Creato da LudotecaMan il 20/03/2010
 

Racconti Passionali

Storie di emozioni, sensazioni e passioni

 

 

Una strana storia (parte 8)

Post n°10 pubblicato il 03 Aprile 2010 da LudotecaMan

Andai in camera da letto, mi sdraiai. Nonostante cercassi di evitare quella sensazione, sentivo ancora il calore delle sue labbra sul mio sesso. Volevo togliermi quel pensiero di dosso, ma più lo scacciavo e più tornava prepotentemente in me. Iniziai a fantasticare.... Poi finalmente il sonno sopraggiunse.

Mi destai in ritardo, non avevo sentito neppure il fastidioso suono della sveglia. Mi lavai velocemente, presi le prime cose che mi capitarono sotto mano e mi vestii. Sorridendo pensai che non avevo neppure bisogno di farmi la barba, l'avevo fatta solo poche ore prima. Dal cassetto tirai fuori le chiavi della macchina e quelle di casa, aprii la porta quasi di corsa e la richiusi alle mie spalle. Mi accorsi in quel momento che qualcosa era finito sotto le mie scarpe, sollevai il piede e vidi una busta bianca dove sopra era scritto il mio nome. La misi in tasca, ripromettendomi di leggerla quanto prima. Per fortuna non c'era traffico e giunsi al lavoro in perfetto orario.

Le ore passavano senza che potessi avere un attimo libero per leggerla. Decisi allora di non aprirla e di gustarmela con tranquillità al mio ritorno.

Rientrando in casa posai la busta sotto lo specchio, sembrava che stessi prolungando masochisticamente il desiderio di sapere. Indossai qualcosa di più comodo e mi sdraiai sul divano. La busta tra le mani, non mi decidevo ancora ad aprirla. Ora avrei saputo!

Un solo foglio, poche righe scritte di corsa: "Scusami per il mio comportamento e perdonami, se puoi, per come sono scappata via ieri sera. Volevo passare tutta la notte con te, tu non sai quanto lo desideravo...
Improvvisamente ho avuto paura, l'emozione che stavo provando, troppo forte. Ho pensato fosse giusto conoscersi prima.

Se ancora lo desideri puoi trovarmi a questo numero.... Se non mi chiamerai capirò, in fondo me lo sono meritato.

 
 
 

Una strana storia (parte 7)

Post n°9 pubblicato il 02 Aprile 2010 da LudotecaMan

….Rimasi a lungo così, nudo e immobile in mezzo alla sala. Il mio sesso ormai molle pendeva sotto ai miei occhi, mi sentivo  svuotato, come se lei avesse succhiato tutta la mia energia e se la fosse portata via.

Ho sempre pensato che fossero gli uomini ad approfittare dei sentimenti delle donne per usarle a loro piacimento, forse sbagliavo.
Questa storia mi sconcertava, poneva alla mia mente e al cuore mille domande.

Nella mia vita avevo provato l’ebbrezza del grande Amore. Quel sentimento che dapprima t’infiamma violentemente e poi pian piano inizia ad ardere con meno sfavillio ma più stabilità e sicurezza. Quel fuoco che, alimentato costantemente, produce calore sufficiente per una vita.
Avevo sognato e fantasticato su questo, e per molti anni rimasi convinto della sua inossidabilità.  Pensavo sorridendo a quando, ormai anziani, avremmo percorso il viale del nostro ultimo viaggio, ancora mano nella mano. ..
Così non fu. Con il tempo quel sogno svanì e di quel grande fuoco mi accorsi che era rimasta solo poca brace e tanta cenere.

Negli anni che seguirono tentai più volte di trovare un fuoco altrettanto forte e stabile, senza alcun risultato apprezzabile. Piccoli fuochi che si spegnevano con un soffio di vento o altri che neppure si accendevano. Ormai rassegnato avevo smesso di sognare. Passano gli anni, il cuore s’indurisce, non è più pronto a slanci, si blocca ancor prima d’iniziare a battere. O forse è solo che non vuoi più sentirlo battere.

