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Rimini, un senzatetto bruciato mentre dorme

Post n°204 pubblicato il 13 Novembre 2008 da circololenci

SICUREZZA
Luca Fazio

Anche se proprio ieri, tra le altre vergogne contenute nel ddl sulla sicurezza, il Senato discuteva dell'apposito registro per le persone senza fissa dimora, va detto a scanso di equivoci che non sta scritto da nessuna parte che la schedatura dei barboni preveda la possibilità che vengano bruciati mentre dormono su una panchina. Eppure, è successo.
Il primo uomo a finire nell'apposito registro istituito dal ministro Maroni si chiama Andrea Severi, ha 46 anni, e tutta Italia adesso sa che fino all'altra notte dormiva in un giardinetto di Rimini: oggi invece si trova nel centro ustionati dell'ospedale di Padova. Lo hanno ricoverato d'urgenza dopo che alcuni sconosciuti gli avevano dato fuoco, non prima di averlo inzuppato di benzina. Ha il corpo coperto di ustioni di secondo e terzo grado, ma non sta morendo. Due ragazzini rumeni sostengono di aver assistito alla scena, e la polizia non dovrebbe faticare più di tanto per arrestare i colpevoli.
«Non siamo Milano, o Roma, vogliamo ancora scandalizzarci per un fatto come questo - sbotta Cristian Gianfredda dell'associazione La Capanna di Betlemme ai microfoni di Radio Popolare - questo è un evento che cambia le carte in tavola in questa città di provincia, è un brusco risveglio in una realtà che non conosciamo». Di Andrea Severi dice che è un uomo mite, che era benvoluto nel quartiere, che era solitario ma socievole, e che su quella panchina aveva trovato un suo equilibrio.
«Bisogna commentare con indignazione», aggiunge il presidente della Federazione organismi persone senza fissa dimora (Fiopsd). «La cultura dell'intolleranza sta dilagando, negata da tutti ma praticata nella realtà: basti pensare alle ultime proposte legislative sulla residenza anagrafica». La realtà, o il nuovo contesto in cui è maturata l'aggressione - un raccapricciante tentato omicidio - lo spiega Manila, una ragazza del Laboratorio Paz di Rimini che ieri sera ha convocato un presidio «contro i rigurgiti della violenza e dell'intolleranza»; non si azzarda a fare ipotesi, spiega solo come il paradigma sicuritario abbia già cominciato a cambiare il volto di una città che si racconta sempre accogliente e ospitale: «Nell'ultimo anno a Rimini ci sono state diverse aggressioni contro stranieri e ragazzi del centri sociali, a colpi di molotov o con piccoli attentati ai danni delle macellerie islamiche. Basta guardare le scritte fasciste sui muri per capire che il clima è cambiato».
Il più sconvolto sembra essere proprio il sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli (centosinistra), lo stesso che a suo tempo si è fatto conoscere per le muscolari ordinanze contro i venditori ambulanti, rincorsi sulle spiagge come criminali: «Rimini oggi è un po' più debole». Adesso è lui che «interroga» la politica: «Il gravissimo, drammatico episodio accaduto l'altra notto in via Flaminia deve obbligatoriamente far rialzare la guardia democratica da parte della città e della comunità intera. L'assalto verso una persona debole non è una ragazzata o opera di balordi ma il frutto di azioni criminali permeate da una mentalità profondamente violenta, discriminatoria, intollerante, sopraffattrice. E allora tutto ciò interroga la politica, la società, la scuola, la famiglia, e soprattutto dimostra come nel paese la vera emergenza sia quella educativa».
Dopo un fatto come questo, è difficile andare al risparmio con l'indignazione. Attacca ma con parole misurate Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato (dove nel silenzio generale proprio in questi giorni si stanno discutendo nuove norme razziste in nome della «sicurezza»). «E' chiaro che in questi casi è difficile stabilire rapporti di causa-effetto, tuttavia il fatto accaduto è gravissimo e avviene in un clima di intolleranza esagerato in cui si producono anche gesti estremi». Come sempre a testa bassa, invece, gli esponenti dell'Italia dei Valori (Idv). Francesco «Pancho» Pardi: «Quando al governo ci sono individui che ironizzano sulle persone di colore, pontificano sulla sicurezza dei bianchi ricchi autorizzando ronde notturne, classi-ponte e registri pubblici per i senzatetto, ecco quello che accade nel paese: il razzismo e l'intolleranza generano violenza inaudita». Il senatore Felice Belisario ne approfitta addirittura per avanzare una proposta. «Ci auguriamo che la maggioranza di governo voglia ridurre i toni della sua intolleranza xenofoba, razzista e classista, compiendo un gesto concreto: ritirando, per esempio, l'incivile proposta di un registro per le persone senza fissa dimora, approvato dalla stessa maggioranza».
A poche decine di chilometri, però, è un altro comune a fare un po' di chiarezza sulle violenze di strada. Il comune di Parma ha deciso di punire con sanzioni disciplinari e trasferimento ad altro incarico i vigili accusati di aver aggredito e picchiato, a ottobre scorso, Emmanuel Bonsu Foster, giovane studente ghanese. Dopo aver letto la relazione in aula, il sindaco di Parma Pietro Vignali ha subito chiarito che «il fatto di cui stiamo parlando è un fatto episodico». Ma è pur sempre un inizio.

 
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