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Il week end piovoso è stato stimolante. Ho ufficialmente cominciato a scrivere il libro.
Domenica mattina la mia sveglia biologica mi ha svegliato, come al solito, precisamente alle 06.40.
Non c'è verso. Quando mi sveglio mi sveglio.
E così mentre fuori brontolava il temporale io mi sono accoccolata in divano e ho cominciato a ripercorrere con la mente i primi fotogrammi del viaggio.
L'attesa estenuante alla frontiera bielorussa, il controllo dei camper, la notte a dondolare in cuccetta...
Non sono ancora convinta di cominciare da lì, comunque da qualche parte dovevo pur iniziare a scrivere. Tanto il finale l'ho già scritto. Viene fuori un po' a puzzle, poi con calma si ricomporranno i pezzi.
Le parole vengono giù da sole, sono gli aggettivi a volte il problema. Voglio cercare le sfumature giuste, ma allo stesso tempo usare le parole più semplici che conosco.
Sempre amato gli ermetici del '900, io.
Cominciano a emergere dal calderone di informazioni che sto facendo bollire nel cervello da un mese, circa, anche le citazioni dei libri che ho letto finora. Cacchio, stavolta ho decisamente superato il limite: 6 libri bevuti in poco meno di un mese, con tanto di appunti e di copiatura su pc per poterli citare. Me ne rendo conto solo ora. E altri mi aspettano sopra la scrivania...
Eppure mi sembra sempre di non sapere abbastanza. Lo so che devo scrivere un libro-reportage, non un saggio storico, però nella mia testa rimbombano un sacco di "perchè" e io mi sento così ignorante. So a malapena che è esistita una cosa chiamata Unione Sovietica, so qualcosa di più (ora) su perchè il sistema è crollato, so così poco su cosa è successo nel '900 in questo paese gigantesco e così diversificato al suo interno, so a malapena perchè c'è stata la guerra in Cecenia, e che dire del Kirghizistan di cui non sapevo nemmeno l'esistenza? E Lenin alla fine chi era, cosa ha fatto? Ci sono un sacco di persone, di nomi, di fatti che conosco così in superficie, pur avendo studiato al liceo e avendo sostenuto esami di storia all'università...
Questo è davvero tutto quello che sappiamo della Russia e dei suoi drammi?
La cosa mi mette a disagio perchè non so nulla della Russia, come non so nulla della Cina, dell'India, del Sud America e dell'estremo Oriente... insomma mi sento e mi voglio sentire fino in fondo cittadina del mondo, ma mi accorgo ogni giorno di più di quanto questo mondo sia così grande e inafferabile.
Posso anche leggere mille libri al mese, ma devo accettare l'idea che non capirò mai tutto ciò che c'è da capire. Tanto per citare uno a caso, aveva ragione Socrate quando disse "l'unica cosa che so è di non sapere".
pfui...
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