Creato da mcalise il 13/05/2013

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Discussione sulla democrazia, cittadinanza e partecipazione

 

 

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La spirale perversa: la qualità della politica e qualità della cittadinanza

Post n°72 pubblicato il 29 Marzo 2015 da mcalise
 

Siamo tutti preoccupati per la crisi economica, la disoccupazione conseguente, il malcostume, la corruzione dilagante e per le riforme istituzionali promesse. Argomenti fondamentali che, tuttavia, non devono nasconderci un problema di fondo: la qualità della politica espressa dai nostri governanti. A tal proposito la lettura del Rapporto 2014 della Demos “Gli italiani e lo Stato” dovrebbe indurre tutti noi a fermarci, letteralmente. Fermarsi, riflettere e auspicabilmente, discutere del futuro che ci attende.

Il Rapporto illustra il clima di generale sfiducia degli italiani verso la politica e le istituzioni, tutti gli indicatori utilizzati segnalano un peggioramento rispetto agli anni precedenti.

Alcuni dati: solo 3 italiani su cento intervistati hanno fiducia nei partiti, l’indice di fiducia nelle istituzioni politiche si attesta al 21%, solo il 66% degli intervistati ritiene la democrazia preferibile a qualsiasi altra forma di governo e, infine, il 50% degli intervistati crede che la democrazia possa funzionare senza i partiti.

Ora, come è noto, siamo in un regime di democrazia rappresentativa in cui i cittadini delegano a rappresentarli “i migliori”. Quest’ultimi dovrebbero formulare e realizzare programmi di governo che perseguano l’interesse generale, ossia che siano sintesi delle domande che i cittadini hanno liberamente formulato. I partiti assolvono al ruolo fondamentale di associare i cittadini al fine di concorrere democraticamente a determinare la politica nazionale, come previsto dall’articolo 49 della Costituzione.

Il contrasto fra questa formulazione, incontrovertibile nella sua semplicità, e gli indicatori  su esposti (e la realtà) è evidente. Una così marcata sfiducia negli eletti, in coloro che noi stessi abbiamo scelto è paradossale; penso, ad esempio, che un amministratore di condominio oggetto di tanta sfiducia sarebbe destituito in poche ore.

Constatiamo, purtroppo, l’esistenza di un circolo vizioso: la qualità della politica è proporzionale alla qualità della cittadinanza e viceversa; una spirale perversa che richiama, infine, la qualità della nostra democrazia. Problema tanto concreto quanto trascurato. Se pensiamo, come credo, che la democrazia sia un pilastro, un presupposto allo sviluppo ed al benessere della nostra collettività, la mobilitazione dovrebbe scattare spontanea. Bobbio, non a caso, indicava l’educazione alla cittadinanza fra le sei promesse non mantenute dalla democrazia (Norberto Bobbio “Il futuro della democrazia” ed. Einaudi). E sempre Bobbio ci metteva in guardia dal considerare la democrazia acquisita per sempre, scontata: “Abbiamo la convinzione profonda che una democrazia può essere uccisa dalla violenze esterna, ma muore anche per interna consunzione”;

Ora chi potrà mai spezzare questa spirale? Non il ceto politico che, in gran parte, preferisce il cittadino non attivo. Siamo governati da oligarchie essenzialmente tese a garantire la propria continuità ed a tutelare i propri interessi. I tentativi, non sempre riusciti, di perseguire l’interesse generale, sono tesi al mantenimento del consenso. Il fine, svilito, diviene il mezzo. Insomma, citando Zagrebelsky, “l’oligarchia come governo dei molti impotenti da parte di pochi potenti”. Allora non rimane che puntare sull’associazionismo civico e contare sulla “complicità” dei mezzi d’informazione più sensibili al problema. Occorre rigenerare la cultura civica sottolineando che la sfiducia nella politica, pure se fortemente motivata, non può essere l’alibi per l’apatia e lo sterile vittimismo. Il problema, evidentemente, non si risolve con atteggiamenti diffusi riassumibili in “Basta politica! Basta partiti”. Occorre che i politici e i partiti abbiano l’interesse comune come scopo esclusivo e ciò sarà possibile solo e se un gran numero di cittadini torneranno ad occuparsi della politica.

Una democrazia rivitalizzata da una cittadinanza partecipe che metta “il fiato sul collo” agli eletti non potrà che migliorare la qualità della politica e spezzare la spirale perversa. Ciò è un presupposto essenziale per lo sviluppo, per un benessere non effimero. 

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