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Tatuaggio

Post n°48 pubblicato il 24 Agosto 2012 da amuletolibero

Ho letto recentemente un articolo dal titolo “Tatuaggio, tra unicità e conformismo”. Per essere esatto mi è capitato di leggere l’articolo che inizia sulla prima pagina del “Giornale di Brescia” di domenica 19 Agosto e poi qualche giorno dopo l’ho cercato su internet. La prima impressione che avevo avuto era tutt’altro che positiva, poi rileggendolo attentamente mi sono ricreduto. Il pezzo è a firma di Massimiliano Panarari, ricordo a chi non lo sapesse che il Giornale di Brescia era, non so se lo sia ancora, il quotidiano locale più venduto in Italia (a maggio 2012 con più di 50000 copie di tiratura media, fonte sito www.primaonline.it). Provo a riportare alcuni concetti dell’articolo. “Il corpo come mappa semiotica. E’ questo, a ben  guardare, il significato principale del tatuaggio”. Ancora, sulla diffusione del fenomeno, “secondo le stime, un italiano su due si ritrova almeno un familiare tatuato” (metodo particolare di esporre la grandezza secondo me). L’argomento come riporta Panarari è tornato di attualità in questi giorni per la direttiva dell’esercito che vieta i tatuaggi osceni, razzisti o a sfondo sessuale, come dire quindi che gli altri sono ammessi, un bel passo avanti rispetto al passato come prosegue anche l’autore. Da qui il giornalista arriva ad analizzare il fenomeno, “una forma di neo conformismo”. “L’elemento di partenza … coincide con l’esigenza di uno strumento per affermare la propria unicità”. “Ciascuno di noi vuole essere, in qualche modo, speciale, … e uno dei percorsi principali per ottenere tale riconoscimento passa naturalmente attraverso l’esteriorità e i segni”. La conclusione dell’articolo, dopo una parentesi sul rischio che “l’abito fa il monaco” quindi è meglio evitare gli eccessi, è che il fenomeno è soggetto ad “un pericolo di svalutazione simbolica”: “la peculiarità individuale si dissolve, a meno di inventarsi segni e stilemi sempre originali”.

Per concludere e dare una mia opinione, un articolo completamente condivisibile che comunque, a chi si sia fatto un’opinione senza preconcetti del fenomeno, non dice nulla di particolarmente nuovo.

Voglia di distinguersi, di rendersi diversi dagli altri, di fare del proprio corpo un’opera d’arte unica? Può darsi. Voglia di affermare anche scrivendola sulla propria pelle una propria caratteristica? Beh, anche questa è certamente una delle motivazioni che possono portare a questa scelta, ma solo per alcune persone. Perché, a mio parere, finché si parla di desiderio di unicità e di abbellimento si parla di motivazioni condivise dalla stragrande maggioranza di chi si fa fare un disegno sulla pelle. Nessuno vuole rendersi brutto ed anche chi sceglie un simbolo o una figura per emulazione di qualcun altro infondo lo fa per dire “io somiglio a quella persona, sono fra i pochi che gli somigliano”, oppure “io sono fra quelli che hanno quel disegno”. Fin troppo facile a questo punto citare la celeberrima “farfalla” esibita all’ultimo festival di Sanremo. Qui si è fermato il bravo giornalista del giornale della mia città.

