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Esattamente cinque mesi fa...

Post n°176 pubblicato il 21 Giugno 2008 da LaCattivaStrada84

Non ricordo esattamente a che ora mi son svegliato: non sara’ stato troppo tardi, dovevo ancora finire la valigia, andarla a pesare alle poste cercando di non disperdermi nel frattempo…

Non credo di aver dormito molto, fra l’emozione e la scomodita’ ( piacevole ) di dormire con altre tre persone in 2 letti uniti :le “ammucchiate” ( mi si passi il termine improprio…) negli ultimi tempi andavano per la maggiore, visto il via vai che c’era in casa mia.

Ricordo bene pero’ il sottofondo scelto ( da me) prima di andare a coricarsi: la colonna sonora del “ Favoloso mondo di Amelie”.

Troppe emozioni insieme la sera prima, tutti insieme al Caffe’ Letterario: e non era ancora finita….

Ok, ci alziamo, io e Fra corriamo subito alle Poste per vedere di quanti kg sforavano le valigie, e dovendo passare dal centro, ovviamente mi prende il pensiero di fare un ultimo saluto, a quella persona che e’ entrata nella mia vita cosi’ prepotentemente ( anche se mi sa il “prepotente” sono stato di piu’ io) proprio verso la fine della mia avventura in terra emiliana.

Volevo che ad accompagnarmi fosse una rosa, ma sfiga ha voluto che quello era proprio il giorno di chiusura dei fiorai. Prima avevamo incrociato il fioraio ambulante,ma ignari che non avremmo trovato negozi di fiori aperti non l’avevamo fermato.

Ormai rassegnato mi dirigo verso la biblioteca a mani vuote, quando mi arriva la telefonata del provvidenziale Fra, che aveva beccato il tipo e lo aveva inchiodato li’ per aspettarmi: gia’ parlavo con lei, dovevo trovare una scusa per dileguarmi momentaneamente.

A dire cazzate sono un fenomeno, quindi devo aver accampato una scusa del tipo “ il mio amico sta morendo dissanguato, vado, lo finisco e torno subito” che gia’ correvo verso piazza Prampolini. Compro la  rosa ( o le rose? non ricordo….), che dopo 2 minuti che avevo in mano, avevo gia’ rovinato, non so bene neanche io come.

Raggiungo il tipo di nuovo, che secondo me mosso a compassione, l’altra me l’ha regalata   direttamente.

Ritorno trafelato in biblio, lei e’ ancora li’: ultimo saluto, questa volta veramente ultimo, con una promessa non chiara negli occhi, quell “filo”che nonostante tutto ancora non si e’ spezzato. Peccato averti conosciuto cosi’ tardi Chiara,ma sicuramente meglio che non averti conosciuto mai.

Alle poste la notizia interessante e’ che le valigie sforavano complessivamente di un qualcosa come 15/20 kg: bastava togliere un qualcosina, e probabilmente all’aeroporto non mi avrebbero fucilato per direttissima.

Torno a casa, rifaccio le valigie, nel frattempo casa mia era diventata un simil centro sociale, con Riccardo e Gabriella che si erano svegliati da poco ed erano anche loro li’ in quei 35 cm quadri a contribuire ad aggravare casino e  malinconia.

Si decide per l’automobile di Fra, come mezzo di trasporto verso l’aeroporto e dopo aver ripesato le valigie ( lo sforamento era sceso sui 10/12 kg, fucilazione evitata) si va a prendere Gio, la si porta a casa, si aspetta la Roby e Miriam e si parte.

Saluto la mitica dimora di VIA MARZABOTTO 10, ed eccoci qui in macchina io, Fra, Milly, la Roby e Gio.

Partiamo e prima di imboccare l’autostrada Gio decide di mettere su nello stereo il cd che avevo fatto per loro….

Eccomi qui, con quattro persone speciali intorno, guarda caso quelle persone, che riflettendoci bene, dal momento in cui sono entrate nella mia vita, ci sono state sempre, nella gioia e nel dolore non mi hanno mai abbandonato.

Sara’ un caso che proprio loro fossero li con me in quel mio ultimo viaggio?

Milly, ha sopportato forse la fatica peggiore, quella di avermi in camera per piu’ di 3 anni, con  i miei scleri, le mie strane manie ( chiudermi a chiave quando ascoltavo musica, imporre i miei oggetti negli armadi ecc cc ). Lei, che prima di aprirsi ci mette una vita, e forse prima di piangere ne mette 2 di vite, me la son ritrovata in lacrime la sera prima, che mi sorrideva ( mentre piangeva!) dicendomi: “bastardo, alla fine ce l’hai fatta a farmi piangere!”.

La prendevo per culo i giorni prima , “ora che me ne vado, piangerai!” ma neanche io ci credevo tanto mentre lo dicevo, visto che prima di veder piangere Miriam, bisogna che avvengano un paio di diluvi universali e l’arresto definitivo di Berlusconi.

Eppure eccola li’ la sera prima, con le lacrime agli occhi e con una lettera in mano ( altro evento raro Miriam che scrive lettere) e io li’ basito,subendo forse in quel momento lo shock piu’ forte di quei giorni ( pur pieni di emozioni molto forti).

Mentre si viaggia verso Forli’, guardo i loro volti, le mie 3 donne li dietro di me, e Francesco al mio fianco. Le guardo dritte negli occhi, per poi riabbassare subito lo sguardo, le accarezzo, e mi volto: ancora non ho ceduto alle lacrime.

