Parole&MusicaRacconti di una vita |
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Post n°19 pubblicato il 01 Settembre 2010 da pacchiello
La prima volta che ti ho vista, dentro lo schermo enorme di un cinema, eri una delle tante ragazze che lottano per farsi spazio nel labirintico ed esasperante mondo del lavoro, e già allora mi aveva colpito la tua capacità di emergere da quella pesante vita, con la tua leggerezza. Leggerezza negli atteggiamenti, nelle conversazioni, nel fare l’amore, nell’essere. E adesso, mentre quasi per caso scopro che tu, meravigliosa conterranea, avrai l’onore oneroso di aprire la mostra del cinema italiano, donandogli un po’ della tua luce innata e fresca come quella delle nostre albe, sento lo scorrere fluido dell’emozione dentro il muscolo che mi da la vita e un irrefrenabile quanto buffo orgoglio nel sentirmi (finalmente) fiero di essere palermitano. Non ho idea se diventerai una star del nostro cinema, ma voglio dirti grazie, a nome di tutti coloro che respirano ogni giorno l’aria di questa nobile città decaduta. Grazie perché ascoltarti è una musica sensuale, dal remoto suono familiare. Grazie per la spontaneità con cui ti perdi in quei sorrisi, tracciando disegni meravigliosi sul tuo viso colorato di rosa, dalla passione che scorre sotto. Grazie perché fai quello che sai fare, e non hai bisogno di dirlo, per comunicarlo al mondo. Grazie per averci creduto, e aver regalato a noi quella che oggi sei. Grazie per tutte le volte che ti guardo, anche quando gli occhi sono chiusi. |
Il languido sciabordio dell’acqua si mescolava alle urla lontane dei venditori ambulanti confondendosi col canto dei passerotti che annunciava il nuovo giorno… In questa stato di semi coscienza decisi che le 8.15 era un orario giusto per compiere la missione che mi ero prefisso ieri e che il sogno appena fatto mi aveva ricordato. Inaugurare la mia personalissima stagione balneare. L’intero, e grazie a Dio, breve percorso che mi portò dritto sulla spiaggia fu pieno di quelle sensazioni un po’ adrenaliniche ma anche cariche di curiosità che avverti ogni volta che rinnovi un rito che si ripete da sempre. Appena i miei piedi regalarono alla spiaggia il peso della mia mole, piuttosto cresciuto rispetto alla stagione passata, la prima impressione fu di leggero smarrimento nel vedere quell’immensa distesa di sabbia, o per lo meno ciò che capanne, lettini e ombrelloni non occupassero già, per gran parte libera da qualsiasi forma di vita, quasi a voler essere un premio alla mia mattinata domenicale. Solo dopo aver steso il telo ed essermi liberato di quegli accessori che il buon gusto ci costringe ad indossare quando siamo per strada, mi sono accorto quanto fosse calmo e accogliente il mare. Sì accogliente è proprio il termine che per primo è arrivato alla mia testa mentre, un po’ più giù, gli occhi sembravano cambiare il loro colore naturale riempiendosi di quella meraviglia cristallina e azzurra così immensa e vuota da avere un aspetto quasi sacro nel silenzio del litorale. Sapevo che quella magia sarebbe durata ben poco, anzitutto perché sapevo che la mia resistenza al sole non sarebbe durata più di due ore, ma soprattutto conscio che prima di questa scadenza il popolo della notte avrebbe invaso quel posto, profanandolo con le sue urla e la sua semplice presenza. Così, feci finta di snobbare per qualche minuto quella sterminata distesa liquida che pareva pronunciare il mio nome e dopo, vinto, mi buttai tra le sue braccia salate e, incredibile ma vero, tiepide, come se la notte avesse lasciato loro ancora un po’ del calore che avevano accumulato il giorno prima. Mentre gambe e braccia eseguivano un movimento che aveva la presunzione di chiamarsi nuotata, credevo che nulla potesse superare quell’indefinibile appagamento dei sensi dovuto allo scambio termico tra il mio corpo e quello del mare e perciò rimasi ancora più sorpreso quando, regalando anche al mio dorso la freschezza dell’acqua, ammirai quel meraviglioso spettacolo che quasi avevo dimenticato. Il San Bernardo che dorme, quel piccolo grande promontorio che domina il golfo, come un enorme cagnaccio accucciato sulle sue zampone, a godersi