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Messaggi di Ottobre 2019
Post n°2393 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli
La vita di 3,5 miliardi di anni fa L'esistenza di forme di vita in un tempo così lontano è sempre stata messa in discussione, ma una nuova ricerca togliere ogni dubbio.
(regione di Pilbara, Australia occidentale) sono stromatoliti, ossia tracce fossili di microrganismi (probabilmente cianobatteri) vissuti 3,5 miliardi di anni fa.|KATHLEEN CAMPBELL Si è sempre molto discusso sulla natura di alcune testimonianze presenti nelle rocce di una regione australiana: segni di vita antichissima oppure "semplici" strutture geologiche? Sembra che la questione sia stata infine risolta: vita antichissima, e ciò significa che 3,5 miliardi di anni fa (l'età di quelle formazioni) esistevano degli organismi viventi le cui "impronte" si sono conservate fino ai nostri giorni. Un campione di roccia della Dresser Formation composto da stromatoliti. | BAUMGARTNER ET AL., GEOLOGY, 2019 «È emozionante: per la prima volta siamo in grado di dimostrare che le "tracce" osservate nella sequenza di roccia sedimentaria dellaformazione di Dresser sono realmente stromatoliti, legate alle prime forme di vita terrestre», ha affermato il geologo Raphael Baumgartner, della University of New South Wales (Australia), coordinatore dello studio pubblicato su Geology. Le stromatoliti sono strutture sedimentarie che si osservano in rocce calcaree e che sono il risultato dell'azione di microorganismi fotosintetici, in particolare cianobatteri. La certezza che quelle siano stromatoliti (perciò strutture correlate a forme di vita) deriva dal fatto che i ricercatori sono riusciti a mettere in luce tracce di materia organica, grazie a un lavoro molto complesso e delicato. Innanzi tutto hanno prelevato campioni di roccia a una certa profondità, così che fossero i più integri possibile.
dall'attività di cianobatteri sono tra le più antiche testimonianze della vita sul nostro pianeta. | GEORGETTE DOUWMA/NATURE PICTURE LIBRARY/CONTRASTO Poi hanno sottoposto i campioni alle più sofisticate e avanzate tecniche di analisi: dalla microscopia elettronica a scansione, alla spettroscopia a raggi X, fino alla spettroscopia Raman e alla spettrometria di massa ionica secondaria... una impressionante batteria di metodi e strumenti che hanno infine condotto i ricercatori a una conclusione univoca. SONO STROMATOLITI, senza ombra di dubbio: le analisi hanno rilevato che le strutture sono prevalentemente costituite da pirite (minerale composto da ferro e zolfo) piena di pori nanoscopici, ossia estremamente piccoli; nella pirite sono state evidenziate inclusioni di materiale organico contenente azoto che somigliano a resti dibiofilm (una complessa aggregazione di microrganismi che si depositano su una superficie dando origine a una sottilissima pellicola).
rinvenuto nella Dresser Formation (Pilbara, Australia occidentale): le aree biancastre sarebbero la prova della più antica forma di vita, che si è sviluppata in prossimità di antiche sorgenti calde. Lo studio di cui rendiamo conto in questa pagina conferma le ipotesi (vedi su focus.it) formulate da un altro team di ricercatori della University of New South Wales (Sidney) | UNSW Le Columbia Hills, dove atterrerà ExoMars 2020. Anche su Marte potrebbero esserci state delle stromatoliti. Le condizioni per sostenerle c'erano | NASA «La materia organica che abbiamo trovato conservata all'interno della pirite mostra filamenti eccezionalmente ben conservati, del tutto simili ai resti di biofilm microbici», ha confermato Baumgartner. Si tratta dunque di una "certezza assoluta": le strutture osservate sulla Dresser Formation sono stromatoliti. DALLA TERRA A MARTE. I ricercatori fanno notare come i depositi sulla Dresser hanno all'incirca la stessa età delle rocce più antiche di Marte. Si depositarono in un periodo durante il quale esistevano sorgenti idrotermali che avrebbero potuto dare origine a s imili stromatoliti... Se mai dovessimo trovare strutture analoghe sul Pianeta Rosso, adesso sappiamo come studiarle per avere una certezza assoluta sulle loro origini. |
Post n°2392 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli
Il doppio Nobel per la Letteratura del 2019 Olga Tokarczuk e Peter Handke segnano il nuovo ciclo del prestigioso riconoscimento, dopo lo stop per scandali sessuali dello scorso anno.
