Creato da cinciarella10 il 13/10/2014

L'ODORE DELLA NOTTE

… la notte, secondo l’ora, cambia odore …

 

 

« No, non è facile …Storia del Carnevale »

L’unica canzone che valesse la pena ascoltare

 

 


Sanremo 2015, chiedo scusa a Platinette

Come ogni anno torna il Festival di Sanremo e, come ogni anno, capita che io mi trovi a leggere i testi delle canzoni, così da poter dire la mia per il Premio Lumezia.

Come ogni anno, Kekko dei Modà ha scritto almeno un paio di testi dei brani in gara e, come ogni anno, le sue metafore rendono attuale - a colpi dell'entropia più nera e profonda - la più universale, semplice e disarmante delle domande: perché? Su tutte: «Disegna una finestra tra le stelle da dividere col cielo» (che vuol dire?); «Baciarti e poi scoprire che l'ossigeno mi arriva dritto al cuore» (che schifo). Cuori e stelle messi a caso in libertà. Ma non è di lui che voglio parlarvi.

In questo post devo chiedere scusa a Platinette. Andiamo con ordine.

Alcuni anni fa partecipai a un convegno organizzato dal Club Tenco. L'argomento riguardava la differenza tra la canzone pop e la canzone d'autore, pochi mesi dopo la vittoria al Festivàl di Roberto Vecchioni, uno dei capostipiti della canzone d'autore italiana.

La tesi che sostenevo (e sostengo) è in poche parole la seguente: il Festival di Sanremo, per essere preso sul serio, deve di tanto in tanto rigenerare la propria credibilità con la vittoria di artisti di spessore, per esempio Avion Travel (2000), Cristicchi (2007),Vecchioni (2011). Questo dissi durante il convegno: «Dopo Cristicchi hanno vinto di seguito Lola Ponce, Marco Carta, Valerio Scanu. Dopo Vecchioni potrebbe vincere il Gabibbo», dissi.

Un paio di mesi fa, poi, dopo aver conosciuto i nomi dei big in gara, su Facebook ho scritto questo: «Il cast di Sanremo 2015 è semplicemente strepitoso (e non scherzo). Seguitemi qui e sul Fatto durante il Festivàl. Ci sarà da divertirsi. [...] In una conferenza del 2011 auspicavo il Gabibbo a Sanremo senza un minimo di ironia. È arrivata Platinette e non ci siamo molto lontani».

E arriviamo a oggi. Dopo aver letto i testi delle canzoni di Sanremo 2015, penso che quello di Io sono una finestra, brano che Mauro Coruzzi (Platinette) canterà con Grazia Di Michele (che ne è autrice assieme a Raffaele Petrangeli), sia bellissimo: «È un brano pensato con amore per Mauro: per lui nutro stima, affetto ed empatia», spiega lei. Poi continua: «L'ho scritto con la voglia e la presunzione di riuscire a entrare non solo nell'esperienza di Mauro, ma di chiunque si senta un pregiudizio addosso e se lo debba portare appresso».

Il brano è dunque un gesto autentico contro le ipocrisie e i pregiudizi, in cui i versi scivolano elegantissimi, in veste di doppio settenario, con rime mai banali e immagini tutt'altro che scontate, con buongusto e ricercatezza lessicale. Leggendo i versi mi è tornato alla mente ciò che ho sempre pensato del personaggio: oltre la maschera-Platinette si intuisce intelligenza e grande spessore umano.

I versi, insomma, mi hanno fatto capire che spesso è facile farsi prendere la mano. Io non ho mai pensato che la parola "normale" fosse sinonimo della parola "giusto", e ora una bella canzone mi fa capire quanto io abbia sbagliato a fare facile ironia nel luogo che più di altri, oggi, rappresenta l'ostentazione frustrata del narcisismo reazionario e moralistico: Facebook.

Platinette non è il Gabibbo. Platinette sfrutta l'iconicità del trash per la rivendicazione decisa e vistosa di un modo di essere. La canzone Io sono una finestra ha un testo ben scritto e usa termini che vanno ben oltre i cuori e le stelle di Kekko. Rivendica la bellezza della ricercatezza lessicale; ci sono termini non banali ("iconoclasta", "corriva") perché quelli servivano lì in quel momento: la canzone è quella che è e che deve essere, non quella che la gente si aspetta che sia. Descrive benissimo quanta forza e quanta sofferenza implichino la scelta di essere se stessi.

Per tutte queste ragioni, io mi sento in dovere di chiedere scusa a Mauro Coruzzi per quella facile battuta su Facebook, e auguro a lui e alla bravissima Grazia Di Michele di raggiungere la parte più alta della classifica finale

