C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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“...E la sposò, e lei visse contenta”.
Eh, no! La vera storia è più cruenta:
in quella falsa, quella raccontata,
quando, molti anni fa, fu inventata,
aggiunsero carezze e zuccherini
per far contenti bambine e bambini:
invece ascolta, è giusta fino a quando
le orribili sorelle stanno andando,
al gran ballo del Principe invitate,
di notte, tutte quante ingioiellate,
e intanto Cenerentola, tapina,
è chiusa giù, nell’umida cantina,
dove i topacci, in cerca di bocconi,
le stanno già assaggiando i talloni,
e lei strillava: “Voglio uscir di qui!”
finché la Fata magica la udì,
e allora apparve in una luce chiara
dicendo: “Tutto bene, bimba cara?”.
“Ma come, tutto bene!” strillò quella
“Ma se mi stan marcendo le budella!”
E poi, dando gran pugni contro il muro:
“Portami al ballo!” disse in modo duro.
“Portami in discoteca, là al Palazzo
o io qui faccio uno sconquasso pazzo!
Voglio un vestito! Voglio un ricco cocchio,
voglio gioielli che valgano un occhio!
E poi calze di nylon, quelle fini,
scarpe d’argento con i tacchettini!
Vedrai se, ben vestita sopra e sotto,
non ti cucino il Principe ben cotto!”
[...]
Roald Dahl, Versi Perversi
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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