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Lettera al Giornale di Brescia del 10/09/2008
Concorsi pubblici su base regionale
Chiedo ospitalità per illustrare ai lettori del Giornale di Brescia un’importante conquista della Lega Nord; una misura che si propone di mettere fine al grave problema della pessima ridistribuzione territoriale del personale della pubblica Amministrazione. Abbiamo compiuto un grande passo in avanti: l’accesso ai concorsi pubblici avverrà anche in base alla residenza, ovvero, il punteggio assegnato ai concorrenti potrà tenere conto della residenza qualora questa consenta un migliore svolgimento della funzione a cui è stato chiamato il candidato.
È noto il meccanismo che troppo spesso si innesca inceppando il motore della pubblica Amministrazione: i vincitori di concorsi in regioni diverse da quelle di residenza chiedono il trasferimento e cominciano così un dannoso, quanto improduttivo, braccio di ferro con l’Ente per avvicinarsi al luogo di provenienza. Un circolo vizioso che si traduce in spreco di denaro pubblico, perdita di tempo e quindi, in ultima analisi, in un danno per i cittadini.
La territorializzazione delle procedure concorsuali mira a risolvere questa annosa questione tramite un intervento organico che, oltre all’introduzione del requisito della residenza nel bando di concorso pubblico, presenta altre novità, come il ricorso alla mobilità per coprire il fabbisogno di personale nella pubblica Amministrazione, l’obbligo di permanenza quinquennale nella sede di destinazione non derogabile dai contratti collettivi e l’introduzione del titolo di preferenza per la permanenza nelle sedi carenti di organico ai fini della formazione delle graduatorie per gli avanzamenti di carriera.
I concorsi pubblici per le assunzioni nelle Amministrazioni statali e nelle Aziende autonome dovranno essere espletati a livello regionale; eventuali deroghe dovranno essere autorizzate dal Presidente del Consiglio. Inoltre, gli uffici con sede regionale, compartimentale o provinciale potranno bandire concorsi unici circoscrizionali per l’accesso alle varie professionalità. In particolare, sarà introdotto l’obbligo di individuare i posti banditi con riferimento alle sedi di servizio e, ove ciò non sia possibile, con riferimento ad ambiti regionali.
Per inciso, la Corte costituzionale si è più volte espressa in materia. Molti, del resto, sono gli esempi in cui il criterio della residenza ha svolto un ruolo decisivo nella formazione delle graduatorie. Ad esempio, la Regione Sardegna ha bandito un concorso per laureati e diplomati in diverse discipline, riservato però ai nati in Sardegna o a persone ivi residenti da almeno quattro anni o a figli di sardi (B.U. della Regione Autonoma Sardegna n° 29 del 16 settembre 1996). Il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha bandito un concorso destinato esclusivamente a giovani laureati residenti nelle regioni meridionali (B.U. del CNR n° 3 del 25 marzo 1996). Ancora: lo Statuto speciale per il Trentino Alto Adige, all’articolo 10, recita: «I cittadini residenti nella provincia di Bolzano hanno diritto alla precedenza nel collocamento al lavoro nel territorio della provincia stessa».
Altrettanto importante, in un’ottica di trasformazione dello Stato in senso federale, è la previsione della mobilità per il personale delle Amministrazioni pubbliche a seguito del conferimento di funzioni statali alle Regioni e agli Enti locali, del trasferimento di attività svolte da pubbliche Amministrazioni ad altri soggetti pubblici di esternalizzazione di attività e servizi.
Vi ricordate cosa successe dopo il referendum del ’93 che sciolse il Ministero dell’agricoltura? Allora lo Stato non riuscì a trasferire i suoi dipendenti alle Regioni che avrebbero dovuto assolvere alle sopraggiunte competenze. A tale personale d’ora in poi si applicheranno le disposizioni in materia di mobilità collettiva e di collocamento in disponibilità. Chi rifiuterà il trasferimento per due volte in 5 anni sarà messo in esubero e collocato in disponibilità.
Queste sono solo alcune delle soluzioni concrete che la Lega di Governo ha voluto, per porre rimedio alle criticità di un sistema di rapporti di lavoro che nel pubblico deve trovare, al più presto, equità, competitività ed efficienza.
