![](getmedia.php?5nrmco.gm%7DKg%60w_ghe%7D%7C%60%3B%2543%3C2%27%3E9542%25%3Aaiedmik%25d%7C~gaa%7Fdpcagz%2727-%3B%05kmcnmgjgx%7B%27ek%2Fne%7Col%05j%29)
"La fiaba rinuncia ad una struttura in profondità sia spaziale che temporale, sia spirituale che psichica.
Con un tocco magico, ciò che si trova in un rapporto di interiorità-esteriorità od in una sequenza temporale-spaziale viene posto su un unico piano. Con un’ammirevole coerenza i contenuti delle più svariate categorie vengono proiettati su di un’unica, medesima superficie. I corpi e gli oggetti divengono figure, le qualità azioni, i rapporti tra i singoli esseri oggetti-dono esteriormente visibili.
Gli uomini della fiaba trattano da pari a pari con gli esseri ultraterreni. Tranquillamente, senza lasciarsi impressionare, ricevono o rifiutano i loro doni, accettano il loro aiuto o lottano contro di essi, e proseguono per la loro strada.
L'eroe della fiaba vede e sperimenta le cose più fantastiche senza il minimo moto dell'animo.
La fiaba non motiva e non spiega nulla: rappresenta.
I suoi personaggi non sanno in quali rapporti si trovino, ma si fanno portare da questi rapporti e arrivano alla meta. Le figure soprannaturali non si inseriscono in un chiaro e ben ordinato sistema; le vediamo solamente quando intervengono nell'azione, carpiamo quindi solo una breve parentesi del loro agire; questa però trova una sua collocazione logica nella struttura della vicenda."