I miei pensieri tornarono a quella donna incomprensibile. Avevo come l’impressione che si fosse presa il mio corpo per saziare la sua bramosia di piacere. Raccolsi il mio accappatoio da terra e lo rimisi indosso, mi sentii improvvisamente nudo.

 
 
 

Una strana storia (parte 6)

Post n°8 pubblicato il 01 Aprile 2010 da LudotecaMan

...Quando si rialzò ero ancora immobile, come inebetito dal piacere. Avvicinò le sue labbra che sapevano ancora di me e mi baciò con passione.

Si diresse poi verso l'ingresso, prese la sua borsa, aprì la porta e se ne andò ancora una volta...

 
 
 

Una strana storia (parte 5)

Post n°7 pubblicato il 30 Marzo 2010 da LudotecaMan

I giorni passavano susseguendosi monotoni e uguali. Mi capitava spesso di soffermarmi a pensare a quella donna, a quanto dolore dovesse lacerarle l'anima. La vita alle volte ci regala momenti amari. Cosa faceva ora? Cosa stava pensando? Si ricordava ancora di me? Quale impressione le avevo fatto?

Domande alle quali non avrei mai più avuto risposta.

Quella sera, rientrando in auto a casa, mi sentivo leggero, come se qualche cosa di bello stesse per accadermi. Parcheggiai la macchina e mi diressi con passo quasi sognante verso il portone.

La vidi, era lì. Mi stava aspettando. Rallentai il passo per riprendermi dalla meraviglia. Era ancora più bella di come la ricordassi. Un abitino nero le fasciava aderente il corpo sinuoso, esaltando al massimo le sue stupende forme. Sembrava una donna che, avendo trascorso buona parte della giornata a prepararsi, era pronta per l'uscita serale; e da quanta cura ci aveva messo doveva essere un evento mondano molto importante.

Mi avvicinai, ero ormai ad un passo da lei. I nostri occhi si fissarono intensamente per alcuni interminabili secondi. Allungo la mano verso la mia, la prese, e sfiorandomi le labbra con le sue, mi sorrise. Come se sapesse esattamente ciò che voleva s'incamminò verso la porta. Guardavo da dietro quel suo incedere elegante, quasi regale. Arrivata, si girò e mi attese. I suoi occhi brillavano.

Entrati in casa si diresse verso il bagno, prese la borsetta e ne estrasse una boccetta tutta colorata, aprì l'acqua della vasca e ne versò alcune gocce dentro. Mi fece cenno d'entrare e non appena fui dentro, uscì richiudendosi la porta alle spalle.

Ero rimasto sconcertato, non sapevo più cosa pensare, mi dissi che era inutile farlo tanto, per ora, non avrei capito. Mi spogliai e mi distesi nella vasca. Il profumo che saliva dall'acqua era inebriante, stava aumentando incredibilmente quel senso di leggerezza che avevo provato tornando a casa. Rimasi immobile per diversi minuti, lasciandomi cullare i sensi.

Uscito dalla vasca mi asciugai, presi la schiuma da barba e iniziai ad insaponarmi il viso. Non ho una barba molto dura, forse non avrei avuto neppure bisogno di tagliarla, ma anche io volevo essere all'altezza dell'evento. Non sapevo assolutamente cosa quella donna avesse in mente. Un dubbio lacerante si aprì improvviso nella mia mente: l'avrei trovata ancora lì quando sarei uscito dalla stanza da bagno?

Quando mi ero accomodato nella vasca non avevo pensato che poi non avrei avuto niente di pulito da mettermi in dosso, decisi così d'indossare l'unica cosa che avessi a portata di mano: l'accappatoio.

