Creato da mcalise il 13/05/2013

Civis

Discussione sulla democrazia, cittadinanza e partecipazione

 

 

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Saviano e le primarie PD. Professor Mauro Calise non sono d’accordo …

Post n°69 pubblicato il 08 Marzo 2015 da mcalise
 

Egregio Professor Calise abbiamo lo stesso cognome ma credo che non siamo parenti; altrimenti avremmo potuto discutere a vivavoce l’esortazione di Saviano a non votare alle primarie del PD. Lei, a voto ampiamente concluso, ha criticato lo scrittore in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno del 3-3-2015 titolata “Il vero sconfitto è Saviano Qui la rottamazione non serve” curata da Angelo Agrippa. Prima dell’invito di Saviano e prima che le primarie si svolgessero ho scritto un articolo “La giostra delle primarie continua” che si concludeva con “E la posizione di coloro che, pur di area progressista, vorranno disertarle [le primarie] sembra comprensibile.”. Sono d’accordo con Saviano, a cui non occorre la mia difesa, per ribadire le mie idee. Alla domanda “chi è il vero sconfitto di queste primarie del centrosinistra?” Lei risponde: “Certamente Roberto Saviano che aveva esortato alla diserzione: non è consentito a nessuno, dinanzi ad una prova vera di democrazia come quella registrata domenica in Campania e che ha portato alle urne 160 mila persone, usare un linguaggio così sommario, nel tentativo di scoraggiare il voto. Insomma, non è stata una mossa intelligente e di generosità nei confronti dei tanti che hanno espresso la loro preferenza”. Ora io credo che ad un semplice cittadino, come io sono, è consentito esprimere il suo parere e le sue esortazioni; e ciò vale anche per un personaggio noto come Saviano che ci mette la faccia sapendo che se perde quella… .

Tanto più che non si è trattato di un “linguaggio così sommario”, gli argomenti per dubitare della bontà di siffatte primarie sono numerosi; ne cito solo tre:

  • i ripetuti rinvii delle stesse, certo non motivati dalle condizioni atmosferiche;
  • il mutevole numero dei partecipanti, un dentro/fuori che fa riflettere;
  • l’assenza dei programmi, delle idee per la Campania.

Lei, a posteriori, motiva la sua critica parlando di “prova vera di democrazia[ … ] che ha portato alle urne 160 mila persone”. Non so cosa avrebbe detto se fossero state 60 mila. In ogni caso è una valutazione ben strana. Se il numero dei votanti fosse, di per sé, una prova di qualità saremmo in una democrazia in piena salute e avremmo una classe politica eccellente. Lei sa bene che non è così e, soprattutto, non è così al sud.

Quando l’intervistatore Le pone il problema: “Ma i sospetti di infiltrazioni da parte di consorterie politiche organizzate…” Lei minimizza Ma questi sono sospetti che si diffondono ogni volta che si vota [ …] si tratta di una consultazione non ancora codificata”. Come a dire: occorre una legge affinché tutto si svolga correttamente! Ma l’esperienza suggerisce che nemmeno basta.

Alla domanda “Malgrado le polemiche astiose e le guerre intestine, perché le primarie sono state, secondo lei, comunque un successo?” Lei ritorna sulla grande partecipazione (quantità = qualità) e aggiunge Ma ora il Partito democratico non può che augurarsi di trovare il massimo della coesione”. Insomma come se l’affaire primarie non fosse stato un ulteriore conferma della pochezza della nostra classe politica e del gruppo dirigente campano.

Poi l’intervistatore chiede “Renzi ne esce pure lui sconfitto?” Risposta: “Nel Pd c’è stata sicuramente una riorganizzazione leaderistica al centro. Ma per il resto il consenso territoriale non appartiene a Renzi: è improprio pensare che Roma possa dirigere questi processi.” Qui, Professore, siamo d’accordo: ad una guida leaderistica al centro si contrappone uno scontro tra fazioni in periferia. Arrivo alle conclusioni. Ribadisco che le primarie sono uno strumento democratico che, tuttavia, ha avuto pessima applicazione e non credo, ma l’esperienza lo dimostra, che regolarle per legge risolva il problema. Abbiamo in Italia il problema della qualità della classe politica che è proporzionale alla partecipazione ed al senso civico dei cittadini. Al sud tutto ciò è più grave ed evidente e la rottamazione, ancora una volta d’accordo con il professore, non è la soluzione.

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