La Bonifica Bellica

Ordigni bellici insesplosi della Prima e Seconda Guerra Mondiale

 

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Giuseppe Villa

Post n°106 pubblicato il 01 Novembre 2012 da giovanni.lafirenze

 

Carissimo Pino ormai non riesco a fermare le strane ed unisone voci dei colleghi: ” Villa non c’è più”. Lo so, non è vero. Sicuramente non rispondi più a nessuno perché impegnato nel tuo lavoro tra terra o mare. Ricordo tutto ciò che hai sempre insegnato. Ricordo il tuo infinito desiderio d’approfondire sempre e comunque ogni argomento segnando la vita professionale di tutti noi. Il pensiero rievoca il tuo amore nei confronti della bonifica bellica. Un flashback risorge le tue parole mentre spieghi il funzionamento di una spoletta di naso. In tanti anni quanti lavori abbiamo condiviso, “Bologna, Milano, la cava di Chivasso, Pavia". Pino ricordi la bomba d’aereo sepolta dal 1944 a meno tre metri all’interno dello stadio a Sasso Marconi…? Ancora oggi Roberto continua a raccontare i particolari di quell’ultimo scavo e della bomba rinvenuta. Attenzione Pino, anche Augusto narra dei vostri trascorsi professionali. Tutti parlano di te. Sicuramente sei la storia della bonifica bellica forse addirittura una favola realmente vissuta.

 

Giovanni Lafirenze

 

 
 
 

L'AEREO E LA BOMBA

Post n°105 pubblicato il 07 Ottobre 2012 da giovanni.lafirenze

Spiega il sindaco Luigi Polo: "Nessuno si aspettava il ritrovamento della bomba perché, stando alle testimonianze, l'aereo arriva sganciato le bombe prima di precipitare".

Fonte: Il Mattino di Padova

Egregio Sindaco Luigi Polo, in questo caso non vedo alcun colpo di scena otre tutto non comprendo il Suo stupore come ben sa nel nostro Paese il rischio di rinvenire residuati bellici è regolato da adeguate normative, infatti non è raro leggere notizie rivolte a questi rinvenimenti che generano situazioni di estremo pericolo per operai e residenti, attenzione Sindaco, molte bombe d’aereo a distanza di tanti anni riappaiono nel corso di semplici scavi edili. Quante bombe risalenti la guerra mondiale hanno creato situazioni di grande emergenza, non è vero..? In questi giorni, per esempio, gli artificieri lavorano una bomba d’aereo a Verona. Ora Lei Gentile Sindaco pretende di scavare un aereo e non considera la fattiva possibilità di trovare residuati esplodenti…? Non solo, la Sua convinzione si rifà ad alcune inadatte testimonianze: “l’aereo prima di precipitare sganciava le bombe”, ma scherziamo o cosa…?

Non ho parole davvero.

Cordialità

Giovanni Lafirenze

 

 

 

 

 
 
 

Presentazione di "Schegge Assassine

Post n°104 pubblicato il 17 Settembre 2012 da giovanni.lafirenze

Venerdì, 21 settembre, ore 10,00
Presentazione di "Schegge Assassine" di Giovanni Lafirenze.
Sala del Consiglio Comunale di Foggia, Palazzo di Città. 

 

Relazioneranno:

Dott. Ing. Giovanni Battista Mongelli - Sindaco di Foggia

Avv. Raffaele Piemontese – Presidente del Consiglio Comune di Foggia

Coll. Augusto Candido – Comandante 11^  Reggimento Genio Guastatori  Foggia

Coll. Vincenzo Cipullo – Comandante 21^ Reggimento Artiglieria Terreste Foggia

Prof.ssa Roberta Magarelli – Florestano Edizioni Bari

Sergente Maggiore Biagio Orillo – Presidente Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia

 

Sarà presente l’autore

 

                                                                                                                    Il Presidente A.N.S.I

                                                                                                                   Serg. Magg. Biagio Orillo

 

 
 
 

LA BONIFICA BELLICA UNA SCATOLA VUOTA…?