Uscendo mi guardai intorno, nessuna traccia di lei. Mi stavo dirigendo verso la cucina, quando una musica melodiosa iniziò a spandere le sue note, lei era nel salone.
Mi diressi lentamente verso quella parte, il cuore ora stava aumentando il suo battito ed un leggero nodo alla gola mi indicava la forte emozione.

Era lì in piedi che mi aspettava. Affascinante visione.
Prese dal tavolo due bicchieri.... Martini ben ghiacciato come piace a me. Rimasi stupito.
Bevemmo un lungo sorso, poi prendendomi il bicchiere dalla mano, lo riposò sul vassoio.

Ero lì, immobile e senza pensieri, completamente soggiogato da quella presenza femminile così seducente e decisa. Si avvicinò a me e, sollevandosi sulla punta dei piedi, iniziò a baciarmi sul collo... Mi girò intorno continuando a baciarmi. Era dietro di me, ne sentivo il profumo, avevo gli occhi socchiusi, mi gustavo questo momento.
Le braccia mi cinsero la vita, con sapiente destrezza trovò il nodo dell'accappatoio e lo slacciò. Le sue mani carezzevoli sul mio petto mi facevano già provare brividi di sottile piacere. Chiusi gli occhi, mentre lei faceva scivolare il mio accappatoio in terra.

I suoi baci sulla schiena...  le sue carezze leggere sul mio petto....
Con la lingua prese a scorrere tutta la spina dorsale che io inarcavo ogni volta al suo passaggio. L'eccitazione era fortissima, ma rimanevo immobile, incapace di farla smettere.

Si strinse con il suo corpo dietro di me, sentivo le forme del suo seno e il suo caldo respiro sul collo. Le mani lentamente scivolavano giù, dapprima sullo stomaco, poi sempre più giù. Prese con una mano il mio sesso ormai eretto ed iniziò ad accarezzarlo dolcemente...
Sentivo anche la sua eccitazione, il battito del suo cuore accelerato. Con un dito mi stava sfiorando il frenulo, provocando un'erezione ancora più intensa.

Tolse la mano e mi venne nuovamente di fronte, mi guardò negli occhi e sorridendo s'inginocchiò davanti a me...

 
 
 

Una strana storia (parte 4)

Post n°6 pubblicato il 28 Marzo 2010 da LudotecaMan

...Era chiusa in bagno ormai da un'ora, sentivo ogni tanto un pianto sommesso. Avrei voluto bussare a quella porta, farle capire che con me si poteva sfogare senza nessun problema, che avrei saputo ascoltarla, che sarei stato insieme a lei nel suo dolore. Non lo feci, ed oggi me ne rammarico.

Decisi di andare in cucina per prepararle un the caldo, sicuramente l'avrebbe aiutata a sentirsi meglio. Misi su l'acqua a scaldare e mentre sceglievo quale infuso prepararle, sentii la porta del bagno che si apriva. Rimasi lì, pensando che girare un po' per casa da sola le avrebbe dato più sicurezza, le avrebbe dato di me l'impressione di essere meno estraneo.

Un rumore sordo colpì le mie orecchie... era la porta di casa che si richiudeva.

Se ne era andata così...

 
 
 

Una strana storia (parte 3)