per la Letteratura 2018 e 2019.| Il Nobel per la Letteratura 2018 è stato assegnato alla scrittrice e attivista polacca Olga Tokarczuk, e quello 2019 è andato al saggista, drammaturgo e poeta austriaco Peter Handke. Tokarczuk è stata premiata "per un'immaginazione narrativa che, i nsieme a una passione enciclopedica, rap- presenta il superamento dei confini come forma di vita". Handke, "per l'influente lavoro che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell'esperienza umana". OLGA TOKARCZUK è nata a Sulechów, in Polonia, nel 1962 e ha debuttato come scrittrice di romanzi nel 1993 con Il viaggio del libro-popolo, conquistando un'immediata popolarità tra i lettori e i critici letterari. Ma il vero successo è arrivato tre anni dopo con Prawiek i inne czasy (nell'edizione italiana Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli) ambientato in un villaggio immaginario nel cuore della Polonia e al centro dell'Universo, popolato da figure immaginarie e simboliche, e sorvegliato da quattro arcangeli. Secondo l'Accademia svedese, Tokarczuk non vede la realtà come qualcosa di stabile e duraturo, e costruisce i suoi racconti in una tensione tra opposti culturali: natura contro cultura, ragione contro pazzia, maschile contro femminile, casa e appartenenza contro alienazione. Un altro suo fondamentale romanzo è stato I libri di Jacob(2014), che è valso alla scrittrice l'ostilità di una parte di nazionalisti polacchi: Tokarczuk è stata accusata di essere "una traditrice" e apertamente minacciata di morte per aver sostenuto che anche la Polonia si sia macchiata di orrendi atti di colonizzazione in alcuni momenti della sua storia, contrariamente all'immagine di sopravvissuta all'oppressione che spesso le si accosta. PETER HANDKE è nato nel 1942 a Griffen, un villaggio della Carinzia (in Austria meridionale). La madre, morta suicida nel 1971, faceva parte della minoranza slovena della regione. Handke è considerato uno dei più influenti scrittori d'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale (tra le sue opere più significative: Insulti al pubblico, testo teatrale del 1966). Sua peculiarità è la straordinaria attenzione ai paesaggi e alla presenza materica del mondo: cinema e pittura sono le sue principali fonti di ispirazione.
PERCHÉ DUE PREMI. A ciascuno dei vincitori è stato assegnato un premio "intero" (circa 830 mila euro): come specificato dall'Accademia, non si tratta di un premio condiviso, ma di due Nobel separati. Quella della doppia premiazione di quest'anno è una scelta motivata dallo scandalo che ha investito l'Accademia svedese nel 2017-2018, in seguito alle accuse - poi confermate - di molestie sessuali mosse al fotografo franco-svedese Jean-Claude Arnault, marito di un allora membro della Commissione, la poetessa e scrittrice Katarina Frostenson. Arnault era a capo di un progetto culturale finanziato dall'Accademia svedese, da molti accusata di aver avuto sin dall'inizio un atteggiamento troppo morbido nella gestione del caso. Dopo le dimissioni spontanee di alcuni giurati in polemica con l'istituzione, a quel punto minata nella reputazione, l'Accademia ha deciso di far calmare le acque e saltare l'assegnazione del 2018. In seguito sono arrivate la condanna per stupro di Arnault e l'allontanamento di Frostenson e di altri giurati, accusati di aver essere stati a conoscenza delle vicende e di averle coperte, e anche di aver lasciato trapelare informazioni riservate sui nomi dei futuri vincitori. Se si esclude questa complessa vicenda, dal 1901, anno di lancio del Premio, il Nobel per la Letteratura non è stato assegnato soltanto in 7 occasioni: nei sei anni durante le guerre mondiali e nel 1935, quando non fu individuato nessun vincitore. Mai prima d'ora era stato sospeso a causa di uno scandalo giudiziario. |
Post n°2391 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli
Il Nobel per la Pace 2019 ad Abiy Ahmed Ali Il Primo Ministro dell'Etiopia premiato per i suoi sforzi nel perseguire la pace e la cooperazione internazionale e in particolare per aver posto fine al conflitto armato con la vicina Eritrea.
