Creato da c.rendina il 23/12/2005

Cris' personal blog

la seconda parte del diario di bordo...perchè io mantengo le promesse! ^__^

 

 

VITA DI TUTTI I GIORNI

Post n°147 pubblicato il 07 Febbraio 2008 da c.rendina

 

non so da dove cominciare .. in capo ad una settimana lavorativamente parlando ho perso non poca fiducia in me stessa. e questo per curriculum -pochi, a dire la verità, si contano sulle dita di una mano- mandati a vuoto; per un colloquio che non stento a definire estenuante, per la durata e per il fatto di aver incautamente mostrato, e dovuto mostrare, lati di me molto personali. è stato come sentirmi “frugare” nelle mie cose, una sensazione del tutto sgradevole. mi sono chiesta perplessa cosa c’entrasse tutto questo con la mia professionalità .. con le mie capacità, la mia intraprendenza e la serietà che penso di avere sul lavoro. inutilmente, perché dopo sette giorni non ne sono ancora venuta a capo. sta di fatto che, e mi secca ammetterlo, una chiamata indietro non è arrivata. giustamente, ovvio. non è tanto la delusione, però, di non essere stata all’altezza di un posto di lavoro che davvero mi interessava, e che andrà a qualcun altro che probabilmente avrà metà della mia passione per l’arredamento e il design, ma ben altre qualifiche e "pezzi di carta" da esibire. è che mi viene da mettere in discussione il mio percorso, quel corso di specializzazione, quasi due anni pagati a mie spese, a fare avanti-indietro il sabato a milano, a passare le serate tra fogli da disegno, chine e pastelli. i sacrifici, la stanchezza a volte, la soddisfazione di portare a termine qualcosa. di saperne qualcosa in materia. almeno credevo. speravo fosse un buon punto di partenza. e adesso, forse, punto e a capo. non era comunque mia intenzione “fermarmi”. mi stavo già interessando per altri corsi, altre partecipazioni. è solo che mi viene da chiedermi in momenti come questi cosa serva poi tutto quell’impegno, quel darsi da fare, che gli altri nemmeno sanno, e che si permettono di giudicare. certo, serve a me stessa, eccome. la passione per un lavoro. la voglia e l'entusiasmo di imparare sempre qualcosa di nuovo, di immagazzinare nuovi spunti, anche semplicemente sfogliando una rivista. ma sarebbe bello, di tanto in tanto, poter sperare in un riconoscimento sincero che venga da altri. solo sogni .. questi.

 
 
 

ATTIMI PREZIOSI

Post n°146 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da c.rendina

foto: mio scatto 

sabato sera, io e te, zona porta ticinese, milano. non mi è mai piaciuta come città, troppo caotica. troppo alienante. ma devo dire che la zona dei navigli la trovo affascinante, mi mette allegria tutta quella gente dentro e fuori dai locali, dai pub, le birrerie. ristoranti chic ed etnici, a poca distanza gli uni dagli altri. il cuore pulsante della cosiddetta “milano da bere”. detto così sembra qualcosa di tremendamente alla moda, una tappa irrinunciabile del sabato sera. invece è stata la destinazione romantica della tua sorpresa per me, per noi, per il nostro anniversario. il risultato della tua scelta è stato carinissimo: un locale di cucina fushion, nostrana ed etnica al contempo, intimo al punto giusto. luci soffuse e il nostro tavolo su di un soppalco, con la visuale che dominava il bancone bar ed i tavoli sottostanti.

un soffitto di travi completamente riverniciate di bianco, tavolini rustici quadrati e sedie anch’esse bianche, alternate ad eleganti sedie foderate di tessuto panna e dorato. lampade e cuscini su panche improvvisate nella muratura. uno stagno di ninfee rosa dipinto su di una intera parete. che hai gusto dovrei saperlo molto bene, ormai. eppure riesci sempre a sorprendermi, con qualcosa di non–banale. nella mia mente ora come in questi ultimi giorni sto ripercorrendo per l'ennesima volta ancora, a piccoli passi, gli sguardi , i baci, i sorrisi, i discorsi. che non riuscirei a descrivere diversamente da ogni altra volta, proprio perché intrisi di una semplicità disarmante nella sua bellezza.