Post n°5 pubblicato il 27 Marzo 2010 da LudotecaMan

…. mi scrutò.  Sguardo fisso, fiero di se. Si rese conto subito della situazione anomala, ma non mosse un muscolo, tutti i suoi sensi erano tesi nello sforzo di comprendere la situazione. Guardò intorno qualche istante, poi  di nuovo verso me, stava studiando chi ero e cosa in quel momento sarebbe stato meglio fare. Evidentemente decise che era opportuno non muoversi, di aspettare le mie mosse. Immobile anch’io continuavo a fissarla con sguardo dolce, abbozzando un leggero sorriso rassicurante. Capii che avrei dovuto fare il primo passo e con voce tranquillizzante dissi: ciao, il mio nome è……. Ti ho vista sotto la pioggia battente e mi sono permesso di farti salire in macchina per farti riparare. Spero non ti dispiaccia.
Continuava a fissarmi senza dire una parola. Proseguii: posso chiederti cosa ti è successo? Silenzio…
Cosa avrei potuto fare? Decisi la cosa migliore per lei e dissi: vieni, ti accompagno a casa mia così potrai asciugarti e metterti in dosso qualcosa di caldo.
Scansai la sua testa dal mio petto, scesi dalla macchina e mi diressi allo sportello opposto, l’aprii e le tesi la mano per aiutarla a scendere. La prese saldamente nella sua, chiusi l’auto e tenendo ancora la sua mano nella mia ci dirigemmo verso l’androne.
Entrati in casa le mostrai dove era il bagno, presi degli asciugamani puliti, una camicia ormai stretta per me e un paio di pantaloni della tuta, era l’unica cosa che mi era venuta in mente per farle coprire la parte inferiore. Posai il tutto vicino a lei, e chiudendomi alle spalle la porta le dissi di fare tutto con comodo.

Mi sedetti sul divano della sala da pranzo e attesi…

 
 
 

Una strana storia (parte 2)

Post n°4 pubblicato il 26 Marzo 2010 da LudotecaMan

…. Quanto tempo sarà trascorso? Dieci minuti… un’ora… non lo so. Il mio braccio intorno alle sue spalle è immobilizzato e non posso vedere l’orologio.  Ho continuato a guardarla dormire, ormai conosco ogni tratto del suo volto, potrei descriverlo a occhi chiusi quanto ora mi è famigliare. La mano vorrebbe sfiorarlo, accarezzarlo, ma non oso. Sono solo uno sconosciuto che per caso in questo momento le è vicino.
Il suo respiro regolare gonfia un seno regolare e la camicetta ancora bagnata disegna le sue forme. Le gambe leggermente scoperte sono ben disegnate, né  troppo magre ne’ grosse, apparentemente lisce, segno di una persona che cura il proprio corpo.
Ha smesso di piovere. Un timido sole ora si affaccia tra le nuvole ormai prive di pioggia.
La mente ha continuato a pensare, a fare congetture. Cosa sarà mai successo a questa donna? Perché si stava lasciando bagnare senza difendersi? Quale lancinante dolore doveva aver provato? Tutte domande alle quali non avrei potuto dare risposta.

Mi preoccupava il momento del suo risveglio. Come avrebbe reagito quando si sarebbe accorta di essere in macchina tra le braccia di uno sconosciuto? Spavento… terrore…  Un altro brutto momento, dopo quello che aveva passato, non le serviva proprio. Non sapevo cosa fare, ero immobilizzato. Avrei cercato tra i ricordi della mente il mio sguardo più dolce e rassicurante… Sarebbe bastato?

Proprio in quel momento si mosse, si stava per svegliare. Lentamente, come chi sta tornando da un mondo lontano, apri gli occhi e….

 
 
 

Una strana storia (prima parte)

Post n°3 pubblicato il 24 Marzo 2010 da LudotecaMan

Un bel temporale rinfrescante ci voleva proprio.  Me lo stavo godendo tranquillamente alla finestra, quando ad un tratto mi prende la voglia di uscire, voglio gustarmelo su una delle terrazze più belle di Roma. Eh, si… me ne vado al Gianicolo.

Prendo le chiavi della macchina, l’ombrello che poco sopporto e mi dirigo verso il parcheggio.

Piove proprio a dirotto, nonostante l’ombrello, sono già mezzo bagnato. Scorgo da lontano qualcuno poggiato sulla mia macchina. Incurante della pioggia si sta inzuppando completamente. Mi avvicino e vedo una donna molto elegante, un tailleur blu di ottima fattura, una collana di perle, scarpe e borsa perfettamente in tinta.

Apro la macchina, e senza pronunciare una parola, la faccio accomodare.

