C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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Lo specchio della fiaba "La Bella e la Bestia" pare all'inizio funzionare solo come mezzo di informazione: quasi una sfera di cristallo da maga ambulante.
Attraverso lo specchio Bella viene a sapere che suo padre sta male e soffre per la sua assenza.
Attraverso lo specchio, una volta tornata alla casa paterna, Bella di nuovo riceve informazioni su quello che accade al castello: è la Bestia, questa volta, a stare male per l'assenza di colei che ama.
In realtà, come una parabola dellla costruzione Freudiana della crescita sessuale dell'essere umano, Bella usa lo specchio come strumento di consapevolezza dei propri desideri.
Da bambina (o da adulta ancora infantilmente legata al padre come oggetto d'amore), il suo cuore sa amare solo la propria famiglia di origine.
Da adulta il suo cuore vuole vivere con l'uomo che l'ha fatta innamorare di sé.
Lo specchio quindi altro non è che una finestra aperta sull'inconscio amoroso della protagonista, sulla sua strada di maturazione e sul suo essere divisa tra due fasi della vita e fra due poli di attrazione.
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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