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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 10 Maggio 2005 da cieloverde4

Non contento di quanto scritto ieri nel mio blog ecco la nuova versione, che spero più chiare e rispondente al mio stile. Grazie. 

Dialogo intimo tra 'Io' (la parte più intima di me), a colloqui con il mio amico intimo 'Cielo?.

"ciao Cielo, mi sai dire dove sei finito?" " Te lo ho già detto, altre volte, ogni tanto mi capita di prendermi delle libertà e così me ne vado un pò in giro per visitare qualche amica. Mi soffermo a leggere, con grande stupore, cose bellissime che mi inducono a fare silenzio per assaporare meglio piccole e grandi perle di saggezza ma soprattutto di amore". "Questa sera hai qualcosa di bello da raccontarmi?" " Vorrai dire da comunicarti!. si, si, alcuni preferiscono l'arte del  raccontare in mdo che il narratore resti una  voce fuori campo, ed io ne soffro un pò perchè il mio sentire mi porta a pensare ed assistere ad un meraviglioso:c'era una volta, con tanto di finale a lieto fine: e vissero felici e contenti. Non viene neppure escluso un bellissimo insegnamento da consegnare a tutti gli spettatori uditori. Comunicare contiene nella sua radice: comunione, un elemento per cui viene messo l'accento su chi (e non cosa) comunica. Ecco è alla tua porta e bussa: "c'è qualcono in casa?" Se lo fai entrare sarà nella tua vita e divienterà parte intima della tua vita. Una parte intima di me diventerà parte di te. Non ti comunico parole o pensieri ma me stesso perchè tu mi possa sentire tuo, per recarti gioia, per farti sentire vivo. Alcuni preferiscono raccontare per non sentirsi coinvolti altrimenti  saranno poi costretti a mettere in gioco la propria vita. Non potrai più limitarmi a parlare di sole, di nuvole e restare fuori da ciò che tu mi riveli, dalla tua umanità, dalla tua intimità. Se tu invece, per paura di essere coinvolto, ti dovessi limitare alla consueta cronaca potrai sempre esprimerti liberamente ma come attento osservatore, una voce fuori campo..  le tue parole scivoleranno come gocce d'acqua sul vetro per poi tornare tranquillamente a fare o pensare ad altro.  Quando tu invece provi davvero a comunicare nasce immediatamente qualcosa che ti fa sentire e ti mette in comunione, tu che ascolti e lui o lei che comunica. La sua vita incomincia a scorrere dentro la tua e la tua vita diventa per lui o per lei navigabile. E' certissimamente  dalla modalità dell'ascolto: dono qualcosa di intimo a te che ascolti e lo  ridoni a me che ti parlo. Incomincio a sentire il battito del tuo cuore, sento l'emozione salire, si chiama empatia: sorriso e il dolore si intagliano sul nostro viso; ti sento e mi sento vivo, presente.... E piano piano prendiamo coscienza di essere dono l'uno per l'altro ma anche custodi della nostra intimità, del nostro volerci bene, della forma più alta di libertà: vera capacità d'amare..... E poi possiamo riprendere il nostro specifico cammino rafforzati e arricchiti dal dono che ci siamo noi stessi. Lo sò a cosa pensi che è rischioso, troppo pericoloso.. perchè poi sarai chiamato a gioire con me, a soffrire con me, a lottare com me... ma anche non più solo! Per alcuni è certamente sicuramente troppo, troppo perchè temono per la propria libertà, indipendenza e, il non poter aprire e chiudere a proprio piacimento? Si per alcuni è davvero troppo preferiscono restarne fuori o per lo menoì con la porta sempre aperta, con  facoltà di esprimere qualunque giudizio, indiferenti se posso ferire, se apro ferite, se lentamente porto "l'amico ad una morte incruenta"... Io sono e desidero ardentemente restare uno che vuole restaene quasi giudice sempre "super mpartes". Ed io mio caro amico, proprio non me la sento di fare una scelta diversa... meglio sarebbe per me coinvolto gioiere ed anche soffrire pur di trasmettere la parte viva, vera autentica di me e trasmettergli/le ciò che c'è di vero che possa essereaccolto per diventare lui, lei: la sua stessa vita, la mia stessa vita! Coscienza vigile e luminosa che si ridesta da un lungo letargo....Sì, sarò costretto a pensare, ad amare...ad uscire dal mio guscio  per ritrovarmi faccia a faccia con se stesso. Per alcuni è davvero troppo, si troppo... non basta essere disponibili e quanto occorre anche dare una mano, elargire qualche buon consiglio .... un pò come una vigile crocerossinma? No, perchè dovrà essere il cuore a prendere sempre le giuste decisioni. Me per chi non se la sente non resta che rifuggiarsi inderogabilmente nel 'c'era una volta e... e vissero felici e contenti". Mi dispiace questo non fa e spero non farà mai per me. Penso, almeno per quanto mi riguarda, di lasciarmi coinvolgere, lasciare che sia l'altro o altra a prendere possesso della mia vita:  come mio dono per gioiere, per soffrire, per amare... ed essere vivo ed essere vero. Per sentire la vita dentro di me... e la gioia di essere sempre in buona compagnia con chi ama il cielo, ama la luce, ama tutto ciò che è meravigliosamente bello. Ti saluto amico mio, ti saluto amica mia che passare e vi fermate vi dono un sorrivso, ci faccio un augurio. di restare davvero vivi e luninosi dentro. Ciao. 

 
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