Post n°103 pubblicato il 14 Settembre 2012 da giovanni.lafirenze
 
Foto di giovanni.lafirenze

In Italia è necessario considerare reale il rischio per chi opera movimentazioni terra di rinvenire accidentalmente residuati bellici risalenti le due guerre mondiali. Il nostro paese a partire dall’ 11 giugno 1943 ha subito i primi bombardamenti aerei. Velivoli francesi che decollavano dalle proprie basi in Corsica. Nel corso del conflitto la guerra aerea strategica inglese ha distrutto intere aree urbane: Milano, Torino, La Spezia, Porto Marghera eccetera, eccetera. Contemporaneamente altri aerei britannici con base a Malta sganciavano ordigni sui centri dell’ Italia meridionale: Messina, Marsala, Foggia, (completamente distrutta dai B17 nell’estate del 1943), Augusta, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Catanzaro, Cagliari, Napoli, (tristemente famoso il bombardamento del primo novembre 1941). L’incursione nipponica del 7 dicembre a Pearl Harbor convince gli Stati Uniti ad entrare in guerra. Sempre la città di Napoli subirebbe la prima incursione americana di un certo rilievo dalla Nona Forza Aerea. Queste incursioni aeree terminano nel 1945 colmando il sottosuolo italiano di bombe d’aereo inesplose. Le Armate anglo-americane sbarcano in Sicilia trasferendo lentamente la guerra di terra verso nord, lasciando inesplose granate d’ogni genere. Nasce la linea Gustav, la guerra continua verso il Nord. I tedeschi creano altro sbarramento difensivo denominato “Linea Gotica”, altro sangue, altre bombe inesplose. Nel contempo la guerra civile (…) semina altri ordigni inesplosi. Non dimentichiamo il materiale che a fine guerra è stato sotterrato, inabissato da partigiani compresi. Perciò in Italia è giusto valutare il rischio da residuati bellici con reale visione storica ed obbiettiva. I residuati bellici nel nostro Paese continuano ad esplodere ( esempi, bombe d’aereo esplose ad Ostiglia e Fermo) a ferire ad uccidere. Certo se il decreto 81/2008 fosse in vigore probabilmente nessuno abbandonerebbe granate nei fossati o addirittura per strada e diminuirebbero le numerose emergenze che bloccano città, cantieri anche di una certa importanza. Naturalmente una bonifica bellica sistematica non richiesta, seguita da un rinvenimento occasionale produce un disagio economico per l’economia del luogo. La bonifica bellica preventiva (imprese private) è gestita dai Reparti Militari competenti ed in ogni caso non è possibile parlare di scatole vuote, anzi al contrario le scatole citate indiscutibilmente sono colme di passione per la professione, certo molte volte possiamo sbagliare, ma sempre convinti d’aver operato nel miglior modo possibile. Per quanto riguarda l’albo professionale dovremmo e con urgenza ripristinarlo. Ogni rastrellatore BCM: ispeziona, localizza, individua il probabile residuato bellico, con grande professionalità (esperienza, metodo competenza ed attenzione), mette in luce il residuato bellico da segnalare alle autorità competenti in zona. Il vero paradosso è che il nostro lavoro non è riconosciuto dal D.L. 11 agosto 1993, n. 374
“…i lavori usuranti sono quelli per cui è richiesto un impegno psico-fisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti da misure idonee”.
Gentile Senatrice Giuliana Carlino oltre a condividere il Suo pensiero, credo d’essere in grado di confermarle che la bonifica bellica potrebbe considerarla una scatola svuotata dall’ex Governo quando indebitamente decide d’abrogare le normative da sempre in vigore. Oggi la scatola lentamente si riempie del nostro inesauribile orgoglio professionale.
Se desidera chiarimenti tecnici o quant’altro può contattarmi in ogni momento. Spero Voglia gradire i migliori saluti

Giovanni Lafirenze

 
 
 

LA BOMBA IN BANCHINA

Post n°102 pubblicato il 01 Agosto 2012 da giovanni.lafirenze
 

Non ha torto la dott.ssa Annarita Bova giornalista de La Nuova Ferrara, infatti i nostri fondali (ma non solo) sono colmi di residuati bellici di ogni tipo, genere e caricamento. Qualcuno pensa che conclusa la seconda guerra mondiale in Italia, molte munizioni non utilizzate siano state scaricate tra Adriatico e Tirreno. Da sempre questo portale evidenzia lo stesso problema in terraferma. L’ultima guerra tra operazioni di bombardamento, avanzamenti, ritirate militari colma il paese di residuati bellici, comprese le già micidiali “mine”. Oggi la notizia per mezzo de “la Nuova Ferrara: un villeggiante, un turista di passaggio, quest’ultimo scorge il perverso manufatto a ridosso di una banchina di Porto Garibaldi, nei pressi d’alcune scuole elementari e udite, udite, accanto ad una colonnina per rifornire le imbarcazioni. L’uomo intuisce il momento di grande pericolo, non perde tempo, telefona immediatamente ai Carabinieri di Comacchio. I militari tempestivamente sono sul luogo, increduli identificano il residuato bellico. E’ una bomba d’aereo risalente la seconda guerra mondiale. La recintano, creano aree di sicurezza, la piantonano, allontanano le folle di curiosi, contemporaneamente i Carabinieri tentano di spiegarsi in quale modo la bomba abbia raggiunto il piccolo molo. Non è possibile spostare una bomba d’aereo a mani nude. E’ troppo pesante, fosse pure da 100 libre. Questo particolare dovrebbe escludere la teoria del pescatore, dei pescatori. Non solo, un residuato bellico sommerso in mare da tanti anni muta aspetto, l’involucro si ricopre di piccole alghe, sassolini, sabbia e tanto altro. Altra sembianza assume la bomba se rinvenuta nel sottosuolo del luogo: un corpo sporco, unto di qualcosa di simile all’argilla. Anche in questo caso non sarebbe possibile spostare l’ordigno senza l’aiuto di un mezzo meccanico o idraulico.