Si susseguono le note dei miei pensieri, quelle note che hanno fatto da colonna sonora ad un anno bellissimo….

Sento l’affetto che mi sommerge, e’  qualcosa di struggente e bellissimo, mi giro continuamente, sono agitato ma cerco, per quanto possibile, di alleviare l’atmosfera che piu’ volte rischia di cadere nella malinconia.

La persona che ho piu’ difficolta’ a guardare e’ la mia Roby: sul suo volto si legge palese la tristezza, e’ quella che gia’ sapevo avrebbe sofferto  piu di altri la mia lontananza, gia’ lo si capisce.

Roby, mia anima affine, che sei entrata nella mia vita in maniera cosi’ curiosa, assurda come tutto il nostro rapporto, mai ben definito.

Dal tuo incontro Reggio Emilia ha avuto un suono diverso, mentre ci conoscevamo e ci scoprivamo simili, affini nella diversita’ che ci separa a volte cosi’ nettamente dal resto del mondo….

Non piangere Amica Mia carissima, ci incontreremo ancora,  sai, in qualche splendido giorno…”

Giorgia, sa in qualche modo nascondere meglio le sue fragilita’, mi continua a sorridere e a stringermi la mano, e penso a quanta importanza abbia avuto per me, questa persona incontrata nel mio ultimo anno.

Intensa come poche, con quei tuoi abbracci che definire scosse elettriche e’ riduttivo, tu che quando ci sei fai sentire una persona al centro del suo mondo. Come alla mia laurea, come la sera prima quando avevo paura di leggere la mia lettera,e ho trovato coraggio nei tuoi occhi e nelle tue parole.

Appena prima di arrivare a Forli’ mi arriva l’ennesima emozione forte sotto forma di cd, non un cd qualsiasi, ma il cd dove e’racchiusa “tutto quello che ha, tutta quella che e’”.

Regalarmi un cd e’ parlare il mio linguaggio per antonomasia, quello della musica, che ben meglio delle mie parole esprime le mie emozioni e le sa spiegare.

Non era il primo cd che ricevevo in quel periodo ( la Vale ci era andata giu’ pesante con un intero porta cd) ma di quella “entita’”non ricordo mai di averne ricevuti.

Ne ho regalati di cd in cui provavo a spiegare me stesso ( in generale quando faccio compilation, nello scegliere canzoni cerco sempre di raccontare qualcosa di  me, per poter dare alla persona che lo riceve, quello che le mie banali parole spesso non riescono a dare)ma credo mai di averne ricevuti con la stessa palese intenzione. Era la prima volt ache qualcuno utilizzava in “quel modo” con me, un linguaggio che io amo utilizzare molto con le persone che reputo speciali.

Eccoci qui nel piccolo aeroporto di Forli’, i minuti passano inesorabilmente veloci ed e’ arrivato il momento dei saluti . Me le abbraccio tutte le mie donne, e continuo a resistere, resistere, resistere alle lacrime, neanche io so come.

Arriva il momento di Fra, e’ l’ultima persona che abbraccio, e li’ quando Francesco apre bocca, non resisto neanche 30 secondi per sciogliermi.

Scoppio a piangere, tutte le lacrime che in preda ad una qualche forma strana di “paralisi emotiva” non avevo versato in quei giorni ( nonostante gli stimoli fortissimi), scendevano copiose in quel momento.

Le “mie “ donne non ci sono riuscite a farmi piangere, mentre tu si ,in meno di un minuto, bastardo….

Mi chiami “fratello maggiore”, tu 3 anni piu’ grande di me, tu che con il tuo fratello di sangue hai sempre avuto un rapporto conflittuale, mentre io un fratello di sangue non l’ho mai avuto.

Sei tuo mio fratello adesso,o meglio lo sei da piu’ di 3 anni, da quando ti conobbi in quel magico teatro una sera dell’ottobre 2004.

Non credo che avere un sangue comune sia in fondo cosi’ importante, quando si e’ accomunati da “Qualcos’ Altro”: chiamiamola “deandreite” va’.

Sei stato il mio primo vero amico a Reggio, sei arrivato nel mio momento in assoluto piu’ difficile da quando mi trovavo li’ in Emilia, quando forse proprio la cercavo una spalla amica. E da quella sera, in cui ci scoprimmo entrambi “deandreiani” e “queenettari” la mia vita avrebbe preso un altro corso.

La mia rinascita cominciava li’, da te, Amico Mio, e mentre in quel momento all’aeroporto mi dicevi, “Raf da Reggio te ne vai da vincente” riferendoti a quelle “vittorie” che  persone come me e te reputano importanti, beh,in quel momento pensavo:" tieni presente che ho cominciato a vincere da quando ti ho conosciuto, e che tutto e’ cominciato da te."

Dopo quel pianto tanto atteso( avevo “resistito”, non so neanche io come a stimoli emotivi di ogni genere in quegli ultimi giorni)  e per questo assolutamente liberatorio, arrivava il momento dell’imbarco….

..esattamente 5 mesi fa, verso quest’ora ( 19 ora locale), stavo per atterrare in Inghilterra…

 

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Commenti al Post:
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Anonimo il 21/06/08 alle 20:11 via WEB
Troppe cose..ma te ne dico una.."non nascondo ora con due sciocchezze che son commossa"..robby.
(Rispondi)
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