quell’impagabile spettacolo della natura. Rimasi un tempo indefinito a gustarmi quel trionfo della natura, interrotto solo dai brividi che percorsero la mia pelle indicandomi che tutto ciò che è bello non può durare troppo… Mentre mi avvicinavo alla spiaggia, notai quanto avesse già cambiato aspetto. E capii che era giunto il momento di pagare dazio per le meraviglie appena godute. Subito fui catapultato nella versione più classica della Mondello estiva. La sabbia sul mio telo era il regalo di due anziani signori che avevano scelto proprio me come compagno della loro giornata di mare, che cari… Un uomo che non pesava più di 50 kg, ma pareva poterne sollevare 200, pensò bene di strillarmi all’orecchio che, se volevo, potevo fare colazione con le sue (zuccheratissime) ciambelle. Ma chi sembrava davvero intenzionata alla colazione era la bimba che avevo lasciato poco prima mite e dormiente e che ora ritrovavo famelica e piagnucolosa, mentre la madre si scervellava per capire i motivi di tanto rumore, ignorando quello sguardo che puntava dritto al suo seno sinistro… Era arrivato anche lui, già, l’immancabile fricchettone, colui che noteresti in mezzo a milioni di persone, insomma u tasciu che condivideva amabilmente con i fortunati che si trovavano entro un raggio di 20 metri da lui, la sua interessantissima conversazione telefonica nella quale decantava al collega dall’altra parte dell’etere le sue gesta della notte appena trascorsa, a colpi di cocchiteil on the rocchisi e conquiste degne del miglior Casanova, concludendo la sua arringa con un eloquente “Compà laaif is naaaau” che racchiudeva egregiamente il suo stile di vita pieno di successi… E mentre una donna con gli occhi a mandorla cercava volontari per il suo irrinunciabile masagio orientale, un uomo dai pettorali sgargianti sferrava un attacco diretto alla sua preda di turno alla quale chiedeva “Sbaglio? O ci conosciamo”, “sì…sbagli” rispose la vittima alzando appena gli occhi dal suo libro, costringendo il Don Giovanni siciliano ad una ritirata repentina… Ma non facevo in tempo a dolermi per quel corteggiamento senza successo che, immediatamente, venivo distratto dai richiami dolcissimi di una mamma che, in ansia per la figlia da troppo tempo in acqua, le urlava “Noeeeemi ora basta, esci che c’hai le labbra viole!” e si sentiva ribattere dalla piccola che avrebbe obbedito subito ma purtroppo “sto facendo pipììì aspè!”… In quello stesso istante, mentre un cordialissimo signore mi faceva notare la prelibatezza della merce che vendeva, sussurrandomi all’orecchio “Che bello u coooccon” e la donna orientale capiva dalla mia occhiata fulminante che non ero interessato al suo masagio propostomi per l’ennesima volta, mi rendevo conto che la mia domenica ammare era arrivata al capolinea e, quasi a voler sancire questo verdetto, un nobile bagnante a qualche metro da me faceva notare all’amico che poteva fare il bagno in quanto eravamo giunti ad un orario che il suddetto signore simboleggiava col famigerato gesto che si addice a chi, diciamo così, non ha avuto molta fortuna con la propria consorte… Sono uscito dalla spiaggia non potendo non notare l’enorme massa di persone che la rendeva irriconoscibile a ciò che avevo avuta la fortuna di vedere solo un paio d’ore prima, ma nonostante tutto ho avuto la stessa identica sensazione che percorre le mie ossa ogni volta che vivo Palermo e le sue meravigliose contraddizioni, sentendomi legato a questa terra come lo sono l’idrogeno e l’ossigeno in ognuna delle infinite molecole di quello splendido mare a cui stavo per dare le spalle. |
Alla fine di un pensiero un bacio, il suo rumore Mi ridesta mentre cerco il tuo sapore Un sorriso le mie labbra un po’ allontana Come fa con noi la vita strana Ripenso a noi, a quei sorrisi giovani Adesso che, sei pioggia e sole Per tutta la vita. On air : Gianna Nannini - Alla fine |
Sveglia - Paul : Darling your hairy legs sting mine all night long! (Giò ma chi hai i spuntuna nte ‘ammi, mi ciunnasti tuttu sta notte!) - Rose : My night was worst…with my eyes barred, while you were snoring like King Kong! (Almeno tu durmisti Pavolo…io fici a nuttata cu ttìa cà ranfuliavi tipo Kinghi Konghi!)
