Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 17 Maggio 2005 da cieloverde4

Girando per il piccolo ma grande mondo dei blog resto colpito non solo dalla capacità creativa degli autori ma soprattutto della ricchezza dei contenuti espressi. A volte quanto viene offerto come dono ai passanti a volte frettolosi a volte in cerca di una piccola ma confortante oasi meriterebbe un approfondimento di ascolto e di risonanza nel cuore. Ho letto che per sapere amare occorre sapere accogliere se stessi e amare teneramente se stesso. Una semplice frase che annuncia a volte un dramma: non riuscendo ad accogliere ed accettare se stessi si ama e si accoglie l'alro. Quanta illusione! quanta fuga in avanti... C'è u n povero "io" a cui spesso "cielo" si rivolge perchè costituisce l'amico più caro, più fidato ma trappo spesso trascurato. Chiede attenzione, affetto, tempo e gli si offre invece impegni, lavoro, amore verso gli altri. E lui "io"  si sente ignorato, trascurato, non accolto nel giusto modo... Ricordo una mamma che diceva alla sua "bambina" ormai adulta: " ora che sei cresciuta non hai più bisogno del bacio della buona notte, della carezza, della calorosa stretta, sei ormai grande...". E lei ne soffriva, ne soffriva tanto. Anche io mio "io" a volte ne soffre e chiede, no non chiede, non pò più chiedere e diventato grande è ormai adulto... ma il suo cuore è sempre quello del fragile fanciullo che ha tanto bisogno di affetto e di tenerezza.   Un bacione a tutti vioi

 
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Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 13 Maggio 2005 da cieloverde4

Ho provato, questa sera, a mettere ordine ai miei pensieri, mi è sembrato che stessi facendo un traslogo: ricompaiono, quasi all'improvviso, cose scomparse  da tempo, sepolte ormai nell'oblio: ricordi e pensieri lontani che all'improvviso tornano ad essere presenza attiva. Il ricordo sembrerebbe essere qualcosa di lontano, di irraggiungile, qualcosa che si perso tra i meandri delle vicende quotidine. Ed eccoli lì, belli e vegeti che fanno capolino dalle esperienze fresche che sto vivendo. Non sono nostalgia di tempo che fù, ma un irrompere nel presente per ricordarmi che la mia vita ha qualcosa di continuativo. Quello che sono oggi è per quello che ho vissuto ieri, per quello che ho sofferto, per quello che ho sperato.... nulla è andato perduto è qui con me per ricordarmi che anche se tante cose sono cambiate il mio cuore è pur sempre quello di ieri, arricchito, impoverito, gioioso, triste, soprattutto ingrossato. E' sempre il medesimo cuore che chiede di non buttare via nulla neppure le tristezze passate perchè le posso trasformare in gioia solo se avrò la pazienza di trasformarle non in semplici esperienze, segmenti di vita passata che io pazientemente ricompongo per rileggere oggi quanto ho già vissuto per accogliere un presente più ricco, più bello, più sereno Ora possiedo la gioia del crogiolo in cui son passato tante volte, possiedola saggezza di chi vuole caparbiamente crescere perchè la vita è qui ora, pronta per essere accolta, per essere amata, per essere donata.... La mia vita per la gioia e la compagnia di chi diventa mio è disposto per nuove avventure, per desideri di cielo pulito dal vento del nord che ha spazzato via le nubi minacciose. Una buona notte a te che sei ancora per la strada. Cielo amico.  

 
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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 10 Maggio 2005 da cieloverde4

Non contento di quanto scritto ieri nel mio blog ecco la nuova versione, che spero più chiare e rispondente al mio stile. Grazie. 

Dialogo intimo tra 'Io' (la parte più intima di me), a colloqui con il mio amico intimo 'Cielo?.

