Sembra non esserci proprio pace
per lo straordinario patrimonio storico
artistico del comune di Caulonia,
che dopo essere stato orrendamente
mutilato dalla leggerezza incosciente
delle varie amministrazioni
che si sono susseguite negli
anni, rischia ora di vedersi addirittura
sottrarre, dalla Soprintendenza
regionale ai beni
artistici, l’unica testimonianza
dell’arte
bizantina presente
nell’antico borgo.
Dall’ufficio cosentino
sono categorici:
«O il comune scende
a più miti consigli
sui lavori di restauro e protezione
di questa testimonianza preziosissima,
e si attiene alle nostre disposizioni,
oppure saremo costretti
a staccare l’affresco del “Cristo
trionfatore” dall’abside della vecchia
chiesa di San Zaccaria per trasferirlo
all’interno di un museo e
conservarlo come si conviene ad
una meraviglia del genere».
Una storia complicata, fatta di
lettere perentorie da parte della soprintendenza
e di risposte evasive
dall’ufficio tecnico comunale; di
progetti pittoreschi con colonne doriche
e pavimenti in simil cotto «del
tutto carenti e privi degli studi necessari
per un opera che nel mondo
– esclusa Istanbul – esiste solo a
Caulonia» e di ben due direttori di
lavori che nel tempo si sono dimessi,
per un affare che rischia di finire
nel peggiore dei modi per la cittadinanza
oltre che naturalmente per i
progetti di turismo
culturale che dal
palazzo municipale
si afferma di volere
perseguire. Tutto
inizia quando dal
comune appaltano
i lavori, per un totale
di quasi 400 mila
euro, per la “messa in sicurezza”
dell’opera che gli esperti datano tra
il X e l’XI secolo, e proprio in questa
ottica evidentemente, si decide
di abbattere la vecchia tettoia costruita
negli anni ottanta per proteggere
l’affresco dagli agenti atmosferici
– in seguito al terremoto del
1783 infatti della chiesa di San Zaccaria
è rimato in piedi solo l’abside
che contiene al proprio interno
l’opera – in attesa della costruzione
della nuova protezione, pensata dai
progettisti per difendere nei secoli,
dagli agenti atmosferici e dagli atti
di vandalismo, la figura del Cristo
circondato da S.Giovanni e dalla
Madonna. Questo almeno nelle intenzioni.
Perché in effetti, a leggere la fitta
corrispondenza tra il comune e gli
uffici cosentini – che a causa dei
continui tagli ai fondi non riescono
a controllare per intero l’eccezionale
patrimonio artistico calabrese –
c’è da rimanere di sasso. Incuranti
degli ordini pervenuti dalla soprintendenza
infatti, l’amministrazione
comunale e l’ufficio tecnico di Caulonia,
continuano i lavori che prevedono
oltre alla “protezione” dell’abside
anche la realizzazione della
piazza antistante; lavori iniziati, si
legge in una missiva datata 5 febbraio
«senza la preliminare autorizzazione
di inizio e senza che siano
state rilasciate tutte le dovute autorizzazioni
» e che «i lavori di smantellamento
della tettoia sono stati
avviati in carenza d’autorizzazione
». Proprio per questi motivi, si
legge in un’altra missiva della Soprintendenza
«si dispone l’immediato
ripristino dello stato dei luoghi
antecedenti agli interventi già
realizzati senza autorizzazione e si
raccomanda nel corso delle demolizioni
i mezzi più idonei onde evitare
ogni tipo di danneggiamento
all’abside» che fortunatamente, nonostante
sia rimasto per diversi mesi
soggetto alle intemperie metereologiche
di questo strano inverno,
non presenta, al momento, danni.
Per lunedì prossimo è previsto un
nuovo incontro a Cosenza, dove i
tecnici della Soprintendenza e quelli
del comune tenteranno di trovare
un’intesa che possa evitare alla
antica Kaulon di vedersi scippare,
a causa di un irritante e irresponsabile
prova di forza tentata dal comune,
un pezzo importantissimo
della storia di Caulonia.
Inviato da: valentinodichiera
il 07/02/2012 alle 02:25
Inviato da: difensoredelcomune
il 01/04/2010 alle 12:18
Inviato da: valentinodichiera
il 16/11/2009 alle 18:35
Inviato da: manialavorata
il 15/11/2009 alle 17:45
Inviato da: cavallaro90
il 17/02/2009 alle 17:42