Colazione - Paul : Rooose, this coffee taste like water octopus ! (Rooosa, stu cafè pari acqua ‘i purpu !) - Rose : Shut up, you’re octopus, with your tentacles under the sheets... (Ma zittuti, cà l’unicu purpu ‘ccà si tù, quannu t’infili ‘nto liettu…)
Lavoro - Boss : Mr Brokepussy is impossible, also this morning you’re late… (Signo’ Fecarotta è mai possibile, pure stamattina in ritardo…) - Paul : Sorry boss, my stupid wife found our home where Jesus lost his socks! (Avi raggiuni capo, ma è culpa mìa si dda cosa ‘nutili i me mugghieri truvò a casa unni persi i quasietti u Signuri?) - Boss : “His shoes”, Mr Brokepussy… (Si dice “unni persi i scarpi”, Fecaro’…) - Paul : Noo right, Jesus before lost his shoes, and then his socks, at my home! (Noo, i scarpi u Signuri i persi prima, e a me’ casa persi i quasietti!)
Cena - Paul : Darling, I’m very hungry tonight! (Giò haiu un pitittu ca parinu 2!) - Rose : Mmm what a surprise…Let’s go, I prepared your favourite meal for you. (E qual’è a novità…amunì Pavolo ca stasira ti fici a pasta cu furnu) - Paul : What are you saying? Ohhh it’s amazing, you’re a great cooker, my mother was fault! (Ma chi mi stai dicennu, mariiia che beeella, giò tu ta’ firi a cucinari, me’ matri aveva torto…)
Dopocena - Rose : I’m boring tonight, Paul let’s go to cinema, come on… (Stasira a televisione un c’è nienti, Pavolo portami o’ cinema amunì… ) - Paul : Are you crazy?! Last time was so expensive to go there. Let’s go to bed to make “War and peace” film…before we make war, and then we make love ahahah… (Ma si’ pazza?! Ancora m’abbrucianu i carni pi’ quantu custò l’ultimo film. Faciemulu nuatri u film giò…“Guerra e pace”, prima faciemu a guerra e poi a paaaci, ahahah.) - Rose : War with you is short like Gulf war! my mother was right… (Ma quali guerra, a guerra cu ‘ttìa dura 5 minuti! me’ matri aveva raggiuni…) |
All'ingresso mentre è in coda, ad un quarto d'ora dall'inizio della partita, comincia a gridare "ohhh ohhh a partita accuminciòòò" convincendo le maschere a non essere "troppo meticolose" nei controlli. Si distrae dalla partita non potendo non ammirare i piroettanti lanci del ghiacciolo, eseguiti dal venditore di gelati e bibite di turno verso la platea assetata, che manco al circo di Montecarlo a Natale si vedono... ...e si diverte a prendere in giro il suddetto venditore, con un gioco di parole che trasforma la parola "ghiacciolo" in "facciolo" (che se vogliamo trovargli una traduzione potremmo dire "voltafaccia", ma racchiude mille altri significati non proprio positivi...) Anche se in campo c'è l'Italia che gioca contro la Norvegia, si mette a cantare "chi non salta è catanese uè", che poi sarebbe "chi non salta catanese è" ma tanto è u stissu... ...e subito dopo esplode in un boato anche se in campo lo 0-0 regna noioso, semplicemente perchè "Luca Toni si susìu ra panchina!" cioè "Luca Toni sta per entrare in campo!"... ...e un anno dopo invece, durante Palermo-Fiorentina, accoglie col cuore spezzato il traditore dedicandogli lo striscione "CurnuToni". Durante l'intervallo all'unìsono intona un coro di "shhhhh" mentre lo speaker annuncia i risultati parziali delle altre partite, che interessano quelli che hanno giocato "i glandestini" (le scommesse in nero, che sono pagate megghiu della Snai...) Accompagna la rimessa in gioco del portiere avversario al grido della Nord "suuuuuuca" corrisposto da quello della Sud "fuuuorti" a cui la Nord risponde "ca' puoooompa" con la Sud che chiude l'esibizione con un "chiù fuuuorti" e tutto il resto dello stadio che applaude in visibilio per quello spettacolo! Assiste festoso alla rincorsa senza speranza di un poliziotto di 195 kg che cerca disperato di acchiappare un ragazzino di 11 anni che ha appena scavalcato le (insormontabili) recinzioni del campo, beffeggiando il malcapitato e passandogli sotto le braccia senza farsi beccare, gesto accompagnato dalla Curva con un "olèèèè" manco fossimo in un'arena a Madrid !!! |