Ali, Premio Nobel per la Pace 2019. Al Primo Ministro dell'Etiopia, Abiy Ahmed Ali, è stato assegnato ilNobel per la Pace 2019 "per il suo impegno nel raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua iniziativa decisiva nel risolvere il conflitto al confine con la vicina Eritrea". Nelle intenzioni del Comitato per il Nobel norvegese, l'istituzione che per volere di Alfred Nobel assegna il Nobel per la Pace, il premio di quest'anno è un riconoscimento a tutti gli attori che lavorano alla riconcilia zione in Etiopia e nelle altre aree dell'Africa orientale e nord orientale. È anche un premio di incoraggiamento: anche se molto è stato fatto per trasformare l'Etiopia in uno Stato democratico, Abiy Ahmed è in carica soltanto dall'aprile 2018, la situazione alle frontiere tra Etiopia ed Eritrea è ancora tesa, e le prime libere ele- zioni sotto questa presidenza si devono ancora svolgere - se nulla cambia, dovreb- bero tenersi nel 2020. Il Nobel riconosce il lavoro già avviato nella speranza che si continui nella stessa direzione. Ethiopia's Prime Minister Abiy Ahmed has received the Nobel Peace Prize. This award should push & motivate him to tackle the outstanding human rights challenges that threaten to reverse the gains made so fast Amnesty International (@amnesty) UN'ALTRA PACE È POSSIBILE. Collaborando strettamente con il Presidente dell'Eritrea Isaias Afwerki, Abiy Ahmed ha lavorato a un accordo di pace tra i due Paesi diverso dalla strategia "no peace, no war" da tempo vigente. L'accordo di pace formalizzato a luglio 2018 ha posto fine a 20 anni di stallo militare ai confini tra Etiopia ed Eritrea, risultato di un conflitto alla frontiera dal 1998 al 2000. In Etiopia, Abiy Ahmed ha avviato importanti riforme che fanno sperare a molti cittadini un futuro migliore. Nei primi 100 giorni da Primo Ministro ha garantito l'amnistia di migliaia di prigionieri politici, interrotto la censura mediatica, legalizzato gruppi di opposizione che erano stati dichiarati fuori legge, licenziato leader militari e politici sospettati di corruzione e migliorato in modo significativo l'influenza delle donne nella vita politica e sociale. Ha inoltre promesso di rafforzare la tenuta democratica del Paese organizzando libere e oneste elezioni. SOLO ALL'INIZIO. Il Primo Ministro etiope ha condotto un'opera di mediazione nel conflitto che da tempo si protrae tra Kenya e Somalia per un'area marina contesa, e contribuito al miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Eritrea e Djibouti. In Sudan, il regime militare e l'opposizione sono ritornati a un tavolo negoziale, e Abiy Ahmed ha avuto un ruolo chiave nelle trattative. RESTA MOLTO DA FARE. Il riacutizzarsi in Etiopia delle rivalità etniche e la nuova chiusura di alcuni posti di frontiera aperti con l'Eritrea per decisione di quest'ultima - fino a che la bozza di accordo di pace non sarà legalizzata a tutti gli effetti - minacciano di vanificare parte del lavoro fatto. Intanto, ci sarebbero fino a 3 milioni di cittadini etiopi in fuga dai loro paesi e altri milioni di rifugiati ammassati ai confini negli stati vicini. Occorre proseguire con tenacia: la completa pacificazione del secondo Stato più popoloso d'Africa avrebbe effetti positivi in tutta la parte orientale del continente. |
Post n°2390 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet Oltre 250 impronte nella sabbia: una finestra senza precedenti sulla vita dei NeanderthalUna "passeggiata sulla spiaggia" di 80 mila anni fa offre uno scorcio sulla vita sociale di questo gruppo umano: pochi adulti (uno dei quali ben più alto del previsto) badavano a moltissimi bambini.
un ruscello e quella che oggi è una spiaggia. La loro analisi è stata una corsa contro il tempo, prima che vento e altri elementi naturali le cancellassero.|DOMINIQUE CLIQUET Centinaia di orme di Neanderthal perfetta- mente conservate sono state riportate alla luce vicino a una spiaggia di Le Rozel, in Normandia (Francia): il "malloppo" di impronte, il più ricco mai trovato tra quelli lasciati dall'antico gruppo umano, regala nuovi dettagli sulla struttura sociale di questa specie così strettamente intrecciata ai sapiens. La scoperta pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences descrive una rete familiare molto diversa dalla nostra, con un numero ristretto di adulti intenti a seguire molti bambini, non è chiaro per quale tipo di attività.
Un'orma Neanderthal fotografata nel dettaglio. | DOMINIQUE CLIQUET NASCOSTE E PROTETTE. Le impronte lasciate nel fango circa 80 mila anni fa si sono perfettamente conservate perché coperte da uno strato di sabbia (l'area faceva parte, un tempo, di un sistema di dune). Una campagna di scavi iniziata nel 2012 e durata cinque anni ha rimosso oltre 9 metri di depositi superficiali prima di arrivare allo strato con le 257 impronte, l'80% delle quali si concentra in circa 90 metri quadrati di spazio. Nel materiale sovrastante sono stati trovati utensili per affilare la pietra e per la macel- lazione animale, ma non resti umani: gli scienziati sono tuttavia piuttosto certi che le impronte appartengano ai Neanderthal, gli unici che all'epoca vivevano in Europa occidentale. UNO SPILUNGONE. I ricercatori hanno fotografato le orme e ne hanno creato modelli in 3D usando un polimero gommoso più elastico e preciso del gesso. Dall'ampiezza delle impronte - quelle dei Neanderthal sono più larghe di quelle umane - è stato possibile stimare l'altezza, e l'età, di chi le lasciò. Qui è arrivata la prima sorpresa: uno dei 10-13 individui che calcò il piede in questo fango era alto 175 cm, molto più dei 150- 160 cm di media cui fanno pensare molti reperti fossili.
