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Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 27 Maggio 2005 da cieloverde4

Mio adorabile "Io" - "cielo",

                                portiamo dentro di noi un anelito fortissimo di felicità fino a trasformarlo in un appello, al diritto ad essere felici. Ma a chi chiedere di fare dal garante per esigere il rispetto di questo diritto?  Chi ci governa? I preti o rappresentanti religiosi? le persone che ci stanno attorno? I ginitori, i figli, il coniuge, il convivente, l'amico?....... In questo caso la felicità viene concepita come un prodotto o pacco-dono da chiedere alla cassa. Ma se ci guardiamo attorno sono tanti coloro che non hanno felicità o che l'hanno persa in seguito ad un evento doloroso. E tutti costoro costituiscono un fiume in piena, che trascinano con se anche i flebili germogli  di speranza e cancellano le piccole oasi di serenità. Ci poniamo fuori dell'uscio di casa protestando perchè nel nostro cuore non c'è pace non c'è felicità!!. Mio caro amico forse anche tu sei uno di costoroi che asspetta che arrivi finalmente la felicità: una nuova diligenza che passa di stazio in stazione. Tu attendi ed essa non arriva perchè qualcuno l'ha rapinata... prendi il giornale ascolti la tv...ed ogni giorno assisti all'assalto della diligenza. Non ci siamo caro amico. Desideri proprio la felicità? Seminala nel tuo campo ed essa crescerà. Mi gaurdi stupito e smarrito: " ma la felicità  non la si può seminare per il semplice fatto che non va a seme e allora cosa posso seminare?". Hai detto giusto: la felicità non va a seme, può crescere nel giardino del tuo cuore soltanto quando l'avrai ben ben disinfestato da ogni erbaccia: orgoglio, desiderio di primeggiare, di sentirti importante. Quando avrai strappato l'erbaccia della vana gloria, dello schiaciare gli altri o di servirtene per i tuoi scopi, per poi  gettare via quanto  non ti serve più. erbaccia di infelicità è lo smoderato desiderio di possedere e di dominare... Si caro amico, in particoalre occorre sdracicare ogni mancanza di umiltà per essere soltalto te stesso allo stato puro di base. Occorre lavorare e faticare, soffrire e sperare senza puntare immediatamente sui risultati. Il cammino è lungo ed impervio ma un giorno ecco spuntare e crescere la felicità. Perchè è di pochi? Perchè sono pochi coloro che hanno pazienza e sanno attendere fiduciosi..... la felicità sei tu, siamo noi, siamo...  quando al posto dei progetti metto il cuore. Un saluto cordiale da Cielo.     

 
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