Creato da fbellbra il 24/02/2007

CAFFE' AMARO

una piccola pausa, tra sogno e disincanto

 

 

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Le dimensioni della politica globale

Sono sempre più convinta che non abbia più senso, in Italia e nel mondo, parlare di destra e sinistra. Sono categorie vecchie e inadatte a descrivere l’attuale situazione politica. Il dialogo si è spostato su un’altra dimensione. Sono anni che divoro libri di storia del post comunismo, di sociologia della globalizzazione, di post colonialismo nel terzo mondo, di globalizzazione dei consumi e di post consumismo. Yunus, Latouche, Rifkin, Bello, Terzani, Travaglio, Zanotelli, Kapuscinski e Sartori sono solo alcuni degli autori che mi hanno accompagnato nella definizione di questa convinzione.

E’ una questione di fasi storiche. Se fino alla rivoluzione francese del 1789 si contrapponeva “SOPRA” (i nobili, i ricchi) e “SOTTO” (i contadini, i poveri), per i due secoli successivi è stata l’apoteosi di “DESTRA” (Capitalisti) e “SINISTRA” (Comunisti). Ma dal 1989 in poi, anche se in modo graduale, tutte queste categorie, ricchi e poveri, capitalisti e comunisti, sono state rimescolate e inglobate in un discorso ancora più ampio e complessivo: AVANTI o INDIETRO.

La guerra tra ricchi e poveri continua ad esistere, sempre più feroce, nei bassifondi delle città occidentali come nei villaggi del terzo mondo. Quella tra destra e sinistra si è svuotata nel momento in cui ci si è accorti che in realtà il comunismo inteso come risposta al capitalismo era fallito, se non (e questo è il caso italiano) mai esistito. Mentre in Italia i vecchi politici continuano a usare vecchie categorie, inefficaci e antiquate, la vera questione è tra chi è pro o contro la Costituzione, la legge, i diritti umani. Da una parte i furbi, dall’altra gli onesti, da una parte coloro che calpestano la democrazia e le sue leggi dall'altra le vittime delle ingiustizie.

In Italia insomma siamo fermi al DENTRO (quelli che starebbero bene in galera) e al FUORI. Al CON (Con la Costituzione) e al CONTRO.

E mentre il nostro paese è impantanato su questa palude, il resto del mondo ha già fatto ingresso nella nuova dimensione storica, che è quella della globalizzazione, in cui la contrapposizione è tra CONSUMISTI e DECRESCITI (non so se si dice così...) tra chi vuole spingere AVANTI all’infinito i consumi e la crescita, e chi vuole ridimensionarli, ridurli, fare un passo INDIETRO, iniziare a “decrescere”, a rallentare...

Chi non ha mai sentito parlare di “Decrescita” (consiglio di leggere il libro di Serge Latouche “La scommessa della decrescita”) ne sentirà parlare sicuramente di più nel futuro. Così come sentirà parlare ancora di più di risparmio energetico, bioedilizia, alimentazione biologica, sviluppo solidale, business sociale...etc...

Siamo così abituati a guardare il futuro pensando ai cambiamenti climatici e  alle catastofi naturali, alla crisi del petrolio e alle guerre dell’acqua, alla minaccia nucleare e all’inquinamento globale che forse non riusciamo nemmeno a pensare che esiste anche una direzione opposta all’ “AVANTI” infinito: l’INDIETRO.

Sta nascendo una nuova "ideologia" globale in contrapposizione al consumismo e al capitalismo degli eccessi. Qualcuno la identifica con il movimento NO GLOBAL ma il significato di questa parola è stato volutamente distorto. C'è di più, c'è il contributo ECOLOGISTA, che diventerà sempre più forte e determinante, c'è il concetto di GLOCAL, quello di DECRESCITA e quello di "SLOW" (es www.slowfood.it), c'è la volontà di rendere protagonista il TERZO MONDO, c'è la ricerca di una spiritualità profonda, lontana dalle "sovrastrutture", più vicina all'essenza del messaggio religioso, alla sua intrinseca e potente realtà. 

Io mi ci sento dentro come in un fiume in piena.

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/10/10 alle 17:23 via WEB
Quello che non si è ancora realizzato veramente è che insieme al comunismo si è disfatto il capitalismo, perchè è una forma sociale non più sostenibile. Come sempre nella storia, quando muore uno dei due antagonisti, subito dopo muore anche l'altro. Andremo verso una niova società, ormai chiamata la società della conoscenza. Solo che l'attuale establishment non ci vuole andare. Il sistema morirà, ma non senza fare stragi. Ma bisogna andare avanti, come sempre è successo nella storia.
 
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