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Post n°228 pubblicato il 28 Agosto 2007 da ciemmetre
Seduto sulla poltrona, padrone del territorio, re del proprio impero acquistato con soldi che neanche t'appartengono. seduto, parli, esprimi, dici, pontifichi. t' ascolto, preparo la mia fottuta cena e penso che tutto sommato me la vorrei mangiare in pace. tu parli e vuoi sapere, di me, della mia vita, e di tutte quelle variabili che si inseriscono nelle mie decisioni. preparo la cena e ti odio, t'offro il mio cibo e il mio bere, con il sorriso stampato e gli occhi lieti...."devi essere più responsabile" meno male che me lo fai notare, sai la confusione degli eventi allontanano obiettivi precostruiti. rifiuti cortesemente e parli amabilmente mentre mi prendi a calci nelle palle. insisto perchè tu mangi, il mio cibo è anche il tuo, e il mio bere non differisce da quanto prima. io sono buono, buonissimo, ma ti odio, e la mia faccia una maschera di bontà serafica. proponi una passeggiata serale, rifiuto con estrema cortesia in quanto impegni inderogabili la negano. che sia pentito? non me ne frega niente, pentito o non pentito sempre bastardo resti. e la vendetta è l'unica risposta. ipocrita, stupido ipocrita vigliacco, dovrei sputarti addosso parole, veleno e fiele, dovrei farti sentire come all'inferno, farti scoppiare il fegato con la mia arroganza e la mia cattiveria. so che sei solo e dovrei compatirti, ma preparo la cena e non ce la faccio, i piatti costano e spaccartene uno sulla faccia non conviene, sia in termini di costo, sia in responsabilità. certe azioni sono punibili m'hanno detto. la pasta è pronta e l'insalata pure, lo stomaco è un pezzo di pietra, ma il vino apre al mondo del sorriso. tu continui a parlare, e mi meraviglio del fatto che il tuo concetto di solidarietà latiti come un brigante, io mangio e penso, alterno cenni, cibo, vino e odio, ipocrita che sono, buona scuola si vede. finisco la mia cena e ti vedo a disagio, probabilmente pensi, e continui a pensare mentre lavo compitamente i piatti e le stoviglie, i piatti restano integri, almeno per 'stasera, ti odio e ti sorrido, la voglia di vendetta, la follia che porta alla volontà di fare a pezzi il "nemico" incontenibile. ora non parli più, ti sventoli, ed hai caldo, la casa piena di fottutissime zanzare, non le sopporto e odio pure quelle, ma l'unica differenza è che loro posso ancora rispettarle, te, no, tempo al tempo. vado fuori da casa, è sera, una calda sera e incontro chi mi prende per il collo e mi dice sulla base della mia ira, che ad essere cattivi, non ci si guadagna nulla...la mia amica ha ragione, è saggia, io molto meno, sono stupido oltre che essere ipocrita, ho vissuto nel male, odiando troppo spesso, parlo di cambiamento, poi mantengo coerentemente, lo stesso atteggiamento, è vero, la mia amica è saggia e vede oltre il mio limitato orizzonte, ma non posso farne a meno, lo odio con estrema cortesia ed è pure fortunato perchè è pur sempre una forma di considerazione. ci siamo conosciuti fin da piccoli, proveniamo dallo stesso ventre, siamo fratelli, e che Dio mi perdoni, io odio mio fratello perchè mi fa del male. |
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