di Paolo Talanca (Critico Musicale)
Il Fatto Quotidiano, 10 febbraio 2015

Io sono una finestra

Io sono una finestra velata di vapore
In questa notte gelida deserta ed incolore
Rispecchia la finestra la carne e le emozioni
Di me che sono specchio delle contraddizioni
Difficile vedere se il vapore non svanisce
L'appiccicoso errore di chi non capisce
Eppure si riflette un'ombra che è la mia
Un'ombra di rossetto contro l'ipocrisia
Io non so mai chi sono eppure sono io
Anche se oltre il vetro per me
Non c'è mai un Dio
Ma questo qui è il mio corpo benché cangiante e strano
Di donna dentro un uomo eppure essere...umano
Sfogliando le parole di questa età corriva
Divento moralismo e fantasia lasciva
Crisalide perenne costretta in mezzo al guado
Mi specchio alla finestra e sono mio malgrado
Io non so mai chi sono io per la gente
Coscienza iconoclasta volgare e irriverente
Ma questo è solo un corpo il riflesso grossolano
Di donna o forse uomo comunque essere umano
Io non so mai chi sono eppure sono e vivo
Più del pregiudizio che scortica cattivo
Ma quando spio il mio corpo che si riflette piano
Non c'è una donna o un uomo, solo un essere umano
Io non so mai chi sono eppure sono e vivo
Più del pregiudizio che scortica cattivo
Ma quando spio il mio corpo che si riflette piano
Non c'è donna o uomo solo un essere... umano
Io sono una finestra che aspetta che il vapore
Svanisca come un sogno.

"Io sono una finestra" è tra i brani a rischio eliminazione, ma vince il Premio Lumezia per il miglior testo, io la ritengo l'unica canzone che valesse veramente la pena ascoltare ieri sera, forse l'unica di tutto il Festival. Una canzone intima e sofferta, di grande coraggio, per me vera poesia, per questo ho voluto parlarne e pubblicare il testo. Leggetelo, è davvero molto bello.

 
 
 
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CINCIARELLE



 

I POETI LAVORANO DI NOTTE



I poeti lavorano di notte
quando il tempo
non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini, da "Destinati a morire"

 

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DANZA DELLE STREGHE


Le streghe non si vedono,
ma le streghe ci sono
Nel buio si radunano,
in riva a fiumi e laghi
Corrono senza un frullo,
volano senza un suono
Non le sentono gli uomini,
non le vedono i maghi.

Le streghe sono magiche,
le streghe sono donne
Incendiano le tenebre
con le risa e la danza
Fanno ruotar mantelli,
le favolose gonne
Finché dura la notte,
finché ne hanno abbastanza.

E gli umani le cercano,
le vogliono vedere
Curiosi delle favole,
stupiti delle grida.
E furtivi si accostano,
chini nelle ombre nere
Tremanti di paura,
ubriachi di sfida.

Ma le streghe li sentono,
corrono sulle sponde
Sopra le acque fuggono,
gioiose equilibriste
E per gli umani restano
i cerchi delle onde
Come gonne che ridono:
"Le hai viste? Non le hai viste?"

Bruno Tognolini
da Melevisione
Il libro nero di Strega Salamandra
Giunti Junior Editore

 

BIANCA TRA LE FOGLIE

 

RIMA DELLA RABBIA GIUSTA



Tu dici che la rabbia
che ha ragione
È rabbia giusta
e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro
tutta quella gente
Ma poi cambi canale
e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla
come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce
quando arriva la stagione
Vedere se diventa
indignazione
E se diventa,
voglio tenerla tesa
Come un'offesa
Come una brace
che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore

 

FILASTROCCA LIBERA




Libero, libera, liberi tutti
Libero l'albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume libero d'essere mare
Il mare libero dall'orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti

Bruno Tognolini,
da Rima rimani, Salani 2002

 

SCONGIURO CONTRO IL NAZISMO FUTURO




Gli abbiamo detto
che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla,
bisogna fare pace
Ma che essere cattivi
poi conviene
Più si grida, più si offende
e più si piace
Gli abbiamo detto
che bisogna andare a scuola
E che la scuola com'è
non serve a niente
Gli abbiamo detto
che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto
che tutto è intorno a loro
La vita è adesso,
basta allungar la mano
Gli abbiamo detto
che non c'è più lavoro
E quella mano
la allungheranno invano
Gli abbiamo detto
che se hai un capo griffato
Puoi baciare 
maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto
che se non sei sposato
Ci son diritti
di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto
che l'aria è avvelenata
Perché tutti
vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno
macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto,
hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c'è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo 
che la rabbia dei bambini
Non ci presenti
un conto troppo duro

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore
 

I PIEDI
---------------------------------

 

Salgono i piedi per la salita, 
passo per passo finché è finita.
Scendono i piedi per la discesa,
giù verso il basso
che il passo non pesa. 
Piedi leggeri, passi pesanti, 
lungo i sentieri
che portano avanti. 
Passi di marcia rivoluzionaria: 
testa per terra, piedi per aria. 

Bruno Tognolini
da "Rimelandia" 
Il giardino delle filastrocche
Mondadori Newmedia

 

DANZA ARABA

 

JAZZ

 

TEATRO



"Il mio scopo non è insegnarvi a recitare, il mio scopo è aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi. Il materiale per crearlo dovete prenderlo da voi stessi, dalle vostre memorie emotive, dalle esperienze da voi vissute nella realtà, dai vostri desideri e impulsi, da elementi interni analoghi alle emozioni, ai desideri e ai vari elementi del personaggio che impersonate ... Imparate ad amare l'arte in voi stessi e non voi stesse nell'arte."

Konstantin Sergeyevich
Stanislavskij

 

CINEMA

"Il cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe." Roberto Benigni

 

GENERALE



Generale,
il tuo carro armato
è una macchina potente.
Spiana un bosco
e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un carrista.

Generale,
il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta
e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un meccanico.

Generale,
l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Bertolt Brecht

 

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