C'era una volta...

Capisco sia un'argomento non piacevole, ma questo approfondimento mi sembra interessante.

E' una ricerca (del 2001) dell'Eu.R.E.S. (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) sugli omicidi in ambiente domestico in Italia. La potete leggere per intero qui. 
E' un testo molto interessante, di cui copio alcuni stralci:

"Ancora oggi, la prevalenza di una lettura principalmente psicologica e legata al soggetto – autore o vittima di omicidio – sembra correlarsi alla preoccupazione, espressa da coloro che leggono l’omicidio domestico come fenomeno riconducibile essenzialmente alla sfera della psicopatologia individuale, di negare la possibilità di proporre una lettura prevalentemente sociale del fenomeno. Eppure, in presenza di un fenomeno di larga scala, appare doveroso proporre letture e strumenti di analisi che vadano ad indagare più in profondità i meccanismi sociali, i modelli relazionali e le strutture sistemiche che regolano e definiscono gli spazi ed i ruoli all’interno del nucleo familiare. In questo senso è importante considerare il nucleo familiare come luogo principale in cui trovano origine le aspettative individuali e sociali – interne ed esterne al nucleo - ed il sistema dei valori che ne è alla base; laddove il ruolo sociale dei singoli membri del nucleo entri in conflitto con le aspettative individuali dei singoli, i meccanismi aggressivi che questo processo genera tendono a scaricarsi proprio sugli altri membri del nucleo, considerati come i principali responsabili (diretti o indiretti) di questo conflitto. Laddove i singoli individui non riescono a vedere realizzate le proprie attese in termini di ruolo interno ed esterno al nucleo familiare, è ancora la famiglia – come luogo di trasmissione delle aspettative e dei valori – ad essere identificata come principale responsabile di questo “fallimento”.