Cassola

abbia intervistato i diretti interessati, cambiando in parte la storia).

Comunque, questa componente storico-politica si limita a

fungere da sfondo ad una vicenda di carattere prevalentemente

individuale e psicologico, dunque si riconoscono chiaramente

delle tematiche meno peculiari del Neorealismo: durante tutto

lo svolgimento del romanzo la prospettiva dominante è quella

di una giovane donna colta nei suoi dubbi e nel suo sviluppo

personale.

Lavori come questo o Il giardino dei Finzi-Contini testimoniano

quindi una sorta di superamento del Neorealismo.

Lettura dell'opera

L'uscita del romanzo ha causato aspre critiche da parte degli

intellettuali marxisti, i quali interpretarono La ragazza di Bubecome

la descrizione del fallimento degli sforzi intrapresi da parte della 

Resistenza, in particolare della sua componente comunista.

Questa lettura del romanzo è oramai superata.

L'opinione corrente sul romanzo è che non abbia scopi politici,

né abbia primariamente lo scopo di documentare fatti storici.

Ciononostante, è inevitabile che tra le righe si scorga la delusione

personale vissuta in prima persona da Cassola nei confronti

del comunismo.

Negativo fu l'atteggiamento verso il romanzo da parte di Nada Giorgi,

la cui biografia reale aveva ispirato il romanzo: la Giorgi non si

riconobbe affatto nella figura di Mara.

Come accennato è la dimensione individuale e psicologica del

romanzo ad occupare il primo piano: lo sviluppo individuale di

Mara è il nucleo del romanzo, rappresentato su una scenografia

di immediato dopoguerra.

Se, da tipica sedicenne, nei primi capitoli Mara si concentrava

soprattutto sui vestiti e sul suo prestigio sociale, la Mara degli

ultimi capitoli è diventata una persona matura che decide in base

alle sue responsabilità personali.

«È cattiva la gente che non ha provato dolore.

Perché quando si prova il dolore, non si può più voler

male a nessuno»

È proprio il cammino del dolore e della conoscenza ad aprire

gli orizzonti della protagonista e a favorire lo sviluppo

della sua personalità.

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