NURSERY PREISTORICA. Anche la composizione del gruppo appare curiosa. Il 90% delle impronte appartiene a bambini (uno dei quali di due anni appena) e adolescenti: la maggior parte degli individui passati di qui lasciò infatti un'impronta lieve al suolo, un particolare che fa pensare a persone ancora in fase di crescita. Da una specie di cacciatori-raccoglitori come i Neanderthal ci saremmo aspettati una più alta percentuale di adulti, soprat- tutto durante le incursioni per procurarsi cibo. Ma non sappiamo quale fosse lo scopo della camminata, né se quello in cui ci siamo imbattuti fosse un gruppo "tipico" o un caso eccezionale. COLPO DI FORTUNA. Per gli scienziati del Museo Nazionale Francese di Storia Naturale, che hanno guidato gli scavi, «la conservazione delle impronte richiede una sorta di miracolo» e quello di Le Rozel è un caso particolar- mente fortunato. Prima d'ora erano stati scoperti soltanto nove gruppi di impronte di Neanderthal, in Grecia, Romania, Francia e Gibilterra, ma mai così numerosi. Le orme che non sono state estratte dalla sabbia e modellate sono state rapidamente cancellate dal vento. |
Post n°2389 pubblicato il 18 Ottobre 2019 da blogtecaolivelli
En Esur: in Israele i resti della New York dell'Età del Bronzo I lavori per la costruzione di uno svincolo autostradale hanno riportato alla luce le tracce di un'estesa città di 5.000 anni fa: dieci volte più grande di Gerico, e perfet- tamente pianificata. I resti di un importante insediamento preistorico sono venuti alla luce nel nord di Israele, a una cinquantina di km a Tel Aviv, nel corso dei lavori per la costruzione di uno svincolo autostradale. Gli scavi hanno rivelato la pianta di En Esur, che doveva essere una sorta di "New York della prima Età del Bronzo": 5.000 anni fa si estendeva su di un'area di 650.000 metri quadrati e doveva avere una popolazione di circa 6.000 abitanti. En Esur, più piccola degli insediamenti che all'epoca fiorirono in Egitto e Mesopotamia, faceva comunque impallidire ogni altra città di quell'area del Levante, una regione che oggi comprende Israele, Libano, Cisgiordania, Giordania e Siria, ed era 10 volte più grande di famose città cananee come Gerico e Megiddo. La pianta della città mostra un'attenta pianifica- zione, con un complesso reticolo di vie, vicoli e piazze, silos per lo stoccaggio del cibo e una pavimentazione a base di gesso e pietra capace di drenare l'acqua nei periodi delle piogge.
gli oggetti d'uso comune più antichi del mondo. | I NSTITUTE FOR ARCHAEOLOGIES, UNIVERSITY OF INNSBRUCK Secondo gli archeologi dell'Israel Antiquities Authority (IAA), En Esur è la testimonianza di un periodo di transizione tra società agricole e urbane cominciato nel 3.300 a.C., un'epoca in cui si viveva di agricoltura ma anche del commercio con le regioni vicine. Oltre alla rete abitativa, gli scavi hanno ripor- tato alla luce tracce di edifici pubblici, come una fortificazione con pareti spesse due metri e circondata da torri, e un cimitero con grotte sepolcrali situato poco fuori città. Tra le case è inoltre emerso un grande edificio di culto di 2.000 anni più antico della stessa En Esur: lì sono state rinvenute ossa bruciate di animali, statuine raffiguranti sagome umane e una grande vasca del peso di 10-15 tonnellate ottenuta da materiale estratto da cave a diversi chilometri dalla città. La presenza di questa stratificazione più antica sotto la città dell'Età del Bronzo fa pensare che una prima esplosione demografica in questo luogo fosse avvenuta già 7.000 anni fa. All'epoca En Esur doveva essere ancora solo un grosso villaggio, ma con alcune strutture già sofisticate: «La nascita dell'urbaniz- zazione è una questione che va costantemente ridiscussa», spiega Yitzhak Paz, uno degli archeologi che ha guidato gli scavi. «Si era soliti pensare che fosse iniziata attorno alla fine del quarto millennio a.C., ma forse iniziò prima». Stando a quanto riportato da Haaretz, difficilmente la scoperta cambierà i piani ingegneristici in corso: l'insediamento è probabilmente destinato a scomparire sotto il nuovo svincolo autostradale. Secondo altre fonti, la compagnia incaricata dei lavori starebbe pianificando di costruire la strada a un livello rialzato, rispetto alle rovine, in modo da proteggerle. |
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