Creato da LudotecaMan il 20/03/2010 |
Post n°31 pubblicato il 11 Maggio 2012 da LudotecaMan
Se saprai starmi vicino,
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Post n°30 pubblicato il 06 Maggio 2012 da LudotecaMan
Rimani con me questa notte... per deliziarlo oltre ogni limite. |
Post n°29 pubblicato il 09 Aprile 2012 da LudotecaMan
Sapevo che eri lì! Anche se non potevo ancora vederti, avvertivo la tua presenza. Il tuo profumo era ancora a me sconosciuto, ma è come se lo avessi assaporato da sempre. Come un cieco mi muovevo in quella casa buia, tutto era per me come nuovo. Muovevo piccoli passi intento a non sbattere. Chiunque al mio posto si sarebbe allontanato, l'ignoto a volte può far molta paura. Ignaro di cosa sarebbe accaduto, andavo avanti con decisione, nulla ormai poteva fermarmi. Sapevo dentro di me che alla fine ti avrei trovata. A volte mi sembrava di sentire i tuoi passi leggeri, o di intravedere qualcosa, ma il buio era così fitto che sapevo benissimo essere frutto della mia immaginazione. Il corridoio era lungo e stretto, ed al suo lato destro trovavo di volta in volta una nuova stanza. Entravo, e nel più assoluto silenzio, cercavo di scorgere un segno della tua presenza. Entrai... il cuore mi batteva ormai ad una velocità spropositata, il respiro era profondo, i miei sensi erano ormai giunti all'apice. Sentivo di poter percepire tutto intorno a me, la persistente oscurità aveva accentuato ogni mia capacità. Immobile e attento sentii qualcosa davanti a me; era il tuo respiro leggero come una nuvola. Feci un passo nella tua direzione, ora da leggero e lento, il tuo respiro divenne più veloce, sapevi ormai che ti avevo trovata. Mi avvicinai... sentii il tuo profumo di donna... La mano si allontanò da me per cercarti, non sapevo quanto distante fossi, ma sapevo che eri lì, ormai inesorabilmente vicina. Un altro passo e la mia mano ti sfiorò. Un brivido percorse la tua pelle e rimbalzo sulla mia. Anche l'altra mano si protese verso di te, sfiorai i tuoi fianchi e... mi resi conto che eri nuda. |
Post n°28 pubblicato il 07 Aprile 2012 da LudotecaMan
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Post n°26 pubblicato il 06 Novembre 2010 da LudotecaMan
Quando mi svegliai istintivamente portai il braccio verso di lei, volevo sentire ancora il contatto con la sua pelle. Nulla! Il letto era vuoto! Forse era in bagno e io non l’avevo sentita alzarsi. Tenevo gli occhi chiusi, mentre le immagini di questa euforica felicità scorrevano nella mente. D’un tratto sentii una voce maschile vicino a me che diceva: papà svegliati, è tardi. Ti sei riaddormentato e siccome dormivi così bene non ho avuto il coraggio di chiamarti di nuovo. Eri sorridente, sembravi felice. Ma che sogno hai fatto? |
Post n°25 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da LudotecaMan
SI! Risposi immediatamente. Tornammo dalle parti del museo per riprendere la macchina, naturalmente c’era sul tergicristallo l’immancabile multa. Sembra come se gli ausiliari del traffico abbiamo una specie di campanellino nella testa che li avverte quando un tagliando è scaduto. D’altronde non avrei mai immaginato di lasciare lì la macchina per tutto questo tempo. Giunti nelle vicinanze dell’albergo vidi un fioraio, ormai sono aperti anche tutta la notte. Scelsi l’orchidea più bella per donarla a lei. Rimase piacevolmente sorpresa e, sollevandosi sulla punta dei piedi, mi diede un bacino sulla guancia. La stanza era piccola e confortevole. Tutto era in ordine. Mi invitò ad entrare. La tenni lungamente stretta tra le braccia, lasciando alle emozioni il tempo di fluire. Poi, ancora vestiti ci sdraiammo sul letto... |
Post n°24 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da LudotecaMan