"ciao Cielo, mi sai dire dove sei finito?" " Te lo ho già detto, altre volte, ogni tanto mi capita di prendermi delle libertà e così me ne vado un pò in giro per visitare qualche amica. Mi soffermo a leggere, con grande stupore, cose bellissime che mi inducono a fare silenzio per assaporare meglio piccole e grandi perle di saggezza ma soprattutto di amore". "Questa sera hai qualcosa di bello da raccontarmi?" " Vorrai dire da comunicarti!. si, si, alcuni preferiscono l'arte del  raccontare in mdo che il narratore resti una  voce fuori campo, ed io ne soffro un pò perchè il mio sentire mi porta a pensare ed assistere ad un meraviglioso:c'era una volta, con tanto di finale a lieto fine: e vissero felici e contenti. Non viene neppure escluso un bellissimo insegnamento da consegnare a tutti gli spettatori uditori. Comunicare contiene nella sua radice: comunione, un elemento per cui viene messo l'accento su chi (e non cosa) comunica. Ecco è alla tua porta e bussa: "c'è qualcono in casa?" Se lo fai entrare sarà nella tua vita e divienterà parte intima della tua vita. Una parte intima di me diventerà parte di te. Non ti comunico parole o pensieri ma me stesso perchè tu mi possa sentire tuo, per recarti gioia, per farti sentire vivo. Alcuni preferiscono raccontare per non sentirsi coinvolti altrimenti  saranno poi costretti a mettere in gioco la propria vita. Non potrai più limitarmi a parlare di sole, di nuvole e restare fuori da ciò che tu mi riveli, dalla tua umanità, dalla tua intimità. Se tu invece, per paura di essere coinvolto, ti dovessi limitare alla consueta cronaca potrai sempre esprimerti liberamente ma come attento osservatore, una voce fuori campo..  le tue parole scivoleranno come gocce d'acqua sul vetro per poi tornare tranquillamente a fare o pensare ad altro.  Quando tu invece provi davvero a comunicare nasce immediatamente qualcosa che ti fa sentire e ti mette in comunione, tu che ascolti e lui o lei che comunica. La sua vita incomincia a scorrere dentro la tua e la tua vita diventa per lui o per lei navigabile. E' certissimamente  dalla modalità dell'ascolto: dono qualcosa di intimo a te che ascolti e lo  ridoni a me che ti parlo. Incomincio a sentire il battito del tuo cuore, sento l'emozione salire, si chiama empatia: sorriso e il dolore si intagliano sul nostro viso; ti sento e mi sento vivo, presente.... E piano piano prendiamo coscienza di essere dono l'uno per l'altro ma anche custodi della nostra intimità, del nostro volerci bene, della forma più alta di libertà: vera capacità d'amare..... E poi possiamo riprendere il nostro specifico cammino rafforzati e arricchiti dal dono che ci siamo noi stessi. Lo sò a cosa pensi che è rischioso, troppo pericoloso.. perchè poi sarai chiamato a gioire con me, a soffrire con me, a lottare com me... ma anche non più solo! Per alcuni è certamente sicuramente troppo, troppo perchè temono per la propria libertà, indipendenza e, il non poter aprire e chiudere a proprio piacimento? Si per alcuni è davvero troppo preferiscono restarne fuori o per lo menoì con la porta sempre aperta, con  facoltà di esprimere qualunque giudizio, indiferenti se posso ferire, se apro ferite, se lentamente porto "l'amico ad una morte incruenta"... Io sono e desidero ardentemente restare uno che vuole restaene quasi giudice sempre "super mpartes". Ed io mio caro amico, proprio non me la sento di fare una scelta diversa... meglio sarebbe per me coinvolto gioiere ed anche soffrire pur di trasmettere la parte viva, vera autentica di me e trasmettergli/le ciò che c'è di vero che possa essereaccolto per diventare lui, lei: la sua stessa vita, la mia stessa vita! Coscienza vigile e luminosa che si ridesta da un lungo letargo....Sì, sarò costretto a pensare, ad amare...ad uscire dal mio guscio  per ritrovarmi faccia a faccia con se stesso. Per alcuni è davvero troppo, si troppo... non basta essere disponibili e quanto occorre anche dare una mano, elargire qualche buon consiglio .... un pò come una vigile crocerossinma? No, perchè dovrà essere il cuore a prendere sempre le giuste decisioni. Me per chi non se la sente non resta che rifuggiarsi inderogabilmente nel 'c'era una volta e... e vissero felici e contenti". Mi dispiace questo non fa e spero non farà mai per me. Penso, almeno per quanto mi riguarda, di lasciarmi coinvolgere, lasciare che sia l'altro o altra a prendere possesso della mia vita:  come mio dono per gioiere, per soffrire, per amare... ed essere vivo ed essere vero. Per sentire la vita dentro di me... e la gioia di essere sempre in buona compagnia con chi ama il cielo, ama la luce, ama tutto ciò che è meravigliosamente bello. Ti saluto amico mio, ti saluto amica mia che passare e vi fermate vi dono un sorrivso, ci faccio un augurio. di restare davvero vivi e luninosi dentro. Ciao. 