Singhiozza! Le lacrime scendono copiose confondendosi con l’acqua della pioggia. L’unica cosa che ho per poterla asciugare è un rotolo di scottex sotto il sedile. Strappo via alcuni fogli e comincio ad asciugarla. In silenzio mi lascia fare, forse dentro di se mi ringrazia meravigliata. Mi guarda, ma non sta vedendo me, i suoi occhi sembrano persi dietro pensieri lontani. Un grande dolore deve attanagliarle il cuore.

I finestrini sono ormai appannati, fuori non si vede nulla. Ogni tanto i suoi singhiozzi vengono interrotti dal rumore dei tuoni.

L’ho asciugata quanto possibile, i suoi abiti sono troppo bagnati, decido di accendere il motore e far entrare aria calda nell’abitacolo.

Mi guarda, forse per un attimo mi vede… si avvicina e poggia la sua testa sul mio petto. Il pianto lentamente diminuisce e il respiro si fa più regolare. Il calore del motore comincia a riscaldarla.

Con voce bassa inizio a parlare… lei non risponde… Sento il suo respiro regolare e il cuore ormai calmo. Si è addormentata…

 
 
 

Calura estiva

Post n°2 pubblicato il 23 Marzo 2010 da LudotecaMan

Aveva fatto un gran caldo per tutto il giorno. I ritmi della giornata erano stati come sempre intensi.

Ora, tornata a casa, non desiderava altro che farsi una doccia. Cominciò a  spogliarsi non appena entrata; alla fine del corridoio era già mezza nuda. Aprì il rubinetto dell’acqua e al suo scrosciare si sentì già meglio.
Tolse il reggiseno accarezzandosi per un attimo compiaciuta, le era sempre piaciuto il suo seno ancora sodo. Tolse gli slip e fu subito sotto la doccia. Quella frescura spazzò via in un attimo tutta la stanchezza e le tensioni della giornata. Si asciugò quanto bastava per non bagnare troppo, voleva conservare su di se ancora per un po’ il piacere di quella sensazione di benessere.
Accese lo stereo e si gettò sul letto. Finalmente un attimo di pace.

La mente cominciò a vagare. Pensò a tutto quello che era successo durante il giorno, poi pian piano, se ne distaccò. La musica in sottofondo era piacevole e invitava a sognare. Il pensiero di lui si fece strada; pensò alle sue mani, a come le immaginava, a come desiderava fossero:  morbide ma vigorose. Cominciò ad accarezzarsi, cercando di riprovare ancora quelle emozioni che le sue parole sapevano trasmettergli. Movimenti lenti, leggeri, quasi impercettibili percorrevano il suo corpo rinnovando piaceri troppo spesso sopiti. L’eccitazione raggiunse il culmine, un vortice di piacere la inondò.
Il pensiero di lui era ancora li e, quasi senza accorgersene, si addormentò.

 
 
 

Sabato mattina

Post n°1 pubblicato il 20 Marzo 2010 da LudotecaMan

Ormai tutto è pronto, ogni cosa al suo posto, ogni possibile evoluzione della giornata è stata prevista.

Olii ed essenze profumate in bagno, musica pre-registrata per le varie situazioni, candele in camera e le lenzuola perfettamente stirate e profumate, tanto cibo nel frigo per poter sfamare un reggimento con i gusti più disparati e fiori… tanti fiori sparsi ovunque.

Arriverai verso le 10, ora direi abbastanza inusuale per un sabato mattina.

Ci siamo conosciuti qui, su libero per caso e poi frequentati  abitualmente, sempre più incessantemente.

Poco fa mi hai mandato un ultimo sms: sto arrivando… ho tanta voglia di te.

Controllo minuziosamente tutti i particolari, non deve mancare nulla. Il pensiero che tra poco sarai qui mi esalta.

Il campanello suona, finalmente sei realtà!

Apro la porta e rimango incantato, come può tanta classe e fascino incarnarsi in una sola persona?

Anche tu mi guardi, sei raggiante!