Si era fatto veramente tardi, il sole aveva lasciato il posto alla notte. Dalle finestre non giungeva nessun rumore, era ormai ora di cena. Anche noi avevamo una certa fame. Ci rivestimmo continuando a guardarci, occhi negli occhi, e con quel mezzo sorriso di chi è felice e non riesce a nasconderlo. Mi raccontò molto altro di lei, delle sue origini straniere, di come aveva conosciuto l’uomo che sarebbe diventato suo marito, dell’amore per la natura. Scoprii così che nella mia città era solo di passaggio. Fu come ricevere un pugno nello stomaco, questo avrebbe voluto significare che sarebbe stato molto difficile rivedersi. Volevo domandarle dove vivesse e non lo feci, la paura che mi dicesse una località lontana centinaia di chilometri mi bloccò. Nonostante il ristorante mi fosse sconosciuto debbo dire che mangiammo molto bene e, soprattutto lo trovammo molto accogliente e confortevole. Sorseggiando il caffè iniziammo a parlare di noi, di quanto ci era accaduto, del fatto che non avremmo mai immaginato di fare l’amore con uno sconosciuto. Ascoltavo le sue parole piacevolmente emozionato, arrossendo di tanto in tanto. Anche a me non era mai capitato una cosa del genere e con lei mi ero sentito uomo, nel termine più bello della parola. Alle volte il nostro sesto senso ci dice qualcosa di diverso; spesso rimane inascoltato, questa volta averlo assecondato mi ha regalato uno dei momenti più belli della mia vita. E’ ora che io torni in albergo, mi disse. Rimani con me questa notte? |
Post n°23 pubblicato il 24 Ottobre 2010 da LudotecaMan
Parlammo a lungo, sentivamo tutti e due che non era scattata solo attrazione fisica, quello che ci aveva colto così all’improvviso era molto di più. Mi parlò di lei, del rapporto con i genitori, della madre persa prematuramente, del padre sempre assente a causa del lavoro. Ascoltavo e riflettevo su come avessi vissuto anch’io l’assenza di mio padre. La figura maschile nell’ambito famigliare viene troppo spesso vista come marginale, come se l’educazione e la crescita dei figli riguardasse solo la madre. Solo da grandi si comincia a percepire questa mancanza, e quanto pesa. Difficile pensare di lasciarsi e tornare alla quotidianità. Mi avvicinai di nuovo a lei e la baciai. Questa volta fu un bacio dolce, assaporato lentamente, consapevole di quanto fosse bello quello che stava nascendo. |
Post n°22 pubblicato il 15 Ottobre 2010 da LudotecaMan
La giornata non prometteva nulla di buono, avevo già ricevuto diverse telefonate dall’ufficio, erano solo problemi da risolvere. Iniziai a chiamare, cercando di essere più tranquillo possibile, incredibile come le persone possano andare in escandescenze per un non nulla. Sfoderai tutto il mio self-control, cosa non difficile per me, per rabbonire quelle persone. Alla terza telefonata però ero esausto. Mentre parlavo camminavo, mi aiutava a rilassarmi. Mi accorsi allora di essere davanti all’ingresso di una mostra, erano esposti alcuni capolavori dei Macchiaioli di Firenze. Quei dipinti così ricchi di colori, quei contrasti, mi rapirono. Non sono un intenditore d’arte e non comprendo molto le differenze di stili e la qualità del pennello, so solo che se un quadro mi colpisce è perché tocca le corde delle mie emozioni, mi parla al cuore. Mancavano ormai solo due stanze alla fine, quando davanti a un Fattori, vidi una giovane donna che scrutava il dipinto con attenzione. Sembrava una critica d’arte, o quantomeno, un’appassionata. Mi fermai a osservarla. I capelli le scendevano ricci lungo la schiena, il fisico proporzionato era molto gradevole. Indossava un maglioncino sportivo sopra a una gonna a pieghe, un abbigliamento che nella sua semplicità trovo molto attraente. Le gambe mi colpirono particolarmente, avevano qualcosa che le faceva apparire vellutate come mai mi era capitato di vedere. Quanto tempo trascorse non lo so, quella figura mi aveva completamente astratto dalla realtà. A un certo punto lei si girò, evidentemente aveva percepito uno sguardo insistente dietro di lei. Mi guardò, anzi, mi fissò per alcuni interminabili secondi. I suoi occhi mi colpirono con la forza di un uragano, penetranti e forti. Rimasi