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Messaggi di Giugno 2022
Post n°3484 pubblicato il 05 Giugno 2022 da blogtecaolivelli
Fonte: Libero scienza online Fonte foto: 123RF SCIENZA Spiagge invase dai batteri, dove si nascondono (e come sopravvivono)I batteri scoperti da alcuni ricercatori in 10 diverse spiagge hanno dimostrato il loro legame fin troppo saldo con diversi rifiuti di plastica
I batteri non smettono di stupire la scienza, e purtroppo in negativo. Ne è una chiara testimonianza lo studio condotto di recente da un team di ricercatori della facoltà di scienze naturali dell'Università di Stirling (Regno Unito) e pubblicato su "Marine Pollution Bulletin". Questi microrganismi sono infatti in grado di legarsi in maniera indissolubile alla plastica, un "connubio" molto stretto.
La ricerca in questione è stata condotta nell'ambito di un progetto più ampio, noto come "Plastic Vectors", il cui obiettivo è quello di capire come la plastica sia un veicolo purtroppo privilegiato di batteri e virus. I batteri sono stati addestrati a eliminare anche l'inquinamento, peccato che quelli dello studio non facciano dormire sonni tranquilli.
La ricerca è stata condotta presso le spiagge della Scozia, una serie di litorali in cui sono stati scoperti veri e propri "serbatoi" pieni zeppi di batteri fecali. La presenza maggiore è stata registrata nelle salviettine umidificate che in molti utilizzano e soprattutto nei cotton fioc, altro articolo gettonato per l'igiene personale. Cosa ha scoperto di preciso il team impegnato in queste analisi? I microrganismi erano soprattutto quelli dell'Escherichia coli (uno dei più noti in assoluto), oltre agli enterococchi dell'intestino. Entrambi hanno la capacità di legarsi alla plastica in modo molto saldo, un dettaglio che non può lasciare indifferenti. Minaccia per la salute
Questo legame è molto più solido rispetto a quello che gli stessi batteri hanno con gli elementi naturali, sabbia e alghe in primis. Come sottolineato dai responsabili dello studio britannico, i rifiuti di determinate acque sono ben noti, però i batteri delle spiagge rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica. La plastica a cui ha fatto riferimento la ricerca potrebbe essere quella degli sversamenti legali di liquami, nonostante ce ne siano molti altri che non hanno nulla di regolare. Purtroppo non ci si stupisce quasi più di tutto questo, anche perché i batteri sono praticamente ovunque, persino in un luogo apparentemente sicuro come il nostro letto. Agenti patogeni
La raccolta di rifiuti è avvenuta in 10 diverse spiagge lungo l'estuario del Firth of Forth, l'insenatura creata dal fiume Forth nei pressi di Edimburgo, la capitale della Scozia. La presenza di determinati tipi di batteri farebbe pensare che ci siano agenti patogeni umani in agguato. Il riferimento è andato alla salmonella, al rotavirus (la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni) e al norovirus, una delle principali cause delle gastroenteriti. Non è stata calcolata l'esposizione delle persone a tutto questo, ma un futuro studio potrebbe colmare la lacuna.
Non tutti i batteri possono aiutare l'ambiente, il volume di quelli che erano presenti nelle spiagge scozzesi è stato definito "shockante" senza mezzi termini. Vale la pena citare come, insieme ai microrganismi citati in precedenza, ci siano prove della presenza del vibrione. Il nome fa immediatamente pensare al colera, anche se non bisogna creare allarmismi esagerati. Il progetto "Plastic Vectors" è stato avviato da tempo e l'impegno è quello di ridurre l'inquinamento, non solo quello della plastica che da qualche tempo può essere anche osservato in tempo reale tramite un'apposita mappa.
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Post n°3483 pubblicato il 05 Giugno 2022 da blogtecaolivelli
Fonte: Libero tecnologia, online Fonte foto: Pixabay SCIENZA Abbiamo addestrato i batteri a eliminare l'inquinamento.E funzionaIn base a quanto scoperto da alcuni ricercatori americani, i batteri possono rivelarsi utili per eliminare l'inquinamento
Tra gli esseri viventi che vengono descritti continuamente in maniera negativa, i batteri sono con tutta probabilità in cima a questa classifica poco invidiabile. Non se ne parla mai bene per vari motivi, eppure una recentissima scoperta scientifica sta in parte riabilitando questi microrganismi. Un test pilota condotto dall'azienda americana LanzaTech, specializzata in biotecnologia, ha permesso di "riprogrammare" alcuni batteri direttamente in laboratorio e grazie a questo esperimento gli stessi batteri sono in grado di trasformare l'inquinamento in qualcosa di utile e prezioso. L'ufficialità di quanto appena descritto è arrivata da chi ha condotto la ricerca, un gruppo di studiosi che ha voluto dare una svolta alla tutela ambientale.
I batteri riprogrammati hanno fatto diventare alcuni gas inquinanti delle vere e proprie risorse, in particolare il test pilota si è focalizzato su acetone e isopropanolo, i quali hanno un mercato globale da diversi miliardi di dollari. Come ci riescono? La ricerca è stata pubblicata con minuzia di particolari nella rivista specializzata Nature Biotechnology. L'obiettivo è stato quello di trovare un'alternativa valida e soprattutto a emissioni zero rispetto a quelle attuali che sfruttano il petrolio e il gas naturale a livello industriale. L'intuizione è arrivata grazie alla fermentazione batterica tipica dell'industria alimentare (è fondamentale per yogurt, birra e molti altri prodotti). I batteri che sono stati utilizzati in laboratorio
Nel settore appena menzionato, i batteri sono utili perché ottengono l'energia necessaria per la fermentazione direttamente dallo zucchero. I ricercatori americani, al contrario, si sono dati da fare con un batterio che fermenta il gas, nello specifico il microrganismo meglio noto come Clostridium autoethanogenum, esemplare anaerobico che produce etanolo dal monossido di carbonio. Grazie alla biologia sintetica, gli autori dello studio hanno programmato in maniera specifica il patrimonio genetico dei batteri che sono stati così "invogliati" a sintetizzare le molecole dell'acetone e dell'isopropanolo, un'attività che in natura non sarebbe possibile. È stato dunque un processo "artificiale", ma utile come non mai. Ottima sostenibilità ambientale
La biologia di sintesi, infatti, è qualcosa a metà strada tra la biologia classica e l'ingegneria. Il suo fine è quello di dar vita appunto a sistemi artificiali per ricerche ingegneristiche e applicazioni mediche e biotecnologiche. Nel caso dei batteri riprogrammati in laboratorio, la produzione di sostanze non inquinanti è stata definita un successo. Il procedimento è stato efficiente e soprattutto ci sono stati risultati incoraggianti per quel che concerne la sostenibilità ambientale. Nello studio pubblicato nella rivista specializzata, si può leggere quello che è stato il comportamento dei batteri sfruttati da Lanza Tech.
Nello specifico, questi microrganismi hanno assorbito un quantitativo maggiore di anidride carbonica, un livello superiore rispetto a quello che riescono ad emettere in circostanze normali. Le basse emissioni hanno dunque fatto la differenza e l'intero processo condotto dai ricercatori statunitensi è stato caratteriz- zato da un'impronta carbonica negativa. Il Clostridium autoethanogenum è uno dei pochissimi batteri capaci di fermentare come appena descritto. È stato isolato per la prima volta dalle feci di un coniglio, forse non proprio un procedimento gradevole ma che ha portato all'approfondimento di un essere vivente che ora potrebbe (almeno questa è la speranza) riscrivere la storia della tutela ambientale. |
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