 
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Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 09 Maggio 2005 da cieloverde4

"ciao Cielo, dove eri finito?" " Te lo ho già detto, a volte mi prendo delle pause per andare in giro a visitare qualche amica.  A volte mi soffermo a leggere cose bellissime che mi inducono a fare silenzio per assaporare meglio piccole e grandi perle di saggezza e di amore". "Ma questa sera hai qualcosa da raccontarmi?" " Vorrai dire da comunicarti!. A volte si preferisce raccontare in mdo che il narratore resti, voce fuori campo e sembra davvero una meravigliosa:c'era una volta, con tanto di morale naturalmemte e di dotto insegnamento. Il comunicare contiene nella sua radice: comunione, un elemento per cui quello chi (e non cosa) ti comunico entra nella tua vita e divienta parte della tua vita. Una parte intima di me diventa parte di te. Non ti comunico parole o pensieri ma qualcosa di me perchè tu senta gioia, tu mi senta vivo. Si preferisce raccontare così posso restare neutro e al di fuori di ciò che tu mi dici. Ne posso farne l'uso che credo: lo giudico, lo soppeso, dico se mi piace o meno e poi... passo ad altro. Quando comunico nasce un qualcosa che mette in comunione chi parla e chi ascolta. E dalla modalità dell'ascolto dono qualcosa d'importante di me a chi mi parla. Lui sente il battito del mio cuore, sente l'emozione salire, il sorriso o il dolore che si disegna sul mio viso, mi sente presente. Diventiamo dono.... diventiamo libertà. E poi riprendiamo il nostro specifico cammino rafforzati e arricchiti dal dono che ci siamo fatto. Troppo spesso trovo chi desidera solo che io racconti così può giudicare, così può tentare di restare fuori, 'super partes'. Non vuole essere coinvolto anche se io mio impegno sarebbe e voglio coinvolgerlo solo parte di me e trasmettergli qualcosa di vero che diventa la sua stessa vita, la sua coscienza critica che si ridesta. Ma ollora sarà costretto a pensare, ad uscire dal proprio guscio o addirittura costretto a ritrovarsi faccia a faccia con se stesso. Ma questo è troppo, si è troppo... si vuole unicamente ed inderogabilmente il 'c'era una volta e... e vissero felici e contenti". Ciao amico mio, ciao amica mia.

 
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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 05 Maggio 2005 da cieloverde4

Questa mattina ho fatto una bellisima passegiata nei blog dei miei amici per lasciare un piccolo saluto. Una boccata d'aria fresca... Mi sento meglio. Ma ora non posso trattenermi perchè il lavoro urge. Vi ricordi e mi ricordo che è davvero meraviglioso liberare il nostro cuore e la nostra mente per far cantare le ricchezze troppo spesso inespresse che portiamo dentro. Bella giornata e a risentirci presto. Un abbracio per te.

 
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