come inebetito, incapace di muovermi o proferir parola. Leggevo una carica di vita, una passionalità mai viste prima. Girandosi si diresse verso l’ultima sala. Lasciai, per una volta, che il mio istinto mi guidasse e la seguii. Ci guardammo intorno e un attimo dopo eravamo dietro una colonna, quasi completamente nascosti a gli occhi della gente. La passione esplose violenta e incontrollata. Le nostre bocche avidamente si trovarono in un bacio interminabile. Le mani esploravano incessanti ogni parte del corpo, come se ognuno di noi volesse appropriarsi dell’altro. Le mie passarono sul suo seno rigoglioso, sulle spalle, sui glutei. Sollevando la gonna misi la mano dietro le mutandine in una carezza fulminea, per poi tornare a scorrere sulla schiena. Lei fece altrettanto. Incurante di tutto mi sfiorò le spalle, il petto, le cosce, fino ad avventurarsi tra le gambe per sentire tutta la mia eccitazione. Quel posto non andava bene, volevamo molto di più. Sempre tenendoci saldamente per mano, ci muovemmo in direzione del centro, lì avremmo trovato sicuramente qualcosa dove rifugiarci. Alcune centinaia di metri e intravedemmo la scritta a bandiera di un albergo. Se fosse stato bello e comodo in quel momento non era certamente nei nostri pensieri. Entrammo decisi. Pochi istanti dopo eravamo già con la chiave in tasca. Fu un bel momento perché lei, precedendomi, e sempre tenendomi per mano, si mise a correre su per le scale. Il gonnellino svolazzava mostrando completamente le gambe, ancora più belle di quanto avessi notato prima. Ero così emozionato che faticai un poco a introdurre la chiave nella toppa. Un piccolo tonfo e la porta si chiuse dietro di noi. Ci guardammo ancora una volta negli occhi, ma fu un attimo, con foga iniziammo a spogliarci l’un l’altro. Lo facemmo in maniera così disordinata che finimmo per trovarci incastrati nei nostri stessi abiti. Ricordo che ridendo caddi sul letto e lei appresso a me. Ci amammo per ore con enfasi quasi selvaggia, mai paghi del nostro piacere e della voglia di dare all’altro ancor di più. |
Post n°21 pubblicato il 09 Ottobre 2010 da LudotecaMan
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Post n°20 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da LudotecaMan
Erano i primi tempi delle chat. Un mondo ancora sconosciuto e suggestivo. Conobbi virtualmente una donna di Roma che in quel momento era in vacanza in Sardegna. Trascorse l'estate continuando a chattare, sempre più in confidenza, sempre più contenti di quella conoscenza. Le proposi, vincendo la mia timidezza, di conoscerci. All'inizio lei rispose di no per quel momento; non era al massimo della forma e non voleva che io la conoscessi così. Alla fine, dopo tante insistenze da parte mia, mi diede un appuntamento. Ero felice! Fu l'ultima volta che la sentii! Qualche tempo dopo, una fatalità incredibile. |
Post n°19 pubblicato il 26 Settembre 2010 da LudotecaMan
E ancora la sacerdotessa parlò e disse: Parlaci della Ragione e della Passione.
Gibran |
Post n°18 pubblicato il 04 Settembre 2010 da LudotecaMan
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Post n°17 pubblicato il 12 Agosto 2010 da LudotecaMan
Chissà se aveva un amore, mi domandavo. C’era un uomo nella sua vita? E se c’era, che diritto avevo io di essere lì in quel momento e, oltretutto, in quello stato? Sentivo il suo profumo dentro le narici. Ero così vicino che mi sembrava non fosse più lo stesso di prima. Forse stavo sognando, ma ora non mi sembrava più cosi artificiale: era profumo di donna. Si, dovevo staccarmi subito, altrimenti avrei perso il controllo delle mie emozioni. Lentamente iniziai a tirare indietro il braccio, dovevo fare pianissimo per non svegliarla. Mentre ero intento a questa manovra, la mia mano percepiva ogni centimetro della sua pelle. Avrei voluto svegliarla, amarla appassionatamente, farle provare piaceri inenarrabili… Con gli occhi contro il soffitto mi diedi dell’imbecille.
