Vi fu un tempo in cui i passi solcarono la storia e il respiro si fece pesante, tempi in cui il futuro sembrava passato e l'odore della paura e della speranza si confondevano con la fame e la voglia di riscossa. Mio nonno il 22 luglio del 1943 era a Foggia. La città era già stata colpita da alcune incursioni aeree alleate avvenute nei mesi precedenti. Quella mattina non ebbe nemmeno il tempo di sentire le sirene che il rumore cupo degli aerei riempì tutti gli spazi. Il cielo divenne scuro, poi fu solo inferno e polvere. Cercò riparo fra gli alberi della Villa, fuggendo come un pazzo, cambiò idea e si infilò in un portone. La fortuna è una signora che agisce in modo inconsulto e irrazionale, ma la sua decisione fu la migliore. La Villa fu colpita pesantemente da bombe incendiarie e mitragliata a volo radente causando la morte di centinaia di civili. La stazione venne cancellata da bombe incendiarie e nei sottopassi si contarono più di seicento morti carbonizzati; il treno da Bari era arrivato da poco vomitando carne da cucinare. Il rione posto a nord della città venne colpito pesantemente in pieno giorno e ogni tonfo, ogni esplosione rimbombava ancora nella testa di mio nonno. Quell'uomo vide un massacro che durò un tempo infinito, ed ebbe fortuna ad ever la vita salva, doveva tornare verso Napoli, ma ormai quello che vedeva non era l'Italia che supponeva essere. Era solo un cumulo di rovine. Un impero di cartapesta. Ascoltai queste storie di guerra per anni, ne feci tesoro. questa è la più drammatica. Perchè la storia è madre di ogni generazione a venire, ed è pura. Troppo facile da manipolare quando si ha l'interesse a che si neghino eventi scomodi. Raccontai questa storia a mio figlio e a mio nipote, raccontai che la stazione di Foggia venne totalmente ricostruita, ma del bellissimo ristorante, non rimane più nulla, e tutta la struttura è stata ricostruita dieci metri più indietro rispetto alla pianta originale. Raccontai che della Villa, venne cancellato il pronao, quello attuale è solo una ricostruzione, gli raccontai questa ed altre storie di fame e di guerre che ebbi fortuna di ascoltare, perchè son parole che si perdono nel vento, non vengono scritte in nessun libro e nemmeno mostrate in una stupidissima televisione. La storia è scomoda, è come un letto di spine e troppo spesso in questo mondo si preferisce la falsa ricchezza del "I like it" alla spigolosa verità del messaggio inascoltato di chi ci ha preceduto. Così è se vi pare
Inviato da: cassetta2
il 28/11/2020 alle 19:08
Inviato da: REGINA.LEONESSA
il 14/02/2017 alle 13:33
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il 16/12/2015 alle 20:06
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il 14/12/2015 alle 22:39
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il 09/12/2015 alle 21:12