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La pace di mamma Occidente

Post n°151 pubblicato il 09 Novembre 2006 da circololenci

da unita.it

Massacro israeliano a Beit Hanoun: 18 morti, 5 i bambini

r.g.

Madre con due figli uccisa a Beit Hanoun, foto Reuters
Beit Hanoun oggi, foto Reuters
Sono 18 i palestinesi uccisi nella notte tra martedì e mercoledì dal fuoco di carri armati israeliani. Un massacro, una strage che ricorda l'Iraq. I panzer israeliani sono penetrati nuovamente nell´abitato di Beit Hanun, nella Striscia di Gaza dopo che ieri si erano ritirati, non sensa fare altri dieci morti lungo la strada. Ufficialmente l'operazione militare "Nuvola d'autunno" che aveva visto già 56 morti tra i palestinesi sembrava conclusa. I carri armati, pur sparando e facendo altri morti nei villaggi vicini, si stavano ritirando. Poi, all'improvviso, nella notte il dietrofront. A Beit Hanoun si è sentito un tremendo boato, verso le sei di mattina. Un colpo di cannone ha centrato la casa della famiglia Atamne. Subito dopo la popolazione è scesa in strada per accertarsi dell'accaduto e per assistere eventuali feriti, e sulla folla sono caduti altri colpi di cannone.
I corpi senza vita, per strada e sotto le macerie - ad una rapida conta in ospedale - sono 18, tra di loro ci sono almeno cinque bambini e quattro donne. Più tre militanti delle Brigate Ezzedin al Qassam. Tutti e undici i membri della famiglia Atamne sono morti. Ma secondo l'ex ministro palestinese Sufian Abu Zaida i morti potrebbero essere «fra 20 e 30». I feriti si contano in una quarantina.
Il primo ministro Ismail Haniyeh ha chiesto l'immediata convocazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e proclamato tre giorni di lutto nazionale. La popolazione di Gaza – ha raccontato ancora l'ex ministro di Fatah Abu Zaida - sta andando negli ospedali per donare sangue. Anche Haniyeh e il presidente palestinese Abu Mazen hanno donato il sangue per gli opsedali stracolmi di feriti.
Nel frattempo il clima all'interno della stessa organizzazione radicale fondata dallo sceicco Yassin si sta surriscaldando. Il portavoce del governo Ghazi Hamad, dopo l'ennesima strage, si è lasciato uscire dalla bocca parole al vetriolo su Israele «che dovrebbe essere spazzato via dalla faccia della Terra». E da Damasco il leader dell'ala militarista di Hamas, responsabile dell'Ufficio politico, Kaled Meshaal, annuncia rappresaglie. «Noi diciamo: la nostra condanna non sarà di parole - ha tuonato - ma con i fatti. La resistenza risponderà». «Invito - ha aggiunto Meshaal - tutte le fazioni della resistenza ad unirsi in questa azione». Tutto questo era il presumibile vero obiettivo del governo Olmert: giustificare i massacri, l'assedio a Gaza, le sofferenze e i morti tra la popolazione palestinese con le posizioni terroristiche di Hamas. Un massacro infinito che è anche una guerra dei nervi, su cui finora nessuno è intervenuto per dare uno stop. Il ministro del ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni ha definito l'ultima strage di civili un incidente «spiacevole», ma ha sottolineato che Israele deve difendere i propri cittadini dagli attacchi dei militanti palestinesi con i razzi Qassam. Sull'episodio è stata aperta un'inchiesta dal ministro della Difesa Amir Peretz.
Stanotte ci sono stati anche sei morti in Cisgiordania dove nella notte una unità speciale israeliana ha assaltato Yamun, presso Jenin, nel nord. Lo ha riferito la radio militare israeliana. Quattro degli uccisi sarebbero membri delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa (Al Fatah), mentre un quinto risulta essere un civile. Sulla identità della sesta vittima non si hanno per il momento indicazioni.
Ma il governo di unità nazionale che potrebbe mettere fine all'ostracismo di Hamas e all'embargo internazionale che ha colpito i Territori palestinesi dopo la vittoria alle elezioni del movimento radicale islamico fondato dal defunto Yassin ancora stenta a nascere. Ora, dopo la strage, le trattative tra Hamas e Fatah sono ufficialmente interrotte. Il nodo ancora una volta è stato la presidenza del governo. Haniyeh ha accettato di farsi da parte. Ma Hamas - ovvero la lista "Cambiamento e riforme" che, con i suoi 74 seggi, ha la maggioranza assoluta nel Consiglio legislativo palestinese - rivendica la designazione del "tecnico" che dovrebbe sostituirlo a capo del governo dell'Anp. In più c'è ancora da dipanare tutta l'intricata questione dei deputati di Hamas ostaggio di Israele in carcere e dei leader di Fatah, come il mediatore Marwan Bargouthi, ancora prigionieri di Tel Aviv. Prima di cedere lo scettro del potere, Hamas vuole ottenere risultati su queste due questioni.
Eccovi la pace di mamma occidente, quella che ci difende dai cattivoni arabi. Ragazzi miei, il marcio è a oriente tanto quanto in questo Occidente che gli succhia le risorse, li lascia in mutande e si porta dietro dei morti che valgono tanto quanto i morti occidentali. La differenza? Che quelli arabi sono dei terroristi e quindi criminali, mentre questi sono soldati, addestrati e arruolati e quindi che non possono permettersi di fare stragi del genere. Altrimenti paghino. I bambini e le donne non li ammazzano neppure i mafiosi.
giaggia
 
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