Non so quanto tempo trascorse, vagavo con la mente facendo le congetture più strane. Alternavo momenti di euforica eccitazione ad altri ragionato sconforto. Se era nuovamente lì con me un motivo doveva pur esserci e non mi convinceva che fosse solo per la mia faccia da buono che ispira sempre fiducia. Nella mia vita è stato spesso così, sempre considerato un gentiluomo, uno che non se ne approfitterebbe mai. Che voglia però questa volta di non esserlo! Immerso nei miei pensieri mi accorsi con ritardo che il suo braccio si era mosso e la mano accarezzava il mio petto… |
Post n°16 pubblicato il 06 Agosto 2010 da LudotecaMan
Nelle mie braccia tutta nuda Di chi è questo cuore che batte Dove finisce la notte Nazim Hikmet |
Post n°15 pubblicato il 22 Giugno 2010 da LudotecaMan
Impossibile riuscire ad addormentarmi! Quel corpo caldo e morbido vicino al mio mi provocava turbamento. Mi sentivo sempre più eccitato e, anche se non avrei voluto, il mio sesso cominciò ad irrigidirsi, iniziando a spingere contro le sue natiche. Avrei voluto allontanarmi, mi vergognavo di quella situazione incontrollabile, ma lei bloccava il mio braccio impedendomi di allontanarmi. |
Post n°14 pubblicato il 17 Aprile 2010 da LudotecaMan
Cercai di sistemarmi meglio che potevo, i divani sono sempre troppo stretti e spesso anche corti. Ancora vestito e con una copertina sopra, provai ad addormentarmi. Pensieri di ogni tipo si rincorrevano nella mente, uno iniziava, lo seguivo, ma prima che finisse, già un'altro era lì pronto a scalzarlo. Un senso di irrequietezza mi pervadeva e non riuscivo a liberarmene. La parola “morte” riecheggiava nelle mie orecchie. Decisi di farmi una camomilla. Mi alzai, e prima di andare in cucina, passai davanti alla camera da letto per controllare che fosse tutto a posto e che lei riposasse tranquilla. Invece non era così: un pianto sommesso si levava nel silenzio della notte. Decisi comunque di non invadere quel suo spazio, e tornai verso la cucina. Misi su l'acqua a bollire e mi recai in bagno per una doccia veloce. Dieci minuti ed ecco, davanti a me, una bella tazza di camomilla fumante da sorseggiare. Seduto, tra un sorso e l'altro, guardavo fuori in giardino senza vedere nulla, con i pensieri ormai appannati. Che cosa potevo fare per quella donna? Così assorto, non mi accorsi che mi era alle spalle. Percepivo la sua presenza dal profumo leggero e dal respiro faticoso di chi ha pianto molto. Non mi mossi. La sua mano si posò sulla mia testa e iniziò ad accarezzarla lentamente, poi prosegui sulla guancia e questo mi fece trasalire: non dimenticherò mai quella carezza. Si chinò e, baciandomi sulla spalla, prese la mia mano e mi tirò a se. Voltandosi s'incamminò lungo il corridoio e con flebile voce disse: "Vieni". Ci ritrovammo sotto le coperte, distesi uno di fianco all'altro. Mi guardò per un attimo, poi girandosi su un fianco mi diede le spalle. Prese la mia mano e portò il mio braccio a cingerle la vita. La strinsi forte contro di me, come a essere un tutt'uno. Ogni parte del nostro corpo combaciava.... Rimasi immobile ascoltando il suo respiro che lentamente rallentava, fino a che si addormentò. Nel buio della notte la immaginai finalmente serena e sorridente. |
Post n°13 pubblicato il 10 Aprile 2010 da LudotecaMan