Freniamo l’istinto palese di buttarci uno tra le braccia dell’altra e ci salutiamo cordialmente con un bacio sulla guancia.

Ti faccio accomodare e prendo con me la tua borsa e la giacca del tailleur per riporli con cura nella cabina armadio. Hai una camicetta bianca con piccoli ricami fatti a mano,  una gonna dritta color turchese  e i sandali con i tacchi non eccessivamente alti. Cose semplici ma portate con indubbia eleganza.

Rimaniamo lì, pressoché immobili a guardarci. Allungo una mano verso te, la prendi e ti avvicino a me.

Quello che avevamo tanto desiderato e sognato si stava avverando. I nostri visi erano ormai vicinissimi, percepivo il tuo leggero profumo di mughetto e il tuo respiro leggermente accelerato. Le labbra si sfiorarono, quasi a saggiarne la consistenza. Il tuo lucida labbra era ormai anche sulle mie. Qualche istante che sembrò eterno, poi il bacio… e che bacio… appassionato, irruento, lunghissimo… le nostre lingue si cercavano, si trovavano e si lasciavano in un turbinio voluttuoso di sensazioni…

Avrei voluto spogliarti subito e fare l’amore così, senza un attimo di respiro… e so che anche tu avresti voluto. Così non feci.
Finito quel bacio ti presi nuovamente e con dolcezza la mano. Lentamente m’incamminai verso la stanza da letto. Ti feci entrare e lasciandoti per un attimo la mano accesi le candele ed un bastoncino d’incenso scelto per il suo profumo particolare tra i tanti che avevo odorato nel negozio.

Mi guardavi mentre mi muovevo e assaporavi mentalmente quanto sarebbe accaduto.

Tornai da te e guardandoti in quegli occhi così profondi, cominciai a slacciarti la camicetta. Il tuo respiro si era fatto più pesante e il tuo seno sembrava essersi ingrandito, tanto da sentirsi stretto nel reggiseno.

Sfilai la camicetta lentamente poi con un gesto fulmineo slacciai il reggiseno lasciandoti senza niente. Chinai la testa sul collo e iniziai a baciarlo, ad assaporarlo. Sentivo il tuo piacere crescere e lentamente scivolai più in basso. La lingua scorreva circolarmente sul tuo seno, lontano dal capezzolo, volevo far crescere ancora di più la tua voglia. Quando giunsi a baciarlo era talmente sensibilizzato che ti provocò un sussulto. Piccoli gemiti uscivano dalle tue labbra….

Mi chinai ancor più in basso, mentre le mani facevano scorrere la zip della tua gonna e quando m’inginocchiai davanti a te eri rimasta solo con gli slip.

Le mie lunghe braccia tracciavano disegni sulla tua schiena, scorrendo dalla nuca fino alle natiche. Tu in silenzio mi lasciavi fare mentre nella mente pensavi a quanto fosse bello questo mio modo d’amarti, senza fretta, gustando tutto come si fa con un cibo estremamente prelibato. Volevo darti piacere, un piacere lungo, intenso, estenuante, come non avevi mai provato. Per me il tuo piacere era il mio piacere!

I miei baci erano piccoli, ravvicinati, senza tralasciare nulla esploravano il tuo corpo. Le mani scese sui tuoi morbidi fianchi sollevarono il bordo della mutandina e la fecero scendere. Un attimo di pudore ti porto ad indietreggiare, ma la voglia di sentirmi era così forte che con un gesto deciso riavvicinasti il tuo corpo alla mia bocca.

La lingua scorreva all’interno delle tue cosce, si avvicinava alla parte intima di te, senza però sfiorarla e il tuo desiderio era ormai all’apice. Continuai ancora cosi per qualche istante, mentre le mani ormai tenevano strette i tuoi glutei, fino a che un rivolo di umore scese lungo la pelle… lo assaporai… e poi seguendo il suo percorso entrai con la lingua in te….

 
 
 
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