Ci possono però essere altre motivazioni ed un’altra in particolare, che ho anticipato qualche riga fa, è la voglia di esprimere qualcosa di se stessi su se stessi. Quasi come se si volesse gridare qualcosa al mondo, magari una passione o una frase che ci appartiene profondamente. O ancora come se si avesse tanta voglia di esprimere la felicità per un fatto accaduto, o di stare vicini a qualcuno, da dover trovare nuovi modi per esprimerlo. Questo tipo di motivazione può spingere alla scelta tenendo però presente che i rapporti umani e le passioni possono essere di breve durata mentre un tatuaggio è per sempre (anche se si possono cancellare ma a costi elevati) quindi è conveniente meditare e meditare ancora prima di decidere. Bene, facciamo ora un rewind, avvolgiamo bene il nastro, i miei occhi salgono su di qualche riga a rileggere le ultime cose che ho scritto, magari una passione, beh certo una passione duratura, recentemente ho visto un ragazzo che ha sul braccio tatuato lo stemma della sua squadra di calcio del cuore, che non era neppure la mia, criticabile ma comprensibile, o un’altra passione che dura da tempo, tanto tempo, ma a questo torno fra poco. Una frase che ci appartiene, mando un abbraccio a mia cugina che ha scelto di tatuarsi una frase tratta da “Il piccolo principe” ed alla nostra amica Alice che ha scelto una frase in inglese che non ricordo. Esprimere la felicità di stare vicini a qualcuno, altra motivazione particolare e bellissima, stando attenti a che sia un rapporto duraturo, magari come quello con i propri figli, come Angelina Jolie che si è fatta tatuare le coordinate (latitudine e longitudine) dei luoghi di nascita dei suoi figli, forse un po’ esagerato come dimensione ma bello come significato. O come un’altra mia cugina che ha su un braccio i nomi delle sue stupendissime bambine. In questa carrellata di motivazioni che possono portare alla scelta di far incidere, in teoria per sempre, qualcosa sul proprio corpo che abbia un significato, non sia cioè solo un fatto estetico, ho solo accennato alle passioni, purtroppo con in mente il simbolo di una squadra a me particolarmente avversa. E’ come se ad un certo punto della sua vita una persona che ha una passione forte non si accontenti più di andare in giro con il portachiavi, di avere in auto bandiere e gagliardetti, di avere in camera poster vari, ma senta il bisogno di qualcosa in più. Certamente un bel simbolo da farsi tatuare sarebbe il Cavallino Rampante, ma ci sono passioni anche diverse, come quella per la musica, quanti musicisti avranno scelto un simbolo legato a questa stupenda arte, una nota, una chiave di violino, una chitarra. Dall’altra parte del palco, per chi sta sotto ad ascoltare, farsi tatuare il nome del proprio cantante preferito ritengo personalmente che sia in molti casi una pazzia dato che tale passione potrebbe svanire più velocemente di un legame con un fidanzato, ed il nome dell’idolo musicale dovrebbe quindi essere cancellato al pari di quello dell’ex amore. A meno che il legame, per un fidanzato o per un cantante, sia estremamente duraturo e presumibilmente eterno, o magari abbia dato emozioni e ricordi talmente positivi che molto difficilmente si cancelleranno.

 Una passione, un legame come il mio, e mentre anni fa sicuramente il primo, “passione”, era termine più adatto, ora mi sembra più adatto il secondo.  Nata certamente come passione a 17 anni ai primi ascolti e diventata ancora più forte a 23, e poi durata nel tempo. Come forse ho già scritto in queste pagine virtuali nel lontano anno 2000 avevo bisogno di una parola di genere maschile per entrare nella comunità virtuale dei fans di una cantante che amavo già da tempo, e cosi scelsi “amuleto”, da una canzone dell’ultimo album (l’album è “La mia risposta” dell’autunno 1998 e la canzone “Un’emergenza d’amore” ). Quella parola poi, allora non lo sapevo, è diventata il simbolo stesso di Laura, il suo logo, (come una moneta un amuleto che fra le mie mani stringerò) e tantissimi fans hanno deciso di farselo tatuare addosso, da solo o accompagnato da varie scritte ed altri disegni. In questi anni in me la passione per una cantante si è unita ad amicizie e mille ricordi di avventure, viaggi, concerti, feste ecc. Era da tempo che ci ragionavo, che volevo farlo, magari entro il 27/02/2013 (ventennale della vittoria a Sanremo con La Solitudine), magari accompagnato da un altro simbolo iper tatuato ovvero un sole stilizzato. Ho pensato anche ad un titolo di una canzone, a quel “Grazie” che diceva in continuazione dopo la prima vittoria, poi qualche mese fa ho visto un logo, un gatto di profilo su uno spicchio di luna, e mi è venuto in mente di unirlo al mio amuleto. Cercando ancora ho poi trovato un gatto non di profilo ma visto da dietro, sempre adagiato su uno spicchio di luna, che guarda chissà dove. Così è nato questo disegno, unendo quel gatto, proprio quello e non un altro, all’amuleto, con un risultato che io semplicemente adoro, e che sono felice sia arrivato oggi sulla mia pelle.

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shiondgl
shiondgl il 24/08/12 alle 22:13 via WEB
Grande, Claudio!!! Sao che anch'io sto prendendo appuntamento per farmi un tatuaggio? Probabilmente, con le liste di attesa dello studio tattoo dove voglio andare mi verrà fatto a primavera 2013, ma che importa...Ormai sono decisa, dopo anni di riflessioni... E' un tatuaggio che dire "fondamentale " è ancora poco. Magari ti scrivo in pvt su FB cosa sarà... Intanto non vedo l'ora di vedere la foto del tuo. :-))) Baci
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