Concorsi pubblici su base regionale
Chiedo ospitalità per illustrare ai lettori del Giornale di Brescia un’importante conquista della Lega Nord; una misura che si propone di mettere fine al grave problema della pessima ridistribuzione territoriale del personale della pubblica Amministrazione. Abbiamo compiuto un grande passo in avanti: l’accesso ai concorsi pubblici avverrà anche in base alla residenza, ovvero, il punteggio assegnato ai concorrenti potrà tenere conto della residenza qualora questa consenta un migliore svolgimento della funzione a cui è stato chiamato il candidato.
È noto il meccanismo che troppo spesso si innesca inceppando il motore della pubblica Amministrazione: i vincitori di concorsi in regioni diverse da quelle di residenza chiedono il trasferimento e cominciano così un dannoso, quanto improduttivo, braccio di ferro con l’Ente per avvicinarsi al luogo di provenienza. Un circolo vizioso che si traduce in spreco di denaro pubblico, perdita di tempo e quindi, in ultima analisi, in un danno per i cittadini.
La territorializzazione delle procedure concorsuali mira a risolvere questa annosa questione tramite un intervento organico che, oltre all’introduzione del requisito della residenza nel bando di concorso pubblico, presenta altre novità, come il ricorso alla mobilità per coprire il fabbisogno di personale nella pubblica Amministrazione, l’obbligo di permanenza quinquennale nella sede di destinazione non derogabile dai contratti collettivi e l’introduzione del titolo di preferenza per la permanenza nelle sedi carenti di organico ai fini della formazione delle graduatorie per gli avanzamenti di carriera.
I concorsi pubblici per le assunzioni nelle Amministrazioni statali e nelle Aziende autonome dovranno essere espletati a livello regionale; eventuali deroghe dovranno essere autorizzate dal Presidente del Consiglio. Inoltre, gli uffici con sede regionale, compartimentale o provinciale potranno bandire concorsi unici circoscrizionali per l’accesso alle varie professionalità. In particolare, sarà introdotto l’obbligo di individuare i posti banditi con riferimento alle sedi di servizio e, ove ciò non sia possibile, con riferimento ad ambiti regionali.
Per inciso, la Corte costituzionale si è più volte espressa in materia. Molti, del resto, sono gli esempi in cui il criterio della residenza ha svolto un ruolo decisivo nella formazione delle graduatorie. Ad esempio, la Regione Sardegna ha bandito un concorso per laureati e diplomati in diverse discipline, riservato però ai nati in Sardegna o a persone ivi residenti da almeno quattro anni o a figli di sardi (B.U. della Regione Autonoma Sardegna n° 29 del 16 settembre 1996). Il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha bandito un concorso destinato esclusivamente a giovani laureati residenti nelle regioni meridionali (B.U. del CNR n° 3 del 25 marzo 1996). Ancora: lo Statuto speciale per il Trentino Alto Adige, all’articolo 10, recita: «I cittadini residenti nella provincia di Bolzano hanno diritto alla precedenza nel collocamento al lavoro nel territorio della provincia stessa».
Altrettanto importante, in un’ottica di trasformazione dello Stato in senso federale, è la previsione della mobilità per il personale delle Amministrazioni pubbliche a seguito del conferimento di funzioni statali alle Regioni e agli Enti locali, del trasferimento di attività svolte da pubbliche Amministrazioni ad altri soggetti pubblici di esternalizzazione di attività e servizi.
Vi ricordate cosa successe dopo il referendum del ’93 che sciolse il Ministero dell’agricoltura? Allora lo Stato non riuscì a trasferire i suoi dipendenti alle Regioni che avrebbero dovuto assolvere alle sopraggiunte competenze. A tale personale d’ora in poi si applicheranno le disposizioni in materia di mobilità collettiva e di collocamento in disponibilità. Chi rifiuterà il trasferimento per due volte in 5 anni sarà messo in esubero e collocato in disponibilità.
Queste sono solo alcune delle soluzioni concrete che la Lega di Governo ha voluto, per porre rimedio alle criticità di un sistema di rapporti di lavoro che nel pubblico deve trovare, al più presto, equità, competitività ed efficienza.
Davide Caparini
Presidente Commissione bicamerale
Questioni Regionali
Capogruppo Lega Nord Commissione
Lavoro a Montecitorio
Roma
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