AZZURRI A CITTADELLA

BLOG DI FORZA ITALIA A CITTADELLA ( PDL )- QUELLA VERA!!

Creato da cittadellainforma il 13/11/2007

rialzati Italia

 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 

noi siamo quelli..............

pdl

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

Drelioezioglerean1lubopoelledi1indrio77fadgsdfnillaeddacagliostro.gsilpamaregiampytodmarco1970clarkantfacco.gianpaolopilote0tecnofissaggisrl
 

Ultimi commenti

Buon Mercoledì,grande Cittadella !!!Kissinissimi!!!!Hengel
Inviato da: hengel0
il 03/02/2010 alle 11:43
 
Il nostro assessore allo sport fa proprio cilecca!!! ......
Inviato da: Anonimo
il 09/11/2008 alle 00:55
 
Non facciamo casino... Per favore... Non stiamo parlando di...
Inviato da: Anonimo
il 06/08/2008 alle 13:23
 
Il pdl di cittadella fa schifo, o meglio fanno schifo chi...
Inviato da: Anonimo
il 05/08/2008 alle 00:00
 
SI MA INTANTO FANNO INCETTA
Inviato da: cittadellainforma
il 10/07/2008 alle 23:02
 
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« scelta dal gazzettinoEL CONDOMINIO RABALTA' »

cos'è il 3° tempo? quello vero!

Post n°126 pubblicato il 09 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

Terzo tempo in un museo dal ns. in viatos Giuseppe Loriggiola ( in foto )
Dopo il test match contro l'Irlanda, gli All Blacks si sono ritrovati al Te Papa, un museo che celebra la storia neozelandese dalle origini della cultura maori. Consegnato il cap ai due esordienti, Tuitakave e Thomson
Il neozelandese Smith nel test match contro l'Irlanda. Reuters
Il neozelandese Smith nel test match contro l'Irlanda. Reuters
WELLINGTON (Nuova Zelanda), 9 giugno 2008 - La conferenza-stampa si tiene nelle viscere del Westpac Stadium: un hangar è stato trasformato in una sala con sedie e tavolone (microfoni e bottiglie di acqua minerale) per gli intervistati, sedie e tavolini (computer) per gli intervistatori, e pannelli di separazione su cui compaiono i nomi degli sponsor. Tutto molto ordinato. Telecamere e operatori stanno alle spalle dei giornalisti. Anche i fotografi sono discreti, non invadono il campo. Appena non ci sono più domande, si va tutti nella zona mista. La zona mista è il luogo dove si può parlare con gli stessi tecnici e giocatori, più tutti gli altri giocatori. E’ di fianco alla sala della conferenza-stampa, con altri pannelli che separano i diversi gruppetti formati da giornalisti, operatori con le telecamere, tecnici e giocatori. Altre domande, stesse risposte, aria più informale. Ma non è aria di festa: gli All Blacks hanno vinto e basta, gli irlandesi hanno perso non solo la partita, ma anche un’occasione d’oro. Prima di risalire sul pullman, uno spiraglio proietta nello stadio: l’erba è zuppa, le platee altissime, il campo immenso.
TE PAPA - Il terzo tempo si tiene in un museo: si chiama Te Papa, che i neozelandesi hanno ribattezzato "our place", il nostro posto, perché lì c’è dentro tutta la loro storia, a cominciare dalla cultura maori. Da pochi giorni è stata inaugurata la mostra "Moving Towards A Balanced Earth", andando verso una terra in equilibrio, lo slogan è "CO2, Kick The Habit!", anidride carbonica, dà un calcio alle tue abitudini. Agli artisti si chiedeva di esplorare nuove visioni e proposte per un mondo sostenibile. Il Te Papa è aperto tutti i giorni dell’anno, anche a Pasqua, anche a Natale, e l’ingresso è libero. Stavolta, invece, l’ingresso è riservato: bisogna mostrare un pass o un braccialetto azzurro.
FESTA - Ascensore. Quarto piano. E’ qui la festa. Un trio suona jazz, cameriere farfalleggiano con calici di vino o bottigliette di birra, peperoncini ripieni di cous cous e tartine con gamberetti, camerieri offrono mini panini con hamburger. Vecchie glorie, giovani donne, dirigenti della Nzru. Finché arrivano i giocatori, divise ufficiali, giacca e cravatta. Carter, Muliaina, Mealamu... O’Gara, Reddan, Horan... Mangiano, bevono, chiacchierano. Poi giunge il momento dei discorsi. Su una sorta di podio, al microfono, prima Richie McCaw e poi Paul O’Connell ringraziano tutti, dagli arbitri agli esordienti, dagli sponsor che continuano a sostenerli agli avversari per il fair play. Applausi.
ESORDIENTI - Poi tocca agli esordienti, i due neozelandesi, Anthony Tuitakave e Adam Thomson, rispettivamente All Black numero 1072 e All Black numero 1073 nella storia della "squadra che tutti vogliono vedere e nessuno incontrare", anche se qualche migliaia, stasera, ha preferito uscire con la moglie o rimanere a casa alla tv. A Tuitakave e a Thomson viene consegnato il "cap", un cappellino verde con strisce gialle, quello della loro prima presenza ufficiale in campo. Thomson ammette che "quando ho ricevuto la maglia e quando ho, non più ascoltato, ma partecipato all’haka, mi sono sentito parte integrante ed eterna di una grande famiglia". Applausi. Infine parla un manager, che sottolinea l’importanza della Iveco Series, confessa che non si parla mai di New Zealand ma di All Blacks, spiega come All Blacks e camion - in fondo - si assomiglino. Applausi. E si ricomincia a mangiare, bere, chiacchierare. Il primo ad andarsene è Leon MacDonald. Trent’anni, estremo, uno dei due All Blacks sotto il numero mille (lui il 995 della storia, l’altro vecchio è Greg Somerville, 30 anni, pilone, numero 991). Per MacDonald è stata la 52ª partita in Nazionale, lui è uno dei 27 All Blacks ad aver collezionato più di 50 presenze. Stavolta è entrato a metà del secondo tempo, a giochi fatti. A occhio, non si è divertito. Né in campo, né al Te Papa. Invece il divertimento comincia adesso.
(4 - continua)
dal nostro inviato ( nel riquadro ) 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963