C’era silenzio tra di noi. Assorti nel nostro microcosmo non sentivamo neppure il vociare intorno. Ci sedemmo a un tavolo vicino alla riva del laghetto, lei con lo sguardo rivolto allo specchio d’acqua ed io alla sua sinistra. Mettermi di fronte avrebbe potuto crearle imbarazzo e renderle ancora più difficile la spiegazione. Ordinammo un aperitivo a un cameriere che solertemente ce lo porto subito. Un breve sorso, mentre il silenzio aleggiava su di noi. Con lo sguardo rivolto lontano iniziò a parlare. “Quel giorno, quando mi trovasti appoggiata alla tua macchina sotto la pioggia battente, avevo appena ricevuto una notizia al telefono: mio fratello era morto in un incidente con la moto.” Un profondo respiro e una lacrima scese a solcarle la guancia. Allungai il braccio verso di lei e presi la sua mano stringendola con forza. Riprese a parlare. “Era più grande di me di due anni, eravamo molto legati. Amici in comune, uscivamo sempre insieme. Gli volevo un bene dell’anima”. In quel momento le lacrime, così volutamente trattenute, iniziarono a sgorgare copiose dai suoi occhi. Un pianto disperato prese il sopravvento. Mi rivolsi al cameriere con un cenno e, pagato il conto, ci allontanammo in direzione della mia macchina. Volevo che quel suo momento di disperazione potesse essere sfogato con tranquillità, senza lo sguardo incuriosito degli altri astanti. Accomodati sui sedili poggiò, come la prima volta, il suo viso sul mio petto, ed io l’abbracciai...
Pianse a lungo, ininterrottamente, come se quel dolore non conoscesse fine. Volevo fermarla, faceva male anche a me tutta quella sofferenza. Sapevo però che ogni parola sarebbe stata vana, bisogna arrivarci fino in fondo al dolore, solo così si ha la speranza di riemergere. Anche la mia mente iniziò a ripercorrere i dolori della vita, e tutti quei momenti di sofferenza in cui avrei voluto piangere anch’io così violentemente. Le lacrime non erano mai riuscite a uscire, erano sempre rimaste lì, attaccate agli occhi, come se un’invisibile collante impedisse loro di sgorgare. Ormai era buio. Il suo pianto ormai era sommesso. Tra di noi neppure una parola. Scendemmo dalla macchina. Lei era ancora troppo provata per il lungo pianto, tanto da essere malferma sulle gambe. Le cinsi la vita e l’accompagnai all’entrata. Il silenzio sembrava essersi impadronito di noi. Le preparai il letto e poggiata una coperta all’altezza dei piedi, nel caso avesse avuto freddo, presi un cuscino per me. La baciai sulla fronte e mi diressi verso il divano del salone. Sarebbe stata una lunga notte di pensieri…. |
Post n°12 pubblicato il 08 Aprile 2010 da LudotecaMan
Mi svegliai all’alba. Il pensiero di lei ancora prepotentemente dentro di me. Mentre mi preparavo a uscire notai il mio stato d’animo, ero euforico per l’incontro della sera, ma anche calmo e sereno. La giornata proseguì tranquilla, sbrigai il mio lavoro con l’entusiasmo infantile di chi sa che alla fine della giornata avrebbe trovato una magnifica sorpresa. Arrivai all’appuntamento,come sempre, con notevole anticipo. Decisi di passeggiare intorno al laghetto per smorzare un po’ quella tensione che sentivo crescere in me. Ci fermammo, e per qualche secondo, rimanemmo a guardarci da lontano. Sorrise. Era estremamente affascinante e mi perdetti per un attimo in quegli occhi lucenti.
Lentamente ci avvicinammo... Come l’avrei salutata? Una stretta di mano? Troppo formale. Un bacio sulle labbra? Decisamente eccessivo. L’istinto decise per me. Ci trovammo abbracciati delicatamente, con il viso che guardava oltre. Rimanemmo così per qualche istante, come ad aspettare che il cuore riprendesse il suo battito normale. Poi, prendendole la mano, iniziammo a passeggiare. |
Post n°11 pubblicato il 05 Aprile 2010 da LudotecaMan
Presi il telefono di slancio, composi il numero e immediatamente riagganciai. Mi spogliai, mi distesi sul letto… e sognai di lei. |
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