Giovanni lafirenze   

 
 
 

LA BOMBA AD OLBIA: STORIA E TEMPI DA RISPETTARE

Post n°101 pubblicato il 28 Luglio 2012 da giovanni.lafirenze
 

Premesso che in questo preciso momento storico irto di numerose difficoltà economiche, puntualizzare quali dovrebbero essere le condotte da perseguire in fase di scavo edilizio (e non solo) per non incorrere nel rischio d’incocciare un residuato bellico potrebbe sembrare banale, ma così non è. Infatti nessuna recessione giustifica scavi, scatolari, trincee, senza una bonifica bellica preventiva, ancora peggio se codesti lavori si effettuano nei pressi di ex depositi o polveriere militari in uso alla prima o Seconda Guerra Mondiale. Naturalmente queste righe sono orientate nei confronti della bomba d’aereo rinvenuta ad Olbia, in pieno centro urbano, nei pressi di un ex deposito militare, a qualche centinaio di metri sia dal fascio ferroviario sia da Via Redipuglia, una bellissima strada la quale oltre ad essere frequentatissima è la via di comunicazione (lungomare) che conduce al vicino porto della città. Il tutto documentato da un lancio Ansa del 27 luglio 2012 il quale spiega come un lavorante della ditta (…)  comandato a riordinare, risistemare due argini del Rio Gadduresu, nel pomeriggio del 26 (a poche ore dal rientro a casa) per mezzo del mezzo meccanico incappa un tremendo ostacolo. L’uomo è stato risparmiato da una bomba d’aereo residuato dei bombardamenti dell’estate 1943. Olbia durante la seconda guerra mondiale è stata colpita in ogni luogo, sia militare, sia civile. La struttura portuale era strategicamente fondamentale, l’isola riceveva rifornimenti da Civitavecchia, Livorno e Genova. Ma torniamo al rinvenimento occasionale del 26 luglio, mi chiedo, ci dovremmo chiedere: questa crisi giustifica la non inclusione della bonifica sistematica prima di eseguire scavi edili ? Come può essere possibile per un progettista di Salerno, (…) Olbia non includere nel progetto competente il rischio bellico? In questo caso è stata commessa una grave leggerezza a scapito della sicurezza sul lavoro e non solo (una bomba in città). La proprietà o chi gestisce in questo caso il corso d’acqua, luogo del rinvenimento non ha minimamente pensato a tutto ciò che ha patito la città nel corso dell’ultima guerra? La presenza dell’ex deposito militare? Da non credere ma è così. Forse committente, DL, responsabili alla sicurezza inconsapevolmente hanno confuso storia della città con i tempi da rispettare a tutti i costi. Attenzione e che nessuno possa credere che il pericolo sia impercettibile: il 21 luglio a Treviso un uomo ha subito numerosi danni fisici per aver provocato l'esplosione di un piccolo residuato bellico (7,35). Non solo, l'esplosione del residuato bellico il 19 luglio 2012 a Venafro (causa un rogo)....

 

Alla prossima bomba

 

Giovanni Lafirenze    

 
 
 