persino i "paragoni" con un'altra coppia, un po' più grande di noi. il nostro sentirci presuntuosamente migliori, più affiatati, più veri, più uniti, più tutto. le foto ricordo del posto, e come ogni volta, un nostro autoscatto, prima di andare. ogni nostra serata è speciale a modo suo, prima di tutto ai nostri occhi, se non agli occhi degli altri, e quest’ultima non fa eccezione. usciamo abbracciati stretti, avremmo potuto indugiare tra una passeggiata notturna ai navigli e un drink da qualche parte, in qualche altro posto affollato, ma decidiamo per fare ritorno a casa, e continuare la nostra serata tra noi, tra le lenzuola. la mia stanza, il mio letto, il nostro cercarci, il profumo di noi, oramai mi sono abituata a sentirti stretto a me durante la notte, e al mio risveglio.

domenica con rammarico mi è toccato andare a lavoro. ti saluto al volo con un bacio al sapore di caffè, sono già in ritardo.  salgo in macchina augurandomi che le ore passino alla bell'e meglio, e che arrivi presto la sera per poterti riabbracciare. guidando mi accorgo che sorrido come una ragazzina ripensando alla sera prima, il cuore sembra scoppiare di felicità, e non riesco a “darla a bere” nemmeno alle colleghe, che tentano invano di scucirmi qualche informazione in più. eppure sono emozioni che non devono andare sprecate, o sminuite con continui resoconti, commenti, continue intromissioni altrui. sono tremendamente gelosa delle mie emozioni, e ancor più di quelle cose che sappiamo solo noi. basta così poco per stare bene, per essere felici.

 

 
 
 

...

Post n°145 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da c.rendina

 

giorni un po’ così .. altalenanti. in realtà è tutto un periodo che si sta rivelando tale. ci sono giorni in cui il buonumore abbonda, così come la fiducia nel domani, nelle mie capacità. nel fatto che sicuramente sarò in grado di trovare una soluzione ai problemi che potrebbero ipoteticamente pararmisi davanti. giorni in cui ti senti discretamente infallibile, grazie soprattutto alle persone che ti sono vicino e che ti incoraggiano. grazie all’amore, all’amicizia, alla famiglia, e a tutte le cose buone che sono poi i tuoi sostegni.

ci sono giorni invece in cui il malumore la fa da padrone, in cui tutte le certezze del giorno prima possono essere messe in discussione. dove non sei più sicura di niente e nemmeno ti va di guardare al di là del tuo naso. in cui non riesci a pensare nemmeno ai programmi del giorno dopo. quando ti senti stanca e svuotata dentro, senza un motivo evidente. quando i contorni delle cose sfumano e tutto ciò che faticosamente nel tempo hai costruito sembra sfuggire tra le dita come granelli di sabbia. forse è normale .. anche non avere voglia di parlarne ...

 
 
 

DAL DI DENTRO

Post n°144 pubblicato il 17 Gennaio 2008 da c.rendina

 

mi capita raramente di andare a rileggere stralci di post indietro nel tempo .. stasera invece sono andata a rivedere, a rileggere emozioni da me concepite e situazioni descritte su queste pagine. non credevo potesse essere un’emozione così forte. immediatamente ho avvertito il bisogno di incominciare a scrivere altro. credo di non essere in grado di esplicitare le piccole grandi sensazioni che mi si sono e stanno tutt’ora agitandosi dentro me, nel rivolgere il pensiero a ciò che di più caro ho. ai miei lati più intimi e nascosti agli occhi di chi non mi conosce. agli attimi passati negli ultimi mesi. un turbinìo di emozioni positive e negative di cui riuscirei solo a stilare un lungo elenco di flashback.

mai come ora posso ritenermi felice. soddisfatta di come ho fatto progressi nell’annotare le cose di ogni giorno, i sentimenti, gli umori, i tasselli che quotidianamente vanno a comporre la mia esistenza. la mia scrittura potrà sembrarvi sempre molto fluida e naturale, ma non tutti i momenti sono opportuni, oserei dire propizi per una vera riflessione su se stessi. sono contenta che “qualcosa” dentro di me, forse impercettibilmente, ma con costanza, si muova. che le emozioni belle e brutte fluiscano e si alternino in un crescendo di volta in volta più armonico. che riesca a descrivere che posto occupino l’amore, l’amicizia, gli affetti e la realizzazione di sé e molto altro ancora nella mia vita, esattamente come intendo, come me lo ero immaginato.

padroneggiare le mie emozioni tramite la scrittura ha un che di liberatorio. sarò presuntuosa, ma dal canto mio non stento a definirlo quasi un “dono”. un aiuto determinante per capirsi meglio. per farsi capire meglio, da chi amiamo e che a sua volta tiene a noi. un modo per alimentare e mantenere vivo un sentimento, per esplicitarlo ulteriormente, se già non fosse palese. scrivere è nutrire l’anima, è dichiarare se stessi. è mettersi a nudo, anche nelle proprie debolezze, negli attimi di incertezza. è condivisione. è un atto d’amore verso sé e verso gli altri. scrivo per sentirmi di giorno in giorno più libera e consapevole. scrivo per piacere, e nessuno me lo potrà mai negare. 

