Creato da fbellbra il 24/02/2007

CAFFE' AMARO

una piccola pausa, tra sogno e disincanto

 

 

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IL TUFFO IN LIBRERIA

Post n°4 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da fbellbra

immagineSe potessi mi trasferirei in una libreria.
Come quel tipo della pubblicità che voleva restare dentro alla Coop. Hanno da poco trasferito all'ultimo piano del Centro Commerciale Le Barche di Mestre Feltrinelli e Ricordi  insieme e in più ci hanno aperto un bar dentro. Lo chiamano Bistro e capisco bene perchè. Puoi berti lo spritz o il caffè, un bel calice di prosecco o una spremuta d'arancia fresca e nel frattempo leggerti un libro, anche senza comprarlo. Qualche giorno fa ho incontrato un vecchio seduto ad uno di quei tavolini che componeva musica.
Tavolini per due apparecchiati con cura, e poi il bancone con gli sgabelli alti che si affaccia alla vetrata. Fuori si vedono i palazzi anni 60 di Piazza Barche, osceni, certo, Mestre fa proprio schifo. Eppure quando sono lì è come se mi dimenticassi di tutto e mi sentissi in un caffè parigino, musica jazz di sottofondo, un libro di poesia in mano. Un tuffo in una dimensione parallela. Sparisce il vociare delle persone e parlano le parole. Dio quanto adoro i libri. Li leggerei tutti, li sfoglierei in cerca di parole che mi emozionano per una vita intera. Appena entrata supero, sbirciando i titoli, il settore novità letteratura e mi fiondo sul mio angolino preferito: saggistica. Lì vicino poi un'occhiata a filosofia e storia. E poi poesia. Ci sono sempre troppi pochi libri di poesia nelle librerie. Chissà perchè. Da Hikmet a Garcia Lorca, ancora un tuffo di piacere per il mio cervello rinsecchito dalla cronaca bianca.
Cerco ogni volta di lasciare a casa i soldi quando vado in libreria, ma è inutile: esco sempre con almeno un libro in mano e un gran senso di insoddisfazione. Mi affascina, mi seduce e poi mi lascia l'amaro in bocca il sapere. So benissimo che mai potrò leggere tutti quei libri nella mia vita, so benissimo che mai potrò conoscere a fondo tutte le cose che invece vorrei sapere. E questa cosa proprio non riesco a mandarla giù. La chiamano "sete di conoscenza" se non sbaglio. Quella che portò l'Ulisse di Dante alla sua condanna. Ma mi assumo volentieri il rischio...
Ogni volta che sono giù mi tuffo in libreria per farmi abbracciare dalle parole e dai loro autori. I poeti, già. Loro si che capiscono sempre tutto...

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Commenti al Post:
bibe.mt
bibe.mt il 26/02/07 alle 18:27 via WEB
I poeti capiscono tutto perchè i loro versi sono come piccoli semi che attecchiscono dove la terra è fertile e dove ritengono di essere riconosciuti, anche di significati che non appartengono loro. Ma è più spesso merito della terra se un seme fruttifica...
 
lorenzopellegrini
lorenzopellegrini il 27/02/07 alle 16:35 via WEB
come ti capisco...
 
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