Bomba a mano uccide un ventiseienne

Post n°100 pubblicato il 29 Giugno 2012 da giovanni.lafirenze

RomaLa dinamica dell’incidente mortale, causato da una bomba a mano, sembra assumere aspetti più precisi: alcuni operai impegnati in lavori edili in un laboratorio odontoiatrico in via Tuscolana, casualmente rinvengono un vecchio zainetto, non possono sapere che quest’ultimo custodisce una SRCM M 35. E’ un attimo, l’operario sposta la borsa , la bomba esplode proiettando piccoli infuocati frammenti e tanto altro sul corpo dell’incolpevole lavorante, il quale muore durante il tragitto verso l’ospedale. Nel contempo le Forze dell’ordine portano a buon fine le indagini del caso: la bomba a mano sembrerebbe appartenere (illegalmente) al figlio del proprietario dell’appartamento, un ex militare che al momento del congedo ha inspiegabilmente deciso di portarsi via numerosi mortali cimeli. Attualmente l’ex militare potrebbe essere perseguito dai reati:  detenzione illegale di armi da guerra e un inadatto omicidio colposo. Infatti l’omicidio colposo consiste nel causare involontariamente la morte di una seconda persona. In questo caso dovrebbe esistere la consapevolezza di custodire in una casa, ufficio o laboratorio giornalmente frequentato da clienti amici, agenti di commercio e operai. Perciò l’ex militare proprio in quanto tale dovrebbe essere sempre stato cosciente di esporre al pericolo centinaia di persone. A causa della sua incoscienza una persona è morta, ma l’omicidio colposo non coincide con la consapevolezza di chi deteneva un oggetto che poteva colpire chiunque e uccidere in qualsiasi momento.

Giovanni lafirenze

 
 
 

Il Bagnino e la bomba

Post n°99 pubblicato il 28 Giugno 2012 da giovanni.lafirenze

Un bagnino crede, pensa di riconoscere un residuato bellico sommerso nei pressi del lido della Guardia di Finanza a Pietra Ligure. Ovviamente il guardaspiaggia segnala i propri dubbi alla Guardia Costiera di zona, la quale per naturali ragioni di sicurezza invia propri uomini ad interdire l’area di mare interessata in attesa dei gruppi autorizzati a riconoscere e rimuovere l’eventuale bomba. In fatti in questi casi nessuno può varcare il limite indicato dall’autorità portuale. Ancora peggio avvicinarsi ad eventuali piccole boe posizionate per indicare la posizione del residuato, regole queste ultime infrante da un centro diving locale il quale in buona sostanza decide di scattare qualche foto alla probabile bomba da far pervenire ai tecnici della Marina Militare. Gli specialisti  in divisa azzurra ricevute le foto comprendono subito che non si tratta d’alcun residuato bellico smorzando ogni emergenza e future polemiche sia per chi avrebbe concesso impossibili (per legge) autorizzazioni ad avvicinarsi a residuati bellici sommersi, sia per chi si sarebbe accostato per scattare foto a residuati segnalati, violando le disposizioni emesse della Capitaneria di Finale Ligure.  

 

Giovanni Lafirenze

 
 
 

ESPLODE RESIDUATO BELLICO A R. CALABRIA, DANNI A CAPANNONE DITTA

Post n°98 pubblicato il 16 Maggio 2012 da giovanni.lafirenze

(AGI) - Reggio Calabria, 15 mag. - Un proiettile di granata, quasi certamente residuato bellico, e' esploso a causa di un incendio di sterpaglie nel greto del torrente San Gregorio, a Reggio Calabria, raggiungendo, a oltre 50 metri di distanza, il tetto di un capannone di un negozio di mobili. Il fatto e' accaduto intorno a mezzogiorno in localita' San Gregorio. La zona e' adiacente all'aeroporto dello Stretto, bersaglio, durante l'ultimo conflitto mondiale, di intensi bombardamenti alleati. L'incendio di sterpaglie probabilmente ha innescato l'ordigno, che giaceva inesploso sotto al torrente, la cui onda d'urto ha sfondato il tetto del capannone della ditta "Costantino Cucine Arredamenti", fortunatamente senza provocare danni a persone. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle Volanti, i vigili del fuoco e l'artificiere antisabotaggio in forza al XII Reparto Mobile. (AGI) Red/Adv

Fonte:

AGI

 
 
 

E TRE...!!!!

Post n°97 pubblicato il 11 Maggio 2012 da giovanni.lafirenze

 

Bari

Durante i lavori di bonifica bellica eseguita dove sorgerà il nuovo palazzo del Consiglio Regionale pugliese è stata rinvenuta la terza granata risalente alla seconda guerra mondiale. Giovedì 10 maggio sono intervenuti i tecnici EOD dell’undicesimo Reggimento Guastatori Foggia, i quali hanno deciso di effettuare il brillamento all’interno dell’area Campo San Marco. Intanto i lavori di bonifica bellica proseguono. Il dirigente Tecnico BCM Luigi Natale (bonifica Campi Minati) responsabile dell’andamento dei lavori di bonifica, non esclude ulteriori rinvenimenti.

Il team impegnato nel lavoro di bonifica è guidato dall’Assistente Tecnico Bcm Andrea Dicaterino.   

 
 
 
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Un blog di: giovanni.lafirenze
Data di creazione: 18/01/2010
 

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