 

 
 
 

RIFLESSIONI

Post n°143 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da c.rendina

 

rieccomi a casa. sì, non ve l’avevo detto, ma nel frattempo ho staccato la spina per davvero, in silenzio, senza disturbare .. ho spento le luci qui, e voltato le spalle alla routine quotidiana per un piccolo viaggio, lasciando tutto in sospeso .. come sempre più di frequente tra queste pagine ultimamente, ma pazienza .. non sempre si ha la voglia e la forza e il tempo di condividere emozioni ..

sono stati giorni vissuti in relax, totalmente. io e D. mano nella mano, ora a passeggio in lungo e in largo per la nostra beneamata Toscana, ora avvolti nella pace e nella tranquillità di quell’agriturismo sperduto tra le colline senesi .. abbracciati ed insonnoliti nel nostro letto a baldacchino dalle tende candide .. tra luci soffuse, effusioni e tende arancio. una finestra dalle persiane scure cigolanti e pout-pourri profumati alla vaniglia. mai più dolci dei nostri, di baci, però, mi viene da dire. giorni in cui ho cercato di non pensare a nulla, se non a noi due. ho accantonato completamente il lavoro, i doveri, le responsabilità, i clienti. le facce dei colleghi ipocrite, svanite. ho cercato di non pensare, anche se ammetto non mi è riuscito del tutto, alle perplessità per il poi. già in principio non avevo intenzione di fermarmi qui, a questo impiego, ma forse non ero preparata a dover già volgere lo sguardo altrove. e non perché ci sia qualcosa che non vada sul lavoro, niente di più lontano. quello che davvero non va, che mi infastidisce ogni giorno di più, e che è assolutamente impossibile non notare, è quanto in realtà conti farsi benvolere dai propri superiori, piuttosto che spremersi le meningi ed impegnarsi per fare valere le proprie capacità e le proprie conoscenze. guidavo a strappi stasera tornando a casa, innervosita, quasi incredula a sentirmi riportare dalle colleghe tutta una serie di accadimenti che si sono verificati in mia assenza. solo in quattro giorni. che però sono bastati a togliermi il respiro quando è stato il momento di rituffarsi in tutta quell’aria viziata. e sorridere come niente fosse mi riesce sempre più difficile. io, che non sopporto le ingiustizie. io, che sebbene sembra mi lamenti all'inverosimile, zitta zitta ho sempre tenuto duro. non c'è più la voglia di prendersela per persone che non riescono ad andare oltre la superficie, oltre una parola detta a metà, oltre uno sguardo non-interpretato. non c'è più tutta quella voglia di far bene per emergere e farsi notare, poichè sono proprio loro a strappartela via di dosso, la volontà, pezzo a pezzo.

 

sto bene comunque.. ho recuperato
energie. faccio buon viso a
cattivo gioco e intanto sto a vedere.

 
 
 

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Sono in una clinica. Seduto su una sedia scomoda in una sala d'aspetto che guarda sul cortiletto interno. Tutto è tranquillo. Silenzioso e pulito.
Francesca è a pochi metri da me in un'altra stanza. Sta per partorire nostra figlia. Alice. Sono emozionato. Sono preoccupato. Penso a loro e penso a me. Francesca è la donna che amo. È un arcipelago. Un insieme di meravigliose isole che io, navigando nelle loro acque, visito in tutte le loro delicate forme. Di lei conosco ogni piccola sfumatura, ogni minuscolo dettaglio. Conosco i suoi silenzi, la sua gioia. I suoi mille profumi, l'ombra dei suoi baci, la carezza del suo sguardo. Amo la rotondità della sua calligrafia. La luminosità delle sue spalle nude e il suo collo a cui ho sussurrato i miei più intimi segreti. Sono incantato dalla capacità che hanno le sue mani di creare attimi di eternità dentro di me. Adoro i territori dove mi conduce quando mi abbraccia. Territori che conosco pur non essendoci mai stato. E nonostante tutta questa conoscenza riesco ancora a emozionarmi e a regalarmi istanti di stupore. Lo so: sono sdolcinato, stucchevole e patetico, ma non posso farci niente. Credo sia la conseguenza naturale di quando si incontra finalmente il piede che calza alla perfezione la scarpetta che tengo in mano da anni.

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