Benvenuti nel paese dei pazzi Benvenuti nel paese dei pazzi Benvenuti nel paese dei pazzi Benvenuti nel paese dei pazzi Benvenuti nel paese dei pazzi Benvenuti nel paese dei pazzi Benvenuti nel paese dei pazzi |
L’attesa viveva i suoi momenti finali Da un momento all’altro si sarebbe congedata da lui E restava in bilico come le foglie negli alberi intorno La musica scandiva quegli attimi interminabili Laddove l’attesa avrebbe ceduto il posto all’ignoto Di luci ne giunsero due, appaiate, in movimento Percorsero un breve tratto prima di scomparire In un punto dove si compì ciò che la mente agognava Il desiderio si presentò affascinante come mai In quel momento il mare avrebbe potuto aprirsi Niente avrebbe distolto da lei gli occhi di lui I momenti, le ore che seguirono tutto ciò …su quelle dita sottili come petali La mente, da par suo, cercò di mettere ordine Chissà quale sia stato l’esito della lotta Diede un senso ad ogni attimo della sua vita Come se fosse trascorsa nell’attesa infinita Che quella delicata magia si compisse. On Air : Neffa - Passione |
Alla fine c'è riuscito! E finiamola di parlar male dei politici, mandandoli poi regolarmente in Parlamento a rappresentarci. http://www.beppegrillo.it/condannati_parlamento.php Grazie Beppe. On Air : Tinturia, Stunz |
"Quando tu sarai tornato al mondo I versi regalati dal sommo poeta all'intera umanità. Dentro questo meraviglioso mare, scorrono leggere le parole della scrittrice Pia Pera, trascinando lentamente i sensi e l'anima dentro questa storia. Questa leggenda. Il viaggio si chiude con un'ultima perla, fatta di musica e parole. On air: Gianna Nannini - Pia come la canto io |
Credo che la cosa più bella che possa regalarti un film sia l'emozione. On air : Nada - Amore disperato |
Ci sono giornate che sembrano durare 30 ore. Ma come tutte le cose della vita, anche questa immensa creatura ha due facce e mi basta scendere solo qualche ponte più giù per scoprirla. E' in quei posti, respirando sudore e fatica, che trovo un mondo fantastico. Mentre mi muovo in mezzo a loro, come un ospite quasi a disagio in una casa mai frequentata prima, sono affascinato dalla laboriosità, dall'umiltà, dall'allegria, dall'impegno, dalla disponibilità di queste api operaie e penso che forse sono inconsapevoli del loro valore. Non passeggeranno mai su quella moquette. A loro, api del terzo millennio, va il mio pensiero. On air : Sunrise Avenue - Fairy tale gone bad |
Profumo di te si libera nella stanza Spengo gli occhi avvolto da questa ebbrezza E come un sole che cancella la notte Sento che mi manchi mentre fuori si fa sera On air : Norah Jones - Thinking about you |
Ti guardo mentre ti avvicini per salutarmi Ancora oggi quando il tuo sguardo trova il mio Non so se la vita mi regalerà questa occasione |
Lascia pure i tuoi sogni appesi sul cuscino Le lenzuola scivolano via di te profumate Ti alzi distratta sui piedi nudi danzando |
Maria è già sveglia, mentre il sole ancora riposa |
Le luci si sprigionano su nel cielo I miei pensieri inseguono i tuoi Guardiamo nella stessa direzione La tua mano cerca la mia, incerta, lentamente Le luci si spengono...assieme ai miei occhi |
E un'altra sera accoglie in grembo il giorno che volge alla fine Con gli occhi chiusi che guardano il cielo |
Post n°1 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da pacchiello
Certe vite passano leggere come le canzoni... leggera nei suoi passi Questa giornata, che sto per consegnare alla storia, la ricorderò per avermi regalato la possibilità di vedere uno dei miti della mia vita, il Re del rock, che tanto sento dentro, in questi giorni che stanno segnando una nuova fase della mia vita...ma di questo ci sarà tempo per parlarne. Lunga vita al Re... |